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LOLLOBRIGIDA E GLI ALTRI: LA MAGGIORANZA IN FUGA DAGLI SCANDALI. SANTANCHÈ: “207 CASI DI FERMATE STRAORDINARIE, TUTTI MINISTRI?”. Lollobrigida non si dimette, dopo lo scoop del Fatto e le polemiche sulla fermata ad personam. Oggi a difenderlo è la ministra del Turismo Daniela Santanchè, da mesi al centro di polemiche per le inchieste della magistratura sui bilanci Visibilia e Ki Group-Bioera. “Quando il treno si è fermato a Ciampino, hanno aperto le porte e Lollobrigida è sceso con tanti altri passeggeri”, ha dichiarato Santanchè. Peccato che alla stazione di Ciampino – la fermata non prevista – sia sceso solo il ministro con lo staff, per salire a bordo dell’auto blu in direzione Caivano. Ma la senatrice di Fratelli d’Italia ha giustificato il collega: “Nel 2023 risultano 207 fermate straordinarie, sono stati 207 ministri che hanno fatto aprire le porte?”. Alla domanda può rispondere Trenitalia, chiusa nel silenzio. Il Fatto ha chiesto lumi sull’elenco degli episodi, in teoria analoghi a quello del ministro: nessuna risposta. Di sicuro, il ministro dell’Agricoltura ha chiesto al capotreno di poter scendere per assolvere “impegni istituzionali” (l’inaugurazione del parco di Caivano). Al rifiuto del capotreno, la segreteria del ministro avrebbe contattato quella dell’amministratore delegato di Trenitalia, Luigi Corradi. Poi da Rfi è arrivato il via libera alla “fermata Lollobrigida”, a Ciampino. A quanto risulta al Fatto, sarebbero state avviate verifiche interne per stabilire la correttezza delle procedure. Per il braccio destro di Meloni, Giovanbattista Fazzolari, va tutto bene: “Se c’è oltre un’ora di ritardo chiunque può chiedere e ottenere di scendere”. Leggendo le storie dei pendolari pubblicate sul giornale, la realtà appare diversa. Sul Fatto di domani troverete nuovi retroscena, ma tra i ministri in fuga dagli scandali non c’è solo il cognato della premier. Ad esempio Daniela Santanchè: per rifarsi il “trucco” sporcato dai guai con la giustizia, la ministra ha organizzato il mega-evento “Meraviglia, gli Open”: oltre 700 invitati da tutto il mondo sulle rive piemontesi del lago Maggiore. Parteciperà anche Lollobrigida.
FEMMINICIDIO CECCHETTIN: TURETTA DOMANI A VENEZIA, SI AGGIUNGONO ELEMENTI SULLA PREMEDITAZIONE. I NUMERI DELLE DONNE UCCISE E PERCHÉ SONO UN PROBLEMA. Domani mattina Filippo Turetta arriverà in Italia e sarà detenuto nel carcere di Venezia. L’interrogatorio di garanzia non ci sarà prima di lunedì, ha fatto sapere la procura, che nel frattempo ha acquisito agli atti dell’indagine la chiamata al 112 della notte dell’11 novembre da parte del vicino di casa che ha avvisato i carabinieri di una lite in corso, precisando che la macchina si era allontanata. La questione è capire il motivo per cui i Carabinieri non siano intervenuti. Il 22enne è per il momento accusato dell’omicidio volontario aggravato e del sequestro di Giulia Cecchettin. Ma alcuni elementi, come l’acquisto di nastro adesivo qualche giorno prima del femminicidio, i coltelli e le ricerche online, potrebbero portare alla premeditazione. Sul Fatto di domani, oltre alla cronaca, torneremo sulla questione dei numeri dei femminicidi in Europa, per smentire una vulgata che circola molto a destra, secondo cui i numeri italiani non destano particolari allarmi perché più bassi di quelli di altri Paesi Ue. Sempre in capitolo femminicidi, registreremo la decisione della giustizia del Sud Africa di scarcerare (a gennaio) Oscar Pistorius, il campione paraolimpico sudafricano che ha ucciso la fidanzata 10 anni fa. Pistorius ha ottenuto la libertà vigilata condizionale accettando di sottoporsi “a una terapia per la gestione della rabbia, una sulla violenza contro le donne e svolgere servizi sociali”.
MANIFESTAZIONE DEL 25 NOVEMBRE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE: LA QUESTIONE PALESTINESE E L’IMBARAZZO DEL PD. Sarà un sabato di imbarazzo per il Partito democratico. Non solo perché Non una di meno, il movimento transfemminista che da anni organizza la manifestazione del 25 novembre in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne (quest’anno sarà a Roma e Messina), ha già fatto sapere a Elly Schlein che non consentirà passerelle politiche. Ma anche perché la stessa presenza della segretaria dem al corteo di Roma crea una spaccatura dentro il partito. Il problema (politico interno) è la piattaforma della manifestazione, che parla di “genocidio dei palestinesi” da parte di Israele. Termine diffuso a sinistra e tra diversi analisti, ma da cui il Pd si è guardato bene finora, per non attirarsi accuse di presunto “antisemitismo”. Oggi alcune attiviste, sentite dall’agenzia Ansa, hanno risposto così alla domanda se accetteranno in piazza donne israeliane: “La nostra piazza è apolitica e aperta a tutte e a tutti quelli che lottano con noi contro il patriarcato e la violenza di genere. Siamo contro il genocidio di uno Stato colonialista nei confronti di Gaza, dei palestinesi, non contro le donne israeliane”. Nel frattempo i dem provano a spostare il fuoco della polemica politica altrove, chiedendo alla Rai di organizzare una diretta tv del corteo di Roma. Richiesta ovviamente velleitaria. Giorgia Meloni ha ribadito il suo impegno contro la violenza sulle donne, anche se la sua presenza al corteo di domani è fuori discussione.
GUERRA IN MEDIO ORIENTE, HAMAS LIBERA 25 OSTAGGI (13 ISRAELIANI). TEL AVIV RILASCIA 39 DETENUTI. IL PRESIDENTE EGIZIANO AL SISI: “SIAMO PRONTI PER UNO STATO PALESTINESE SMILITARIZZATO”. La pausa dai combattimenti, la prima in 49 giorni, dopo il massacro firmato da Hamas il 7 ottobre con 1.200 vittime e 237 ostaggi, porta ad un risultato positivo: 13 israeliani che erano nelle mani dei fondamentalisti sono stati affidati alla Croce Rossa al valico di Nitzana, in Egitto. Oggi Hamas ha consegnato anche 12 thailandesi. Di contro, Israele ha liberato 39 prigionieri, anche se non sono mancate le tensioni: l’esercito ha sparato gas lacrimogeni per disperdere una folla che si era radunata davanti alla prigione di Ofer, vicino a Ramallah, in Cisgiordania, prima del rilascio dei detenuti: 24 donne e 15 uomini. La breve tregua di quattro giorni sta spingendo gli sfollati a dirigersi a nord, che è stato l’epicentro dei combattimenti. Tuttavia, i jet israeliani hanno lanciato volantini per avvertire la popolazione di non mettersi in viaggio: “La guerra non è ancora finita, tornare al nord è proibito e molto pericoloso!”. La giornata è stata caratterizzata anche da un incidente diplomatico: il premier israeliano Netanyahu ha accusato i primi ministri di Spagna e Belgio, Pedro Sanchez e Alexander De Croo, di “sostegno al terrorismo” per non aver condannato i crimini commessi da Hamas durante la loro visita in Medio Oriente. Sul Fatto di domani leggerete altri particolari, e un articolo sugli orientamenti per il futuro della Striscia. Il presidente egiziano al-Sisi ha auspicato oggi la creazione di uno Stato palestinese demilitarizzato con le garanzie della Nato e delle forze arabe: “Il processo politico per la soluzione dei due Stati si è esaurito in oltre 30 anni senza ottenere molto. Ci sono stati cinque cicli di guerre e scontri in cui sono stati uccisi 27.000 israeliani, e per tutto il tempo non c’è stato alcun orizzonte politico per la questione palestinese. Siamo pronti ad avere uno Stato smilitarizzato”.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Sciopero Cgil-Uil, migliaia in piazza. Mobilitazione del 27 novembre: Salvini precetta ancora. Il secondo atto dello sciopero generale – iniziato lo scorso venerdì – è andato in scena nel nord Italia. Almeno ottomila persone in piazza a Torino, insieme al segretario Cgil Maurizio Landini. Diverse migliaia a Genova e circa 15mila a Bologna. La mobilitazione contro la Manovra del governo ha interessato i lavoratori del trasporto e del comparto pubblico, inclusa scuola e sanità. L’astensione dal lavoro ha riguardato anche il settore aereo con l’adesione di Flai, Usb e Cub. Ita ha comunicato la cancellazioni di 42 voli nazionali. Salvini intanto ha firmato la lettera di precettazione per ridurre lo sciopero dei trasporti indetto lunedì 27 novembre dai sindacati di base: dalle annunciate 24 ore a quattro, dalle ore 9 alle ore 13.
Amazon e Black Friday, sciopero dei dipendenti in tutta Europa. Nel giorno dei grandi acquisti per gli sconti del “venerdì nero”, i lavoratori del colosso dell’e-commerce si mobilitano in 30 Paesi. In Italia, nel sito di Castelsangiovanni vicino a Piacenza, secondo la Filcams Cgil l’adesione è stata molto alta.
L’olgettina Alessandra Sorcinelli pubblica l’audio con Berlusconi: “Dopo i processi, le case diventano vostre”. Dopo Barbara Guerra, anche Alessandra Sorcinelli (imputata e assolta nel processo Ruby Ter) rivendica diritti sull’immobile che gli era stato concesso da Silvio Berlusconi. Su Instagram, pubblica 5 post con l’audio di una telefonata. Silvio parla di un contratto di comodato che “è la consegna definitiva a voi delle case, che diventano di vostra proprietà appena possiamo”, ovvero “alla fine dei processi”.
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Duntsova, la nemesi di Putin che vuole sfidare lo zar alle elezioni di marzo
di Michela A. G. Iaccarino
Le elezioni, previste per il prossimo marzo, ovviamente non le vincerà. Lo sanno i russi, lo sa il Cremlino e lo sa anche lei, Ekaterina Duntsova, la prima a candidata della Federazione ad annunciare la sua corsa alle presidenziali del 2024. La 40enne di Tver non si concede il lusso delle illusioni, ma quello delle speranze: “Ho la speranza che la Russia possa essere cambiata democraticamente. Sono sicura che vale la pena provare, siamo tanti e qualsiasi tentativo è migliore di nessun tentativo”. Certo teme ripercussioni: “Come ogni persona normale, ho paura”, “la vita dei russi comuni è difficilissima”, “i cittadini non possono esprimere le loro opinioni se non coincidono con le posizioni delle autorità”.
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