La Cop28 rinuncia al clima e punta al nucleare. E per Meloni viene prima l’economia. Gasparri, quanto vale la cybersicurezza

Di Fatto Quotidiano
2 Dicembre 2023

LA COP28 RINUNCIA AL CLIMA E PUNTA AL NUCLEARE. Doveva essere l’ultima Cop utile per cercare di invertire la crisi climatica, ma il summit di Dubai sta prendendo un’altra piega: una ventina di Paesi tra cui Usa, Francia ed Emirati Arabi Uniti hanno chiesto, in una dichiarazione congiunta, di triplicare le capacità energetiche nucleari nel mondo entro il 2050, rispetto al 2020, per ridurre la dipendenza dal carbone e dal gas. L’annuncio è stato fatto da John Kerry, inviato americano per il clima, insieme a diversi leader tra cui il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro belga Alexander de Croo (Paese che ha lanciato un incontro mondiale per il prossimo anno proprio per rilanciare l’atomo). E anche per Giorgia Meloni viene prima l’economia: “L’Italia sta facendo la sua parte nel processo di decarbonizzazione in modo pragmatico con un approccio libero da radicalismo: se vogliamo essere efficaci” serve “una sostenibilità ambientale che non comprometta la sfera economica”. E le parole di Papa Francesco sono le uniche a mettere il dito nella piaga: “Il clima impazzito è il risultato di fame di profitto e deliri d’onnipotenza. Basta con le armi, investite i soldi nell’ambiente”. Sul giornale di domani vedremo quanto sia irrealizzabile (referendum in cui gli italiani dissero no e opportunità di farlo a parte) nel breve periodo.


GASPARRI, QUANTO VALE IL BUSINESS DELLA CYBERSICUREZZA. Del caso Gasparri e la sua attività sulla cybersicurezza ne parliamo da giorni, assieme a Report. Caso costato il posto all’ex vicepresidente del Senato, declassato come capogruppo. Il suo ruolo di presidente della società Cyberealm che si occupa di sicurezza informatica, con delega tra l’altro ai “rapporti istituzionali” che poi vuol dire lobby, crea imbarazzo perfino ai suoi colleghi di governo. E specialmente i contatti per favorire lo scorso luglio l’appuntamento all’Agenzia delle Dogane per i due rappresentanti di una società partecipata che proponeva l’acquisto di un software per la catalogazione delle merci, affare poi non concluso. Uno dei due si chiama Arik Ben Haim ed è legato agli apparati di sicurezza israeliani. Sul Fatto di domani anticiperemo la nuova inchiesta del programma di Rai3 Report. Ma vedremo anche quanto vale il mercato della cybersicurezza in Italia, un mercato in netta espansione.


IL DECANO DEL GIORNALIMO USA, HERSH: “TRATTATIVE DI PACE IN CORSO TRA KIEV E MOSCA”. Il fronte Russo-Ucraino registra una novità. Dopo giorni in cui lo stallo nei combattimenti sta provocando più di una riflessione negli Usa, il decano del giornalismo Usa, Seymour Hersh, scrive sulla piattaforma Substack, che Russia e Ucraina stanno conducendo negoziati di pace segreti lungo la linea Gerasimov-Zaluzhny, nonostante le obiezioni di Zelensky e della Casa Bianca. Il giornalista cita funzionari americani anonimi: “Si sta discutendo la questione della possibile fissazione dei confini lungo l’attuale linea del fronte con il mantenimento della Crimea e dei territori liberati delle regioni Dpr, Lpr, Kherson e Zaporozhye per la Federazione Russa; in cambio, si sta valutando l’opzione secondo cui Kiev potrebbe aderire alla NATO, ma con l’impegno che l’alleanza non stanzierà lì truppe o armi offensive”. Una svolta – se confermata – che segue l’intervento del britannico Economist, secondo cui “per la prima volta da quando Vladimir Putin ha invaso l’Ucraina il 24 febbraio 2022, sembra che possa vincere”. Sul Fatto di domani le novità dai due fronti aperti.


A GAZA SI SPARA. ISRAELE STOPPA I NEGOZIATI. Sono ripresi a pieno ritmo i combattimenti a Gaza, in particolare nella zona sud della Striscia. Combattimenti che, al secondo giorno dopo la tregua, hanno già provocato, secondo Hamas, 300 vittime. Mentre sul fronte diplomatico la situazione è tornata immobile: “Alla luce del punto morto in cui sono giunte le trattative, dietro istruzione del premier Benyamin Netanyahu, il capo del Mossad David Barnea ha ordinato al suo staff di rientrare da Doha”: afferma Tel Aviv. “L’organizzazione terroristica Hamas – prosegue il comunicato – non ha realizzato la propria parte dell’accordo, che includeva la liberazione di donne e bambini secondo una lista inoltrata a Hamas, e approvata da quella organizzazione”. E questo nonostante le pressioni americane: secondo il Washington Post gli Stati Uniti, durante la tregua nei combattimenti a Gaza, hanno fatto pressione su Israele per un cambio di strategia. Intanto 50 camion di aiuti sono stati fatti entrare e il presidente turco Erdogan si dice pronto ad accogliere i terroristi di Hamas in fuga. Sul giornale di domani tutti gli approfondimenti.La Cop28 rinuncia al clima e punta al nucleare. E per Meloni viene prima l’economia. Gasparri, quanto vale la cybersicurezza

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