“Sono cresciuto a pane e politica, e io credo sia una cosa importante la gavetta. Anche perché in politica chi improvvisa dura poco”. Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, dopo la sconfitta elettorale del Pd nel 2022 ha deciso di partire per un’insolita campagna post-elettorale andando a cena di famiglie deluse dalla sinistra italiana per capirne i motivi. Da questi confronti è nato “Pane e politica – per un centrosinistra che torni a vincere” edito da PaperFirst, in edicola e libreria da oggi.
Lei ha incontrato elettori delusi dal centrosinistra. Qual è la cosa che chiedono di più?
Di prendersi cura di loro, di aiutarli a risolvere i problemi.
Perché erano delusi dalla sinistra?
In molti mi hanno detto: gli italiani sono disperati, ogni volta provano qualcosa di diverso se non c’è niente che li convince davvero.
La destra è chiara nel raccontare il mondo che vorrebbe, il Pd meno.
Il Pd deve tornare a essere un partito popolare, che ascolti la gente, soprattutto in periferia. Questo non vuol dire parlare in modo populista, anzi, significa raccontare in modo semplice la complessità del mondo in cui viviamo.
Messaggi di destra: no immigrati, sì all’invio di armi all’Ucraina, dalla parte di Israele senza se e senza ma. Il Pd ha le idee altrettanto chiare?
La risposta a tutte queste domande è il sogno degli Stati Uniti d’Europa: migrazioni e conflitti dimostrano che l’Europa, così come è organizzata, non incide nel nuovo ordine globale. Non possiamo, anche se alleati, delegare tutto agli Usa pensa essere ininfluenti.
A Elly Schlein molti dicono che parla troppo difficile e che su certe posizioni è ambigua per tenere insieme il partito.
Elly Schlein ha davanti una sfida molto articolata, tenere unito il Pd è molto complicato. Se lei si fiderà di chi ha lavorato pancia a terra nei territori, e di chi ama questo partito, i risultati arriveranno.
Il Pd deve camminare a fianco del Movimento 5 stelle?
Assolutamente sì, io credo molto nel percorso con il Movimento 5 stelle e le dirò di più, Renzi ha fatto cadere il governo giallorosso perché ci vedeva una prospettiva politica. Che lui ha voluto interrompere perché ha altre idee.
Nella sua comunità politica, il Pd, cosa ha lasciato Matteo Renzi?
Una grande delusione. Anche a chi, come me, ha cercato di dargli una mano. Penso che lui abbia usato il partito solo per i suoi interessi politici. Infatti poi se ne è andato.
Lei vorrebbe il famoso campo progressista?
Con il Movimento su alcuni temi ci sono differenze enormi, però sono di più le cose che ci uniscono. Io sono per una competizione cooperativa, cosa che avvantaggerebbe entrambi. Se facciamo le cose bene già alle Europee potrebbe esserci un risultato inaspettato.
Giuseppe Conte vuole candidare Tomaso Montanari sindaco di Firenze.
Il Pd a Firenze è molto forte, spesso sopra al 30%: non puoi pensare che un partito così forte nel territorio non abbia classe dirigente per guidare la città di Firenze.
Già una divergenza.
Si chiama competizione cooperativa, appunto. Cooperare con le nostre diversità.