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MANOVRA, DOPO LE LITI NEL GOVERNO IL GIORNO DELLE RETROMARCE. Italiani sempre più poveri e aziende (specie alcune) sempre più ricche. In questo quadro si colloca la manovra delle promesse mancate, ancora in via di formazione. Alcuni flash. Mentre l’Istat segnala che gli stipendi italiani continuano a perdere valore e l’inflazione supera gli aumenti del 5%, un report il boom degli sfratti nelle città italiane, e oggi l’amministratore delegato Claudio Descalzi loda la performance di Eni, che dirige: “Sia l’utile operativo sia la generazione di cassa si collocano in vetta alla serie storica di risultati trimestrali”. Visto il contesto torniamo alla manovra, nel giorno delle retromarce: prima quello di Meloni in persona sull’accesso ai conti correnti, norma chiesta dall’Agenzia delle Entrate per combattere gli evasori, non per ficcare il naso. La seconda riguarda le pensioni: il mantenimento di quota 103 (nella bozza diventava 104) anche nel 2024, ma con dei limiti. Il tutto mentre la premier cerca di spegnere le polemiche sostenendo di “non aver fatto nessuna sfuriata a Salvini. Sarà, ma anche oggi Forza Italia ha espresso perplessità sull’aumento della cedolare secca e quello dell’Iva su pannolini, alimenti per bambini e assorbenti! Una manovra su cui si è scatenata la facile ironia di Conte, che ha definito Meloni “lady tax”. Sul Fatto di domani vedremo cosa cambia nella nuova bozza della legge di bilancio, specie sul fronte pensioni e accesso ai conti.
VITTORIO SGARBI NEL BUNKER: IL DEBITO CON IL FISCO E LA TERRA BRUCIATA NEL GOVERNO. Dal Consiglio europeo di Bruxelles, Giorgia Meloni interviene sul caso Sgarbi senza proferire sillaba a difesa del sottosegretario. La premier è attendista e mette lo scandalo nel congelatore: “Non ho avuto modo di approfondire la vicenda, so che il ministro Sangiuliano ha attivato l’Antitrust, aspettiamo le risposte e valuteremo nel merito”. Vittorio Sgarbi ha detto che non si dimetterà, ma lo scandalo delle conferenze retribuite – malgrado la legge sul conflitto di interessi per i titolari di cariche di governo – lo ha isolato nel governo. Dopo gli scoop del Fatto con l’inchiesta di Thomas MacKinson, né il ministro Gennaro Sangiuliano né i colleghi della maggioranza si sono spesi per difendere il critico, anzi. Da palazzo Chigi filtra l’intenzione di revocare le deleghe al sottosegretario. Del resto, Sgarbi è inseguito dal fisco ma negli ultimi nove mesi avrebbe incassato almeno 300 mila euro. Sul Fatto di ieri Valeria Pacelli ha documentato i problemi con l’agenzia delle Entrate: un debito di circa 715 mila euro, per via di imposte dirette e Iva evase tra il 2012 al 2019. La procura di Roma sta indagando sul sottosegretario alla Cultura per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Secondo gli inquirenti, la compagna Sabrina Colle avrebbe comprato un quadro al posto di Sgarbi per evitare al critico grane con il fisco, mentre l’Erario reclamava il pagamento delle tasse arretrate. L’opera è Il giardino delle Fate di Vittorio Zecchin, datata 1913, aggiudicata per circa 148 mila euro. Sgarbi ha una spiegazione per tutto: il dipinto sarebbe stato solo un omaggio alla compagna da parte di Corrado Sforza Fogliani; il debito con il fisco invece è in via di estinzione, a rate. Di sicuro, nel governo e in Parlamento, intorno a al sottosegretario è sempre terra bruciata. Sul Fatto di domani, nuovi dettagli sulla vita spericolata del sottosegretario Sgarbi.
ISRAELE-GAZA, L’ONU: “CRIMINI DI GUERRA DA ENTRAMBE LE PARTI”. TEL AVIV: “HAMAS HA IL QUARTIER GENERALE SOTTO UN OSPEDALE”. LA REPLICA: “MENZOGNE” Le Nazioni Unite ritengono che sia Hamas che Israele commettano crimini di guerra. Tel Aviv, dopo aver subito il massacro del 7 ottobre da parte dei miliziani islamici – 1.400 morti e 228 ostaggi – è accusata dall’Onu di volere una “punizione collettiva” della popolazione palestinese. Nello stesso tempo, Hamas è criticata per aver rapito civili e per “gli attacchi indiscriminati” contro Israele. Lo scontro sul campo prosegue; oggi Hamas ha lanciato razzi da Gaza su Tel Aviv provocando quattro feriti. L’esercito israeliano aumenta i raid e denuncia che Hamas ha il quartier generale dentro l’ospedale Shifa, il più grande della Striscia. Gli estremisti islamici replicano: “Sono menzogne”. Il ministero della Sanità palestinese dichiara 7.326 morti, ma non tutti concordano. La Germania prende le distanze, l’Onu invece ritiene credibile la cifra. Tensioni anche sul Mar Rosso; in Egitto, a Taba, ci sono stati sei feriti per la caduta di un drone; il sospetto è che sia partito dallo Yemen, dove gli Houti sono sostenuti dall’Iran. Proprio il regime di Teheran oggi ha rinnovato la sua minaccia: “Israele e i suoi sostenitori pagheranno i loro crimini”, riferendosi anche allo scambio di colpi con gli Stati Uniti. Washington conferma che gli attacchi contro obiettivi iraniani in Siria sono stati mirati a strutture militari. Resta importante il tema degli aiuti alla popolazione della Striscia. Dieci camion con generi di prima necessità sono entrati a Gaza dall’Egitto. Il presidente francese Macron spinge per una “tregua umanitaria”. L’emittente al Jazeera afferma che le trattative gestite dal Qatar con Hamas potrebbero portare presto ad una liberazione dei civili prigionieri. Sul Fatto di domani leggeremo altri particolari sulla giornata, sulla posizione dell’Onu rispetto al conflitto, e sulle ricadute economiche della guerra in Israele.
LA GUERRA E LE PAROLE DELL’ODIO, DA HAMAS A ISRAELE. IN ITALIA PACIFISTI IN PIAZZA. Mentre sul campo il conflitto prosegue, la propaganda di guerra si fa sempre più aspra e violenta. Da un lato ci sono Hamas e l’Iran, che oggi ha di nuovo minacciato di spazzare via Israele, dall’altro ci sono le dichiarazioni di rappresentanti o ex rappresentanti di Tel Aviv che invocano senza mezzi termini la distruzione della Striscia di Gaza. “Ogni persona che minaccia un ebreo, che vuole uccidere un ebreo, deve morire. L’obiettivo è distruggere Gaza, questo male assoluto”. Queste sono per esempio le parole dell’ex ambasciatore israeliano Dror Eydar, intervistato oggi dalla tv italiana. Sul Fatto di domani leggerete un approfondimento di Gad Lerner sull’escalation anche verbale della guerra. Leggerete poi anche il racconto della prima giornata di manifestazioni, diffuse in tutta Italia, della rete pacifista che chiede il cessate il fuoco a Gaza. In piazza c’erano le sigle riunite attorno alla Rete pace disarmo e al coordinamento Assisi pace giusta, e anche due partiti di opposizione: l’alleanza Verdi-Sinistra (con Fratoianni a Milano) e il Movimento 5 Stelle (con Conte a Roma). Il Partito Democratico invece ha finito ancora una volta per dividersi: non sarà presente ufficialmente ma Elly Schlein ha consentito libertà di coscienza agli eletti dem.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Sanità, ecco gli 8 peggiori ospedali italiani. I nosocomi in fondo alla “classifica” sono tutti pubblici: 3 si trovano in Campania, 2 in Sicilia, 1 nel Lazio, 1 in Liguria, uno in Piemonte. Il monitoraggio di Agenas – l’Agenzia per i servizi sanitari regionali – ha rilevato almeno cinque volte “standard di qualità molto bassi”. Lo studio ha preso in esame diversi indicatori per tracciare il quadro della nostra sanità nelle diverse aree: cardiovascolare, chirurgia generale, chirurgia oncologica, osteomuscolare, respiratorio, gravidanza e parto, nefrologia.
Stadio della Roma, la procura chiede 22 condanne. Il processo di primo grado si avvia verso la sentenza, con la richiesta da parte della pubblica accusa di oltre cento anni di reclusione, in totale per gli imputati. Alla sbarra, tra gli altri, ci sono Marcello De Vito (ex M5s passato a Forza Italia), l’avvocato Luca Lanzalone, il costruttore Luca Parnasi (che ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato), Giulio Centemero (deputato ed ex tesoriere della Lega), Francesco Bonifazi (ex senatore di Italia viva ed ex tesoriere del Pd renziano). Tra i reati contestati: corruzione, finanziamento illecito ai partiti e traffico di influenze illecite. Per l’accusa, Parnasi era il “deus ex machina” del gruppo insieme a Luca Lanzalone, ex presidente di Acea, holding dell’energia. La pena più alta – 11 anni e sei mesi – è stata chiesta per l’ex pentastellato e presidente dell’assemblea capitolina, Marcello De Vito.
Processo Saman Abbas, inutilizzabili le dichiarazioni del fratello. È il principale accusatore dei suoi familiari per il femminicidio della sorella. Le sue parole sono state decisive per formulare le accuse contro gli imputati: in particolare contro lo zio Danish Hasnain, chiamato a rispondere dell’omicidio in concorso con i cugini di Saman – Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq – col padre Shabbar Abbas e con la madre Nazia Shaheen (tutt’ora latitante). Ma le dichiarazioni del giovane sono inutilizzabili: secondo la Corte d’assiste di Reggio Emilia, il giovane doveva essere ascoltato in veste di indagato, non di testimone.
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Allarme antisemitismo in Francia, il paradosso: a beneficiarne è Marine Le Pen
di Luana De Micco
Ieri il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, ha reso noto l’ultimo bilancio degli atti di matrice antisemita in Francia dall’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre: ne sono stati censiti 719. In venti giorni, sono già più che in tutto il 2022 (436). E si sfiora il livello dell’anno peggiore mai registrato in questi ultimi decenni, il 2015 (808). Sono scritte, minacce, insulti, aggressioni, come quella del 20 ottobre a Strasburgo, quando un giovane di 15 anni, francese di origini cecene, è stato fermato con un coltello davanti a una sinagoga.
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