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MEDIO ORIENTE, BLINKEN: “SIAMO CON ISRAELE, MA IL MASSACRO DI CIVILI È INTOLLERABILE”. NASRALLAH (HEZBOLLAH) DIFENDE “I MARTIRI DI GAZA” PERÒ SPECIFICA: “IL RAID È STATO PALESTINESE, NOI NON INFORMATI”. La giornata politica che ruota attorno al conflitto tra Israele e Hamas passa dalle dichiarazioni del segretario di Stato Usa, Blinken, in visita a Tel Aviv, e del capo di Hezbollah in Libano, Nasrallah. “Voglio ribadire il nostro sostegno a Israele nel suo diritto a difendersi con ogni mezzo”, chiarisce il rappresentante della Casa Bianca che però aggiunge: “Nessun Paese può tollerare un massacro di innocenti”, riferendosi ai civili uccisi dalle bombe dentro la Striscia. E aggiunge: “La protezione dei civili deve avvenire non solo a Gaza ma anche in Cisgiordania, dove la violenza contro i palestinesi deve essere fermata e i responsabili devono pagare”. Blinken ha rinnovato la richiesta di pause umanitarie per far entrare generi di prima necessità e trattare il rilascio degli ostaggi, ma il ministro della Difesa Yoav Gallant specifica che per lo Stato ebraico l’ordine degli eventi è opposto: prima gli ostaggi, poi il “cessate il fuoco”. Sul futuro di Gaza Washington e l’alleato concordano, tanto che Blinken dichiara: “Non è possibile tornare alla situazione che c’era prima del 7 ottobre. L’idea che Hamas resti responsabile di Gaza non è accettabile. La strada da imboccare resta quella di due Stati per due popoli”. Sull’altro fronte Nasrallah, capo di Hezbollah, emanazione dell’Iran in Libano, ha parole di solidarietà per i palestinesi. Per lui le vittime di Gaza sono “martiri, si stanno muovendo verso un altro mondo enunciato dai profeti, ora sono lì dove non ci sono dittature e non ci sono sionisti”; poi definisce l’operazione di Hamas del 7 ottobre, che ha causato 1.400 morti israeliani e la cattura di 240 ostaggi “sacra e grande”, ma precisa: è stata “una decisione presa al 100% dai palestinesi. Non è stata condivisa con altre fazioni della resistenza islamica. Loro hanno deciso ed eseguito”, quasi a mettere in chiaro che le responsabilità sono solo di Hamas, anche se, dopo quel giorno, anche Hezbollah “è in guerra”. Sul Fatto di domani leggerete un ritratto di Nasrallah e altri particolari sulla giornata di cronaca.
BATTAGLIA A GAZA CITY, ALTRI MORTI. COLPITE AMBULANZE E L’UFFICIO DELLA FRANCE PRESS. Quindici civili, secondo l’emittente Al Jazeera, sono stati uccisi vicino all’ospedale al-Shifa dove un drone avrebbe preso di mira un convoglio di ambulanze. L’esercito israeliano afferma che proprio ad al Shifa si trova il comando dei fondamentalisti. Anche l’Idf aggiorna il numero dei soldati che hanno perso la vita, altri due oggi, uno in battaglia, e una donna che era stata colpita il 7 ottobre durante il massacro portato avanti da Hamas. Sono 341 i militari caduti dal giorno del raid degli estremisti. In mezzo allo scontro rischiano anche i giornalisti. L’ufficio dell’agenzia France Presse nella Striscia ha subito gravi danni a causa di un bombardamento israeliano. Parigi “condanna con la massima fermezza questo attacco”. Tensioni anche all’estero, tanto che Israele ha invitato i propri cittadini a riconsiderare i viaggi “alla luce del crescente antisemitismo”.
PREMIERATO, IL CONSIGLIO DEI MINISTRI APPROVA IL DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE. MELONI: “LA MADRE DI TUTTE LE RIFORME”. LA TELEFONATA CON I RUSSI, SI DIMETTE TALÒ. Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge costituzionale per l’elezione diretta del presidente del Consiglio. È il cosiddetto premierato: una forma di governo mai sperimentata in Occidente, ad eccezione di Israele. Tel Aviv l’adottò nel 1992, ma la abrogò 10 anni dopo senza nostalgie. Giorgia Meloni invece punta le sue fiche sul ribaltamento della democrazia parlamentare: “La madre di tutte le riforme”, ha dichiarato la premier in conferenza stampa. Chissà cosa ne pensano gli elettori, schiacciati dai rincari e dai bassi stipendi. La leader invoca il “diritto dei cittadini a decidere da chi farsi governare, mettendo fine a ribaltoni, giochi di palazzo e governi tecnici”. Lo scopo è dare “stabilità” ai governi “scelti dal popolo”. In realtà, la riforma rafforzerebbe il vertice del potere cancellando la centralità del Parlamento, già incrinata dall’abuso dei decreti legge. Sul Fatto di domani entreremo nei dettagli della svolta costituzionale. I due nodi più intricati sono ancora da sciogliere: da un lato, il premierato indebolirà i poteri del presidente della Repubblica; dall’altro, resta da decidere il sistema elettorale. Il dilemma è tra il doppio turno con il ballottaggio, oppure una sola chiamata alle urne con sostanzioso premio di maggioranza. Di sicuro, le destre sono al bivio: approvare la riforma senza le opposizioni, per giocarsi la vittoria al referendum; oppure trattare con le sinistre per il semaforo verde dei due terzi degli eletti. Nel secondo caso, niente referendum. L’unica sponda all’opposizione è Matteo Renzi, l’ex premier schiantatosi nel 2016 proprio sul referendum costituzionale. Meloni ha già lasciato intendere che non lascerà palazzo Chigi, in caso di sconfitta nelle urne. In conferenza stampa, la premier è tornata sul caso dello scherzo telefonico dei due comici russi, annunciando le dimissioni del consigliere diplomatico Francesco Talò. Secondo la leader, una vicenda “gestita con leggerezza che ha esposto la nazione”.
CLIMA ESTREMO IN TOSCANA: 6 MORTI, IN 48 MILA SENZA LUCE. ALLERTA FINO A DOMENICA E OCCHI PUNTATI SUL NORD-EST. IL GOVERNO STANZIA 5 MILIONI. 200 millilitri di acqua in 4 ore, di più che nell’alluvione del 1966. In provincia di Firenze il bilancio dell’esondazione del Bisenzio è di sei vittime. Nella Regione Toscana 48 mila persone sono rimaste senza luce ed è stata rallentata la linea ferroviaria dell’alta velocità Milano-Roma. Gli scienziati del Cnr hanno rilevato che le piogge dell’altra notte sono state le più forti degli ultimi 50 anni. È la coda della tempesta Ciaràn, che sta devastando il nord Europa, e secondo gli esperti è amplificata dal cambiamento climatico. Il sindaco di Prato ha invitato i cittadini a non uscire di casa, gli sfollati sono circa 200 in tutta la Toscana. Il governo ha proclamato lo stato di emergenza e stanziato 5 milioni per le urgenze. Il presidente della Regione, Eugenio Giani, in un punto stampa ha detto che “i lavori fatti in questi anni per la messa in sicurezza dei fiumi, a partire dall’Arno, hanno evitato il peggio al capoluogo toscano e in altre realtà”. Sul Fatto di domani metteremo in relazione le devastazioni dell’alluvione con i dati sul consumo di suolo, recentemente pubblicati dall’Ispra, che mostrano che la cementificazione del territorio italiano non si è mai fermata. La perturbazione si è estesa anche in altre Regioni. Si contano i danni anche in Sardegna, Liguria, Friuli e Veneto. Nel weekend il livello di allerta resterà moderato in tutto il nord Italia, perché è attesa una nuova perturbazione.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Il mercato del lavoro è statico. Le variazioni sono dell’ordine dello zero virgola. Il tasso di disoccupazione sale dello 0,1% a 7,4%, secondo gli ultimi dati Istat, mentre il tasso di occupazione è salito dello 0,2%, al 61,7%. Le persone che lavorano sono ora 23 milioni e 656mila, massimo storico, dato non scontato se si considera la fase di stagnazione economica che attraversa il Paese.
Olgettine “sfrattate” dagli eredi Berlusconi. Le ragazze delle “cene eleganti” dovranno lasciare le loro abitazioni in comodato d’uso. Non solo: dopo la dipartita di Silvio, la famiglia ha deciso di sospendere anche il versamento dell’assegno mensile da 2500 euro. Per il capostipite, la casa e lo “stipendio” erano un risarcimento per i danni di immagine subiti dalle ragazza. Per la procura di Milano, invece, si trattava di corruzione. Berlusconi è stato assolto nel primo processo Ruby e nel Ruby Ter. Sul Fatto,it, l’audio esclusivo, datato 2015, tra Silvio e l’olgettina Barbara Guerra.
Saman Abbas, il fratello: “Parlo per dare giustizia a mia sorella”. Ali Haider, in udienza, conferma le accuse alla famiglia di aver ucciso la ragazza, colpevole di voler infrangere l’obbligo del matrimonio combinato. “Sono cresciuto in quella cultura – ha raccontato il ragazzo – da piccolo i miei genitori mi hanno insegnato che non si poteva fare amicizia con le ragazze, era vietato, e per questo ho mandato la foto del bacio di Saman ai miei parenti. In quel momento avevo la loro stessa mentalità, per me era una cosa sbagliata. Ma ora è tutto cambiato”.
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Democrazia turca: Erdogan non condanna Hamas, mentre i giornalisti finiscono in galera
Di Roberta Zunini
Il Sultano non smentisce la sua clamorosa difesa dei terroristi di Hamas, anzi. Per tentare di confermarsi paladino dei diritti dei palestinesi tutti, oggi chiede nuovamente a gran voce il cessate il fuoco a Gaza condannando Israele per genocidio ma non spende neanche una parola per i bambini israeliani ostaggi del movimento estremista islamico che vorrebbe la distruzione dello stato ebraico e l’istituzione di una teocrazia basata sulla legge coranica (sharia) che controlli in modo dittatoriale tutti i Territori palestinesi occupati: dalla Striscia di Gaza alla valle del Giordano (Cisgiordania). Del resto Recep Tayyip Erdogan in questo ultimo decennio ha dimostrato di detestare la democrazia che già vent’anni fa, quando divenne primo ministro definì “un taxi, che si prende quando serve e poi si scende quando si è giunti alla metà”. E così ha fatto, sentendosi impunito e garantito per l’appartenenza della Turchia alla Nato.
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