ISRAELE, IL GOVERNO TEMPOREGGIA SULL’OFFENSIVA DI TERRA A GAZA, L’ESERCITO INSISTE: DATECI IL VIA. SI TRATTA SUGLI OSTAGGI. GOVERNO, NETANYAHU SOTTO ACCUSA, TRE MINISTRI MINACCIANO LE DIMISSIONI. Ad annunciarlo è stata la radio dell’Idf: l’offensiva di terra per entrare nella Striscia, anche se più volte annunciata, viene ritardata, ufficialmente per attendere l’arrivo di altre forze americane e scoraggiare così l’idea dell’Iran, tramite Hezbollah, di aprire un secondo fronte al confine con il Libano. La radio militare ha detto che questa non è l’unica ragione del rinvio, citando la presenza di 350 mila civili palestinesi, in quella parte di territorio dove l’esercito prevede di entrare. In realtà a prendere tempo è il governo, mentre i comandanti insistono per avere il via libera e fare entrare a Gaza i propri reparti. In ogni caso i bombardamenti proseguono. Il ministero della Sanità palestinese ritiene che le vittime siano ormai 5.000 e ieri ha denunciato che le bombe hanno centrato la settima moschea dall’inizio del conflitto. Intanto buona parte dello Stato Ebraico continua a puntare il dito contro il primo ministro Netanyahu, attribuendogli la responsabilità dell’attacco messo a segno da Hamas il 7 ottobre, che ha provocato 1.400 vittime, molte delle quali civili, e la cattura di 222 ostaggi. Questi civili sono ora l’oggetto della trattativa che Hamas sta conducendo con gli emissari di Egitto e Qatar: il loro rilascio per la fine dei bombardamenti. Il New York Times scrive che i primi 50 ad essere liberati potrebbero avere il doppio passaporto. A Tel Aviv “almeno tre ministri” stanno considerando la possibilità di rassegnare le dimissioni per sottolineare il disaccordo con il premier; la notizia è stata diffusa dal sito Ynet, del quotidiano Yediot Ahronot che ha anche pubblicato un sondaggio, secondo cui il 75% degli israeliani addossa a Netanyahu la responsabilità della totale sorpresa del Paese per l’attacco di Hamas. Questo stato di tensione avrebbe conseguenze pure tra il primo ministro e una parte dell’esercito. Sul Fatto di domani leggeremo altri particolari sulla giornata, e due approfondimenti: uno sulla situazione in Cisgiordania, esacerbata dall’aggressività dei coloni, e l’altro su uno del leader storici di Hamas, che vive in una bella residenza a Londra, ben lontano dai suoi connazionali palestinesi che soffrono a Gaza.
LE MINACCE DELL’IRAN: COLPIREMO HAIFA. L’ONU: A GAZA 1,4 MILIONI DI SFOLLATI INTERNI. Teheran continua a minacciare Israele e oggi Ali Fadavi, comandante in seconda della Guardia Rivoluzionaria iraniana, ha ipotizzato di colpire la città di Haifa con un attacco missilistico. L’ufficiale lo ha dichiarato agli studenti dell’università della capitale, durante un incontro. Sul piano diplomatico, alla conferenza dei ministeri degli esteri dell’Unione si è parlato di una pausa umanitaria per far giungere generi di prima necessità ai civili di Gaza; resta preoccupante la situazione, è entrato un terzo carico di aiuti dal valico di Rafah ma l’Onu calcola che siano 1,4 milioni gli sfollati interni che cercano riparo dai bombardamenti. Oltre a questi temi, sul giornale di domani ci sarà un focus con una analisi dell’ex generale Fabio Mini, che ha comandato la missione Nato in Kosovo dal 2002 al 2003 e si concentra sulle responsabilità militari e civili di chi occupa un territorio, e due diari: uno da Tel Aviv firmato da Manuela Dviri, e l’altro da Gaza con la testimonianza di Aya Ashur.
GIAMBRUNO IN CADUTA LIBERA. MELONI E I SUOI CONTRO I “COMPLOTTI” DI MEDIASET. Il giornalista, da qualche giorno ex compagno della premier, è stato segnalato dal Consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia al proprio Consiglio di disciplina territoriale: la pratica è ovviamente relativa all’ipotesi di violazione delle norme deontologiche, dopo i fuorionda di Striscia. Giambruno – ha reso noto l’Ordine – è già stato oggetto di una segnalazione dopo l’uscita sulle donne ubriache e sul lupo. E pure la Commissione Pari Opportunità della Federazione nazionale della Stampa ha inviato un esposto al presidente dell’Ordine lombardo per “gli atteggiamenti scurrili e molesti”. Insomma, con la conduzione del programma su Rete4 sospesa per una settimana e il benservito della first lady, una parabola discendente che sembra inarrestabile. Già nelle prossime ore dovrebbe concludersi l’accertamento interno sul conduttore in base al codice etico. Ciò che non si placa, invece, è il clima di sospetti che si è creato attorno agli scoop di Antonio Ricci. Come abbiamo letto, Meloni ieri non s’è presentata alla festa di Fratelli d’Italia per il primo anno di governo, ma in un video ha accusato di “meschinità” chi cerca di trascinarla nella “lotta nel fango”. Di più hanno fatto i suoi: il fedelissimo Donzelli ha voluto precisare che, pur nel rispetto delle “aziende strategiche”, “non verranno fatti sconti a nessuno”. Il riferimento, ovviamente, è a Mediaset, preoccupata per la misura di riduzione del canone Rai in bolletta: la tv pubblica dovrà recuperare parte di quei fondi sul mercato pubblicitario facendo concorrenza al Biscione. I rapporti tra Giorgia Meloni e i fratelli Berlusconi non sono più così distesi. Anche perché Marina e Pier Silvio sono due persone molto diverse. Quest’ultimo ha addossato a Ricci la responsabilità della messa in onda e ha spiegato di aver cercato di fermare altre puntate della Giambruneide. Sul giornale di domani, ricostruiremo il clima di sospetti che si respira persino dentro Forza Italia.
CDM, SALTA L’ESAME DEL DL ENERGIA (E QUINDI LA PROROGA DEL MERCATO TUTELATO). Nulla di fatto per il rinvio da 6 a 12 mesi della fine del mercato tutelato per l’energia elettrica. Nonostante il decreto, su cui sembravano tutti d’accordo anche nella maggioranza, fosse indicato nell’ordine del giorno del pre-consiglio, il Cdm a Palazzo Chigi non ha affrontato la questione, rimandandola – forse – alla prossima settimana: “approfondimenti tecnici”, la motivazione ufficiale. Già da tempo, il ministro Pichetto Fratin sta studiando come evitare che, all’inizio del 2024, 10 milioni di famiglie vengano sbattute nel mercato libero con la fine del servizio di maggior tutela. “Entro ottobre, metteremo giù il nuovo scadenzario”, aveva detto a metà ottobre. Sul Fatto di domani vedremo cos’ha bloccato il governo. In Consiglio è approdato, invece, il decreto attuativo della delega fiscale sugli adempimenti. Queste alcune novità: dichiarazione precompilata anche per i forfettari. Chi dimentica di indicare un credito d’imposta in dichiarazione non perde più il bonus. Per le compensazioni di crediti d’imposta Iva, il limite per l’obbligo del visto di conformità del professionista scatta da 70mila euro e non più da 50mila, mentre per i crediti Ires, Irpef e Irap il limite sale da 20mila a 50mila euro. Sospeso ad agosto e dicembre l’invio di comunicazioni e inviti da parte dell’Agenzia delle Entrate. Una rata in più, il 16 dicembre, per versare le rate di saldo e di acconto delle imposte. Sul giornale leggerete tutti i dettagli.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Diritti tv, altri 5 anni a Sky e Dazn. L’Assemblea della Lega Serie A ha assegnato i diritti tv del massimo campionato,fino al 2028/29, a Dazn e Sky. A favore dei due broadcaster hanno votato 17 dei presidenti riuniti da questa mattina nella sede di via Rosellini. Alla Lega Serie A andranno circa 900 milioni di euro a stagione. Dazn avrà ancora la possibilità di trasmettere tutte e 10 le partite del campionato, di cui 7 in esclusiva. Tre le partite a settimana che saranno trasmesse da Sky.
Suppletive a Monza, Galliani prende il posto di Berlusconi. Il centrodestra vince le elezioni suppletive per il Senato nel collegio uninominale Lombardia 06, in cui si correva per aggiudicarsi il seggio lasciato libero da Silvio Berlusconi, morto il 12 giugno scorso. Sconfitto lo sfidante Marco Cappato.
Elezioni in Alto Adige: Spv ai minimi storici, FdI supera la Lega. Terremoto politico dopo il voto provinciale. Svp è in calo di consensi, mentre la Lega riduce ad un terzo il suo peso. Fratelli d’Italia triplica, ma non sfonda. Inoltre, crescono le destre di lingua tedesca e i Verdi, il Pd tiene, i Cinque Stelle e Forza Italia restano sotto l’1%. Il governatore uscente Arno Kompatscher dovrà necessariamente cercare una nuova maggioranza.
Elezioni in Argentina, al ballottaggio sarà sfida tra Massa e Milei. Al primo turno delle presidenziali Sergio Massa, ministro uscente dell’Economia, ottiene il miglior risultato: incassa il 36% dei voti rappresentando il fronte peronista con la coalizione Union per la Patria. Javier Milei, esponente dell’estrema destra populista, a dispetto delle previsioni si è fermato al 29, 98%. Terza posizione per Olivia Bullrich (23,83%). Sul voto ha pesato la recessione economica ma anche la paura di una svolta oltranzista di Milei che tra le sue proposte aveva l’abolizione della Banca Centrale, il passaggio al dollaro americano, la cancellazione dei ministeri della Salute e dell’Educazione. Massa e Milei si sfideranno ancora il 19 novembre, al ballottaggio.
Cospito resta al 41bis. Il tribunale della Sorveglianza di Roma ha rigettato l’istanza avanzata dal difensore dell’anarchico. Nel corso dell’udienza della settimana scorsa, la Direzione Nazionale Antimafia ed Antiterorrismo aveva dato parere favorevole alla cessazione del carcere duro per Cospito che nei mesi scorsi avevo messo in atto per protesta uno sciopero della fame.