La Procura di Roma ha chiesto 2 anni e 2 mesi di carcere in abbreviato per Giovanna Boda, l’ex capo dipartimento del ministero dell’Istruzione coinvolta in un’inchiesta sugli appalti Miur. I reati contestati sono corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e rivelazione dei segreti d’ufficio. L’accusa, nella requisitoria, ha segnalato la “collaborazione” fornita da Boda nelle indagini e il suo “pentimento”. L’ex funzionaria, secondo i magistrati, sarebbe stata “offuscata dal potere” che l’ha portata a “un delirio di onnipotenza”. La vicenda, in cui è imputato anche l’imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco, riguarda fondi per milioni di euro che il ministero dell’Istruzione avrebbe dirottato a progetti di scuole “amiche”, grazie a mazzette di cui avrebbe beneficiato proprio Boda. Negli ultimi mesi, l’ex dirigente ha ammesso parte delle colpe, chiamando in causa alcuni suoi collaboratori. All’udienza preliminare dello scorso maggio il giudice aveva ammesso come parti civili il Miur e la Presidenza del Consiglio dei ministri.
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