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L’accordo tra Roma e Tirana sui migranti avrà bisogno di personale, tanto che il ddl di ratifica del trattato, approvato ieri in Cdm, prevede assunzioni in tutti i ministeri coinvolti, dalla Giustizia alla Salute.
E se in Italia la Pubblica amministrazione è sotto organico e le pratiche si accumulano, comprese quelle delle richieste d’asilo degli stranieri, per l’accordo con l’Albania il governo sblocca addirittura i concorsi pubblici. Tutto pur di far funzionare i due centri di Shengjin e Gjader dove Meloni vuole sottoporre i richiedenti asilo alle procedure di frontiera. Per farcela il Viminale dovrà istituire con decreto “fino a 5 apposite Sezioni della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Roma”, si legge nel ddl. Ancora, all’articolo 5, è prevista l’assunzione a tempo indeterminato di 45 unità nell’area dei funzionari del ministero, “mediante procedure concorsuali pubbliche o lo scorrimento delle vigenti graduatorie”.
Che c’è di male? Allo sciopero generale dello scorso 17 novembre avevano aderito anche i lavoratori del ministero dell’Interno impiegati nelle Commissioni territoriali per la valutazione delle richieste d’asilo dei migranti. Convocati a Roma dalla Funzione pubblica Cgil, hanno protestato per le carenze nell’organico e i carichi di lavoro insostenibili, a fronte di un arretrato che ammonta a 85 mila pratiche. Funzionari di alto livello, assunti in 400 tra il 2018 e il 2019 e oggi dimezzati, alle prese con compiti amministrativi perché manca anche il personale ausiliario e di segreteria. “Non si vogliono fare nuove assunzioni e al Viminale di concorsi non si parla”, avevano spiegato al Fatto alla vigilia della mobilitazione. Un mese dopo si trovano di fronte le assunzioni che il ministero è pronto a fare grazie all’accordo con l’Albania. “Avevamo chiesto di rimpolpare gli organici e rilanciare le commissioni e invece si tratta di personale che metteremmo a disposizione della sola operazione in Albania”, è l’amaro commento di Florindo Oliverio, segretario nazionale Fp Cgil. “Il presidente della Commissione nazionale promise di rappresentare le istanze al ministro Piantedosi: se questa è la risposta, non ci siamo proprio”.
In Italia alcune sezioni delle Commissioni territoriali sono state chiuse con Matteo Salvini al Viminale. Così, sulle nuove procedure di frontiera il giudizio dei funzionari è netto: “Il lavoro è rallentato, altro che procedure accelerate”. Ma anche in Albania non è detto riesca il miracolo. Il Viminale potrebbe decidere di scorrere le graduatorie del concorsone interministeriale per funzionari ordinari. Così, al posto di quelle altamente qualificate presenti oggi, nelle nuove Sezioni finirebbero figure che di protezione internazionale sanno poco o nulla, col rischio di ricorsi o, peggio, di finire alla Cedu.
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