I prossimi mesi diranno se davvero è cambiato l’atteggiamento del Pd sulla guerra in Ucraina, ma di certo le parole con cui oggi molti dirigenti parlano di pace stridono con quanto accadeva fino a qualche mese fa, quando illustri esponenti dem criminalizzavano legittime posizioni di critica alla Nato. Fermo restando che il Pd ha votato non solo per l’invio di armi a Kiev per il 2022 e per il 2023, ma anche l’Asap, il sistema europeo che consente agli Stati di usare fondi destinati al sociale per comprare munizioni da destinare all’Ucraina. Ecco un incompleto amarcord.
Innaro. Il 27 febbraio 2022 Marc Innaro, corrispondente Rai da Mosca, si permette di illustrare l’allargamento della Nato in Europa e poi, qualche giorno dopo, si macchia di un servizio ritenuto troppo filorusso. Il Pd insorge. Andrea Romano chiede la testa di Innaro, dandogli del propagandista di Putin: “Cara Rai, per rilanciare la propaganda di Putin basta e avanza la Tass. Occorre prendere provvedimenti. La Rai eviti di dare spazio a falsità palesi e interpretazioni compiacenti verso i crimini di Putin. Attiveremo anche la Vigilanza”.
Il sostrato. Il 23 marzo 2022, Enrico Letta protesta perché l’opinione pubblica e buona parte del Parlamento ammiccano al Cremlino: “Esiste nel nostro Paese un sostrato di antiamericanismo, antieuropeismo e filoputinismo che ha un consenso trasversale”.
Barbero e stone Il 29 giugno 2022 due parlamentari Pd (Romano e Lia Quartapelle) e uno di +Europa (Riccardo Magi) portano alla Camera il rapporto “Disinformazione o pluralismo?”, stilato da due ong. Quartapelle e Magi non si presentano (poi si dissoceranno dai contenuti del report), Romano sì. È l’ennesima lista di proscrizione: c’è Innaro, accusato di “riportare le narrazioni ufficiali del governo russo senza metterle in dubbio”; ci sono Corrado Augias e Alessandro Barbero, “voci colte e interessanti” ma la cui analisi “rischia di prestarsi alla propaganda del Cremlino”, ci sono Alessandro Orsini e Donatella Di Cesare e ci finisce dentro persino Oliver Stone. Il Pd in una nota commenta: “La narrazione del Cremlino, a volte esplicita e grossolana, è spesso veicolata in Italia tramite semplificazioni, mancanze di contraddittorio e accettazione della propaganda russa”.
M5S ambiguo. Il 12 ottobre 2022 Piero Fassino commenta l’imminente piazza per la pace a cui partecipa il M5S: La manifestazione è ambigua, perché si fa intendere che Ucraina e Russia abbiano lo stesse responsabilità. Non si possono avanzare proposte che, al di là delle buone intenzioni, di fatto legittimano l’occupazione russa. Proporre un tavolo di negoziato a cui i russi andranno semplicemente per confermare l’annessione del Donbass non sarà mai accettato dagli ucraini”.
Niet a Orsini. Dopo aver contribuito a stracciare il suo contratto in Rai, il 28 luglio 2023 il Pd in Veneto se la prende con Orsini, chiamato a fare una lezione in una sala della Regione. I dem boicottano l’appuntamento: “È uno schiaffo alla Regione”.