Ottocentomila euro di plusvalenza tondi tondi, in 13 mesi, senza muovere un dito. Un gran colpo di fortuna quello che tra il 2019 e il 2020 è capitato per le mani all’europarlamentare leghista Angelo Ciocca e della sua famiglia. La storia è tutta raccontata in due atti notarili e nei verbali di alcune sedute del consiglio comunale di San Genesio ed Uniti, il comune pavese dove Ciocca è stato assessore ai Lavori pubblici per nove anni e recentemente squassato dal’inchiesta sull’Asm Pavia che ha portato agli arresti domiciliari, tra gli altri, la responsabile dell’ufficio tecnico comunale Nausica Donato e il socio di Ciocca nella Civiling Lab, Gianluca Di Bartolo.
Al centro dell’indagine appalti e affidamenti diretti che, secondo la procura di Pavia, sarebbero stati “irregolari” e sostanzialmente “in famiglia” con un potenziale impatto anche sulla qualità dei lavori, tanto da convincere il giudice a sequestrare l’asilo e la scuola elementare. E anche questa è una vicenda “in famiglia”, ma estranea a quella inchiesta in cui, è bene ricordarlo, l’europarlamentare della Lega è nominato più volte ma non è indagato.
Questa storia inizia il 30 settembre 2019, giorno in cui la madre di Ciocca, Giovanna Fracassi, si presenta davanti a un notaio per acquistare alcuni terreni a San Genesio. Lo fa come amministratrice unica della Du Port srl, di cui Ciocca è socio al 20%. La stessa quota è detenuta dallo studio di famiglia STC, mentre la madre detiene il 30% come anche il padre Ferdinando Ciocca. La Du Port, che ha come oggetto sociale la “lottizzazione, realizzazione di opere di urbanizzazione e commercializzazione” di terreni, versa 200 mila euro al proprietario e mette in portafoglio gli appezzamenti, proprio di fronte agli studi della stessa STC.
A vederlo con le lenti della storia, un affare niente male. Perché passano sette mesi e il Comune di San Genesio ed Uniti, guidato dal leghista Cristiano Migliavacca, avvia la “variante 2” al piano di governo del territorio: a esserne interessati sono proprio quei terreni che, al momento dell’acquisto da parte di Du Port, hanno destinazione d’uso agricola. Il 7 maggio 2020 arriva la prima deliberazione della giunta, che nomina responsabile unica del procedimento Nausica Donato, ora al centro dell’inchiesta insieme al socio di Ciocca. La procedura per la nuova destinazione d’uso è spedita. In poche settimane arriva il via libera tecnico perché si trasformino in “produttivo-artigianale” e “commerciale” e il 6 luglio il Consiglio comunale adotta la variante.
C’è un consigliere, Agatino Giovanni Cantarella, che manifesta il suo “disappunto” per la “brevità del termine concesso ai consiglieri per l’esame”, sottolineando che non sarebbe stato possibile “votare serenamente”. Tutto inutile. L’assise approva e il sindaco Migliavacca precisa che si tratta soltanto di una “modifica tecnica” che permetterà di “realizzare medie distribuzioni di vendita, con dei paletti”. E diciotto giorni dopo, pur mancando il via libera definitivo, la Du Port sembra aver già trovato un acquirente: la Green Market srl di Pieve Porto Mortone che versa un sostanzioso acconto alla società dei Ciocca.
L’acquisto sarà perfezionato ad ottobre, quasi in contemporanea con l’approvazione definitiva della “variante 2” da parte del Consiglio comunale. L’ok nell’assise di San Genesio e Uniti arriva il 6 ottobre: quegli appezzamenti incolti hanno definitivamente un’altra destinazione d’uso. Due giorni più tardi, la madre di Ciocca torna dal notaio per completare la vendita. La Green Market rileva gli spazi acquistati dalla Du Port nel settembre 2019. Il prezzo? Ora che hanno cambiato destinazione d’uso ed è possibile costruirci, fanno 1 milione di euro più Iva. La Du Port dei Ciocca porta a casa 800 mila euro tondi tondi di plusvalenza in tredici mesi. Un gran bel colpo di fortuna. Un anno più tardi, su quei terreni, la società Green Market inaugurerà un supermercato MD, marchio a cui è affiliata. Con un ospite d’eccezione all’inaugurazione: l’europarlamentare Angelo Ciocca. Contattato da Il Fatto, l’esponente leghista ha risposto che l’operazione è stata fatta “tutta alla luce del sole e senza illeciti”.
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