Andrà in onda domani sera su Report “una corposa anticipazione” dell’inchiesta su Maurizio Gasparri, che sarà trasmessa integralmente domenica 3 dicembre. Il senatore forzista (fino a 3 giorni fa vicepresidente del Senato e ora passato a capogruppo azzurro anche per non coinvolgere l’istituzione di Palazzo Madama nelle sue vicende) al momento della sua rielezione, nel settembre 2022, ha tenuto nascosto l’incarico di presidente di Cyberealm, società di cybersecurity con sede a Milano, che opera direttamente e indirettamente con enti della PA e con lo Stato italiano. Come racconta il quotidiano La Notizia, Gasparri non l’ha dichiarato, cosa che potrebbe farlo decadere da senatore, visto che i parlamentari sono obbligati a rivelare tutti i loro incarichi, al fine di evitare possibili conflitti d’interessi. Che in questo caso esistono eccome, dato che il forzista, oltre che in Vigilanza Rai, siede in commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama e si occupa proprio dei temi relativi alla sicurezza digitale e attacchi informatici.
Ma a questo punto si potrebbero prestare a diverse interpretazioni pure le parole pronunciate da Gasparri in sede di dichiarazione di voto sulla legge che istituì l’Agenzia per la cybersecurity, il 3 agosto 2021, voluta dal governo Draghi. “Riteniamo che oggi la difesa delle frontiere digitali sia importante tanto quanto quella delle frontiere fisiche”, affermava quel pomeriggio in Aula, in dichiarazione di voto nonostante non fosse capogruppo di Forza Italia. Si era nei giorni in cui un attacco hacker metteva ko l’intera macchina della Regione Lazio.
In ballo c’erano anche i soldi che il Pnrr avrebbe destinato alla messa in sicurezza informatica del Paese. “Un’occasione da non perdere, perché il Pnrr investe anche nella sicurezza tecnologica, nella modernizzazione delle reti e quindi anche nella cybersecurity. Dobbiamo metterci in scia, utilizzare questi fondi e rendere il Paese più sicuro”, aggiungeva Gasparri che, secondo Report, già allora era presidente di Cyberealm. La legge vide il via libera di tutti i partiti, tranne Fdi che, allora all’opposizione, si astenne. Nell’inchiesta di Report si cita anche un episodio specifico in cui la Cyberealm ha avuto un incontro con l’Autorità delle Dogane per la vendita di un software di analisi dei dati, appuntamento che sarebbe stato sollecitato dal senatore forzista. Altro che “non c’è nessuna incompatibilità”, come ha dichiarato ieri Gasparri al Giornale. Tra l’altro la società presieduta da Gasparri – mentre l’ad è Leone Ouzana, domiciliato a Tel Aviv – opera con agenti dei servizi israeliani e ora è operativa in attività sensibili nel conflitto israelo-palestinese.
Gasparri è a conoscenza dell’inchiesta di Ranucci da fine settembre, ecco spiegato il tentativo di delegittimare Report, culminato con l’audizione del giornalista in Vigilanza, il 7 novembre. Domani, dunque, la prima puntata. Smentita invece la partecipazione di Gasparri martedì nel programma di Bianca Berlinguer. “Il senatore da tempo ci chiede di venire in trasmissione, ma martedì non è previsto”, dicono da Rete 4.
Gasparri, il lobbista della cybersicurezza
Omissioni - Non dichiarò l’incarico, rischia la decadenza