Il Fatto di domani. Ritrovato il cadavere di Giulia Cecchettin, ancora nessuna traccia del presunto assassino. Guerra Israele-Hamas, raid su una scuola a Gaza: decine di morti

18 Novembre 2023

TROVATO IL CORPO DI GIULIA CECCHETTIN. IN UN VIDEO LA VIOLENZA DI FILIPPO TURETTA. Dopo una settimana di ricerche, in tarda mattinata il cadavere della ragazza scomparsa assieme all’ex fidanzato è stato rinvenuto in un canalone nei pressi del lago di Barcis, in provincia di Pordenone. Il riconoscimento è stato reso possibile dagli abiti, gli stessi che Cecchettin indossava al momento della scomparsa, anche se adesso – per un atto dovuto – si procederà all’esame del Dna. Il giovane, sul quale pende un mandato di cattura europeo, è tuttora ricercato. L’accusa di tentato omicidio a questo punto si trasformerà in quella di omicidio. A dare una svolta alle indagini è stato un video, registrato da una telecamera di sorveglianza in una strada isolata nella zona industriale di Fossò, nel veneziano, a pochi chilometri da casa Cecchettin: nelle immagini si vede Turetta che colpisce a mani nude la vittima che prova a scappare, ma viene nuovamente colpita e caricata esanime in auto. In quell’area erano stati ritrovati sangue e ciocche di capelli. Il cellulare del 22enne risulta spento da sabato scorso, quando il giovane ha prelevato da casa l’ex fidanzata, che avrebbe dovuto laurearsi due giorni fa. L’unica attività registrata nei giorni seguenti è quella della messaggistica di Whatsapp, collegata e condivisa sul pc che Turetta aveva in casa e che è stato sequestrato. Un appello affinché l’uomo si costituisca è stato lanciato oggi dal procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi. Immediate le reazioni politiche, con la maggioranza che – tramite la ministra Roccella – promette ancora una volta “azioni decise”. Al 25 ottobre, dall’inizio dell’anno erano state già cento le donne ammazzate nel nostro Paese.


GOVERNO, MELONI PASSA INDENNE IL RATING MA I GUAI SONO IN CASA E PENSA DI METTERE ALL’ANGOLO SALVINI CON UNA CANDIDATURA ALLE EUROPEE. L’Italia ha passato i quattro giudizi di rating indenne. Martedì prossimo arriverà il parere della Commissione europea sulla manovra; intanto per Moody’s “le prospettive di breve termine dell’Italia sono sostenute dall’attuazione del Pnrr ma anche dai recenti miglioramenti del settore bancario. I rischi legati alle forniture energetiche sono diminuiti in parte per il clima buono dello scorso inverno, ma anche per le azioni del governo”. L’agenzia, in ogni caso, invita a ridurre il debito italiano troppo elevato e ammonisce sulle dinamiche del Pnrr. Non è tutto oro quello che luccica. Le banche, secondo diversi analisi, sono in buona salute perchè hanno deciso di non pagare la tassa sugli extraprofitti; e poi, i tagli di spesa sbandierati dal governo, come quello sulle pensioni, aiutano non poco. Giorgia Meloni tira un sospiro di sollievo e si concentra sulle grane dentro la maggioranza, che portano il nome di Salvini. La premier si muove verso una candidatura alle europee che potrebbe essere un segnale per l’alleato di governo che la lavora ai fianchi. L’annuncio potrebbe arrivare alla festa di Atreju. Un successo alle europee di Meloni viene visto come una garanzia anti-ribaltone, molto più efficace della riforma sul premierato: dando una batosta elettorale a Salvini, sarebbe scongiurato ogni assalto alla leadership di Giorgia e ogni tentazione di rimpasto. Sul Fatto di domani leggerete di più sulle manovre della premier in vista dell’appuntamento elettorale di maggio 2024 e sugli extraprofitti, tema che ha visto l’esecutivo piegarsi al volere di Forza Italia, per stessa ammissione del ministero dell’Economia. Una ammissione passata quasi inosservata.


GUERRA ISRAELE-HAMAS, I PARENTI DEGLI OSTAGGI STANANO NETANYAHU A GERUSALEMME: “L’UNICA VITTORIA È LA LORO LIBERAZIONE”. GAZA CITY, RAID SU UNA SCUOLA, DECINE DI MORTI. Sono trascorsi 43 giorni dal raid del 7 ottobre firmato da Hamas, che ha causato 1.200 morti e la cattura di 240 ostaggi. Nella Striscia, l’esercito israeliano colpisce senza sosta e la sua attività si concentra attorno a tre ospedali per la ricerca delle basi dei fondamentalisti islamici e dei covi dove vengono tenuti i prigionieri. Centinaia di persone oggi hanno lasciato il nosocomio al Shifa di Gaza City, incamminandosi a piedi verso sud. Altrettanto tesa è la situazione nell’ospedale al-Ahli e vicino alla struttura medica dell’Indonesiano. Purtroppo, continuano a morire civili; secondo alcune fonti, 26 gazawi hanno perso la vita a Khan Younis, e 50 – secondo fonti palestinesi – sono stati ammazzati dopo che è stata colpita una scuola che serviva da rifugio, a Jabalya. Il tema degli ostaggi resta centrale. Oggi la marcia dei parenti, partiti da Tel Aviv, è giunta a Gerusalemme, contestando il premier Netanyahu: “L’unica foto della vittoria che devi cercare è quella di tutti gli ostaggi che tornano a casa dalle loro famiglie, sani e salvi, il prima possibile”. Al corteo – circa 30mila persone – si è unito Yair Lapid, leader dell’opposizione. Il premier ha fissato una conferenza stampa in serata, assieme al ministro del governo di emergenza nazionale, Benny Gantz e al ministro della Difesa, Yoav Gallant. Rimane molto tesa la situazione in Cisgiordania, dove cinque palestinesi sono stati uccisi, e altri sette feriti, in un’operazione dell’esercito israeliano nel campo profughi di Balata, vicino Nablus. L’agenzia Wafa ritiene che “un drone israeliano ha preso di mira il quartier generale di Fatah”, mentre l’Idf parla di “un nascondiglio usato dai terroristi coinvolti nella preparazione di un imminente attacco a civili e soldati israeliani”. Non sono mancati, anche oggi, gli scambi di colpi al confine con il Libano tra esercito e Hezbollah. Sul Fatto di domani leggerete altri particolari sulla giornata, e sulla posizione dei Paesi Arabi alleati degli Stati Uniti, come la Giordania, che da un lato contribuisce a far arrivare i rifornimenti bellici ad Israele, ma dall’altro mostra sempre più insofferenza per la tattica dello Stato ebraico nella Striscia.


AFGHANISTAN TRA TALEBANI, BANDO DELL’OPPIO E UN MILIONE DI PROFUGHI: IL REPORTAGE DA KABUL. I talebani sono tornati al potere da due anni e sono alle prese con emergenze come quella di un milione e mezzo di profughi ricacciati dal Pakistan in Afghanistan, e riallacciare i rapporti con la comunità internazionale togliendo il bando all’educazione femminile. Come già alla fine degli anni ’90 gli “studenti del Corano” che hanno mantenuto buona parte dell’amministrazione creata dai governi occidentali nel ventennio di “occupazione”, hanno sradicato le colture di oppio ma devono trovare finanziamenti per sostituire il lucroso commercio di droga. Legato a questo c’è anche il lungo canale che stanno scavando nel nord, al confine con le ex repubbliche asiatiche sovietiche per irrigare nuove terre coltivabili. C’è poi lo sfruttamento delle altre ricchezze naturali, come l’immensa miniera di rame non lontano da Kabul sopra la quale sorgono templi buddisti che il regime ha annunciato di voler comunque conservare. Sul giornale di domani potrete leggere il reportage firmato da Stefano Citati.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Calabria, uccisa una medica che rientrava dal proprio turno di notte. Francesca Romeo, 67 anni, è stata ammazzata a colpi di fucile all’alba di oggi, mentre rientrava assieme al marito da un turno di guardia medica a Santa Cristina in Aspromonte, nella città metropolitana di Reggio Calabria. La donna, che sedeva in auto lato passeggero, sarebbe stata il bersaglio dell’agguato commesso, forse, da due persone nascoste nei campi circostanti. Ancora sconosciuto il movente dell’omicidio.

Si sveglia nuda in un ristorante milanese, potrebbe essere stata stuprata. Una donna di 31 anni si è ritrovata nuda, questa mattina, all’interno di un locale chiuso dove ieri sera c’era stata una festa, in zona Corso Sempione. Dopo aver chiamato i soccorsi, è stata trasportata in codice verde alla clinica Mangiagalli, dove è stata sottoposta agli esami medici. I carabinieri indagano per presunta violenza sessuale.

Camionista perde il carico di ponteggi e uccide due giovani: gli era stata ritirata la patente. Rintracciato dai carabinieri nella sua abitazione, non è stato in grado di fornire alcuna spiegazione il camionista di 39 anni, accusato di omicidio stradale e lesioni personali gravissime per l’incidente di ieri sera a Campegine. Il bilancio è di due morti e cinque feriti; a perdere la vita due ventenni, con un terzo coetaneo che si trova ricoverato in gravi condizioni. All’autista, che non si è fermato dopo l’incidente letale, la scorsa estate era stata ritirata la patente per guida in stato di ebrezza. Il carico si è sganciato da un autocarro Iveco e ha travolto l’auto sulla quale viaggiavano le vittime. Le impalcature si sono riversate sulla corsia opposta prima colpendo in modo marginale una Bmw, il cui conducente è rimasto illeso, e poi investendo l’auto con i tre giovani.

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