Il Fatto di domani. Lollobrigida ferma il treno “ad personam”: l’opposizione chiede le dimissioni del ministro. Israele-Hamas, domani lo scambio di prigionieri

Di FQ Extra
22 Novembre 2023

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CASTA SUI BINARI: L’ESCLUSIVA DEL FATTO SOLLEVA UN POLVERONE SU LOLLOBRIGIDA. L’OPPOSIZIONE CHIEDE LE DIMISSIONI. LUI SI GIUSTIFICA: “POTEVANO SCENDERE TUTTI”. Il ministro dell’Agricoltura, e cognato di Giorgia Meloni, Francesco Lollobrigida ieri ha usufruito di una “fermata straordinaria” di un treno alta velocità, in ritardo di 111 minuti a causa di un guasto sulla tratta Roma-Napoli. Non era previsto, ma lui è sceso. Lo scoop di oggi del Fatto Quotidiano ha fatto il giro dei siti e delle tv. Il treno in questione è il Frecciarossa partito ieri da Torino e diretto a Salerno. Lollobrigida è salito a Roma Termini ed era diretto a Napoli Afragola per inaugurare un nuovo parco a Caivano. Ma è sceso a Ciampino (il Frecciarossa era stato trasferito su una linea ordinaria). Al Fatto diverse fonti hanno confermato che quella era una “fermata straordinaria” realizzata ad hoc per le esigenze del ministro. Trenitalia ha spiegato che la fermata alla stazione di Ciampino è stata disposta per consentire alle istituzioni di “far fronte a impegni istituzionali”. Una possibilità prevista dal regolamento delle Ferrovie, hanno spiegato. L’azienda ha aggiunto anche che la fermata ad hoc “non ha comportato ulteriore ritardo per i viaggiatori, né ripercussioni sulla circolazione, né costi aggiuntivi per l’azienda”. Una toppa per provare a sgonfiare il caso, che però nel frattempo ha già sollevato un polverone politico. “Nessuno mi ha evidenziato elementi di criticità o disagi per i passeggeri”, corre a rassicurare Galeazzo Bignami, viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti di Fratelli d’Italia. Il partito di Meloni, in imbarazzo, ha oscurato la notizia dalla rassegna stampa inviata ai suoi eletti in Parlamento. Dall’opposizione il gesto è considerato una prova di tracotanza. Il M5S ha chiesto le dimissioni del ministro e chiede di riferire in Parlamento a Meloni e al ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. Anche Italia Viva si associa alla richiesta le dimissioni. Il Pd accusa Lollobrigida di confondere pubblico e privato. In serata il diretto interessato ha inviato una nota di risposta, negando di aver abusato del suo ruolo e affermando che a Ciampino come lui potevano scendere anche altri passeggeri (la fermata straordinaria “era a disposizione di tutti”). Sul motivo della richiesta dello stop ha detto: “Ho creduto e credo che la mia responsabilità fosse provare a garantire, senza violare alcuna legge, la mia presenza dove era stata richiesta e prevista, dimostrando che lo Stato c’è e non dà buche”.


VIOLENZA SULLE DONNE, DDL ROCCELLA APPROVATO (MA STAMATTINA L’AULA ERA VUOTA). TELEFONATA TRA MELONI E SCHLEIN. OK DALLA GERMANIA ALL’ESTRADIZIONE DI TURETTA. Dal giorno in cui si è scoperto il cadavere di Giulia Cecchettin, nessun politico si è risparmiato: sui social o in tv. Peccato che poi, il giorno dell’esame del ddl Rocella in Senato, l’Aula di Palazzo Madama si sia mostrata semivuota. Ai banchi del governo era seduta stamattina solo la ministra della Famiglia, maggioranza e opposizione praticamente non pervenute. Presenze numerose invece nella tribuna ospiti, grazie a una scolaresca di Colle val d’Elsa. Stamattina si sono sentite al telefono, invece, la premier e la segretaria dem: l’accordo tra le due si è concretizzato in due ordini del giorno presentati dal Pd e approvati da Palazzo Madama che impegnano il governo a mettere in campo ddl che intervengano “sulla prevenzione e sul contrasto della violenza”. Nel pomeriggio l’approvazione all’unanimità del ddl Roccella, che diventa dunque legge. Intanto, sul fronte del femminicidio Cecchettin, la Procura di Naumburg ha confermato che l’estradizione di Filippo Turetta avverrà in pochi giorni, forse già venerdì. E mentre la difesa del ragazzo sta valutando la richiesta di perizia psichiatrica (l’indagato avrebbe ammesso l’omicidio e affermato di aver pensato al suicidio, ma di non averne avuto il coraggio), i pm italiani potrebbero inserire l’aggravante della crudeltà nel capo d’accusa a suo carico. Stamattina il Viminale ha reso noto che dall’inizio dell’anno in Italia sono state uccise 107 donne: di queste, 88 in ambito familiare. Negli ultimi giorni, sono raddoppiate, arrivando a toccare quota 400, le telefonate al 1522, il numero verde anti violenza.


MEZZO GOVERNO A BERLINO PER SIGLARE UN PATTO DI COOPERAZIONE CON LA GERMANIA. “LA CHIMICA TRA MELONI E SCHOLZ” PASSA DALLE FORNITURE MILITARI. Giorgia Meloni oggi era a chilometri di distanza da tutte queste polemiche. A Berlino, dove è atterrata stamattina per incontrare il cancelliere tedesco Olaf Scholz e poi collegarsi con lui in videoconferenza con il Summit virtuale dei leader del G20. Ma il vero obiettivo dell’incontro era il bilaterale tra Italia e Germania, per firmare un’intesa di cooperazione strategica. L’ultima volta che Italia e Germania avevano sottoscritto un impegno comune simile era il 2016, e c’erano Matteo Renzi e Angela Merkel. Tra i temi principali della discussione tra Scholz e Meloni, che secondo i media tedeschi aveva “la chimica giusta” per produrre risultati concreti, c’erano i migranti e la nuova governance europea. Scholz ha detto di guardare con interesse all’accordo tra Italia e Albania. Lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz, oggi a Berlino. Per il cancelliere “dobbiamo trovare una strada per ridurre l’immigrazione irregolare”, per avere vie legali d’immigrazione, bisogna creare “partenariati” con Paesi di origine e di transito. Sullo sfondo, l’eterna questione finanziaria, con le pagelle date ieri dalla Commissione alle manovre di Bilancio, dove l’Italia si è salvata in corner. Ad accompagnare la premier al vertice c’era mezzo governo: il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, dell’Interno Matteo Piantedosi, della Difesa Guido Crosetto, dell’Economia Giancarlo Giorgetti, delle Imprese Adolfo Urso, del Lavoro Maria Calderone, della Ricerca Anna Maria Bernini. Si sottolinea che un capitolo importante dell’intesa riguarda la politica estera e di sicurezza. I giornali tedeschi scrivono che il punto è lo scambio di armamenti: “Leonardo vuole partecipare ai futuri progetti europei, ad esempio nel settore dei veicoli blindati, finora deciso da tedeschi e francesi”, scrive la Faz. Roma vuole ordinare decine di carri armati tedeschi Leopard 2 e spera contemporaneamente che Berlino compri il nuovo modello di elicottero da combattimento di Leonardo. Sul Fatto di domani leggerete la nostra analisi del vertice. Approfondiremo un paradosso economico: l’Italia deve chiedere di essere flessibile a un Paese che ha piazzato spese pubbliche fuori bilancio per centinaia di miliardi.


GUERRA ISRAELE-HAMAS, DOMANI LO SCAMBIO OSTAGGI-PRIGIONIERI. IL MINISTRO COHEN: “PER NOI È SOLO UNA PAUSA, NON UN CESSATE IL FUOCO”. “Il processo del rilascio dei primi ostaggi inizierà domani” dice alla Radio Militare israeliana il ministro degli esteri, Eli Cohen. La tregua dovrebbe partire alle 10 per permettere lo scambio ostaggi-prigionieri intorno a mezzogiorno. Il ministro specifica che Israele non si è impegnato ad un “cessate il fuoco”, bensì ad “una pausa di 4 giorni”. “Il significato del ‘cessate il fuoco’ è che dopo il fuoco non c’è una sua ripresa. Noi parliamo invece di una pausa, in cui scopo è la liberazione di ostaggi. Sono due concetti del tutto diversi. La differenza è enorme”. Per l’agenzia Reuters, questo scambio potrebbe ripetersi anche a fine mese. Dopo 47 giorni di guerra, iniziata con il massacro del 7 ottobre firmato da Hamas che ha causato 1.200 morti e la cattura di 237 ostaggi, la notizia dell’accordo rappresenta comunque un passo avanti. Il Qatar, che è il principale finanziatore di Hamas ma allo stesso tempo ha ottimi rapporti con gli Stati Uniti, si intesta il successo della mediazione. A confermare questo scenario il fatto che il direttore del Mossad, David Barnea, è a Doha per incontrare il premier Al Thani. Entro stasera, gli estremisti islamici informeranno Israele sull’identità dei dieci ostaggi che saranno liberati domani. Gli altri dettagli emersi: durante la pausa dai combattimenti, potranno entrare camion con aiuti umanitari e carburante in tutte le aree della Striscia di Gaza. Hamas conferma che libererà “50 tra donne e minorenni sotto i 19 anni in cambio del rilascio di 150 donne e bambini palestinesi”. Anche sul fronte libanese, dove Hezbollah ha scambiato ogni giorno colpi con l’esercito israeliano, ci dovrebbe essere una pausa, sebbene la milizia sostenuta dall’Iran non ha voce nell’accordo sugli ostaggi. Per l’Unicef la Striscia di Gaza resta il posto più pericoloso per i bambini: più di 5.300 sarebbero stati uccisi dal 7 ottobre. Sul Fatto di domani potrete leggere un focus sul conflitto in Medio Oriente, con altri particolari sulla giornata, una intervista all’ex primo ministro Olmert, e un articolo sull’incontro di Papa Francesco con alcuni familiari degli ostaggi israeliani e una delegazione palestinese.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

La contromanovra del 5S e del Pd. In due inziative separate, il Movimento e i dem hanno presentato stamattina la loro proposta alternativa di legge di bilancio.

Alemanno ai servizi sociali, ma vuole fondare un partito. L’ex sindaco di Roma sconterà i servizi sociali per la condanna a un anno e 10 mesi ricevuta durante il processo Mondo di mezzo. In questi giorni sta lanciando l’iniziativa di un partito sovranista per togliere consensi a Meloni, insieme al comunista Marco Rizzo.

Guerra in Ucraina, Putin: “Pensiamo a come fermare questa tragedia”. Il presidente russo Vladimir Putin, intervenendo on line al vertice del G20, è tornato sulla guerra in Ucraina, ancora in corso, con uno stallo delle posizioni. “Dobbiamo pensare a come fermare questa tragedia” ha detto il capo del Cremlino, tornando però su un tema a lui caro: è stata l’Ucraina, non la Russia, a rifiutarsi di negoziare e a chiudere la strada al dialogo, mentre Mosca si è sempre dimostrata disponibile. A Kiev, naturalmente, la pensano in modo opposto.


OGGI LA NEWSLETTER A PAROLE NOSTRE

Piccola guida per uomini non violenti: chiedetevi se avete mai compiuto una di queste azioni

di Sabrina Provenzani

Non voglio aggiungere nulla di personale alle molte riflessioni sulle ragioni dell’omicidio di Giulia Cecchettin. Ognuna di noi profondamente sente quel massacro, l’ennesimo di una sequenza insopportabile: troppe di noi hanno vissuto relazioni al limite, chiedendosi, a volte senza avere il coraggio di chiedere ad altri, se i comportamenti del nostro compagno fossero segnali allarmanti, se fossimo in pericolo, se lo fosse la nostra amica o vicina di casa. È successo a tante, e non tiene conto del nostro percorso di consapevolezza o della tante scelte di indipendenza economica, professionale o psicologica. Nella febbrile ricerca di risposte le più fortunate incappano in articoli che aiutano a individuare quei campanelli di allarme.

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