Egregia Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, egregio Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani
Condanniamo inequivocabilmente le atrocità commesse da parte di gruppi armati palestinesi e il rapimento di cittadini israeliani e di altri paesi, poi condotti come ostaggi nella Striscia di Gaza il 7 ottobre scorso.
Gli attacchi hanno scioccato il mondo e tutti gli ostaggi devono essere rilasciati immediatamente e senza condizioni.
Al tempo stesso, la risposta da parte del governo israeliano – l’assedio totale e il massiccio bombardamento militare – sta causando una catastrofe umanitaria.
Gaza ha un’estensione di 365 km quadrati, un quarto di quella del Comune di Roma, con circa 2,3 milioni di persone che ci vivono intrappolate e circa 1,9 milioni costrette a lasciare le proprie case. Nessun luogo è sicuro con gli attacchi aerei che piovono dal cielo, giorno e notte.
Dei circa 2,3 milioni di persone che abitualmente ci vivevano in condizioni simili a una prigionia, circa 1,9 milioni sono state costrette a lasciare le proprie case.
A due mesi dalla escalation di violenza, sono più di 15.500 i morti, di cui più di 6.300 bambini e 4.200 donne, il 70% delle vittime. Almeno 41.000 i feriti. Inoltre migliaia di persone, tra cui circa la metà bambini, risultano disperse e potrebbero essere intrappolate o morte sotto le macerie.
Cibo, acqua, carburante e assistenza medica entrano con il contagocce: i camion che hanno passato il valico di Rafah con l’Egitto dal 21 ottobre ammontano a circa un decimo della media giornaliera pre-crisi.
La pausa umanitaria temporanea, conclusasi il 1° dicembre, ha permesso ai nostri colleghi a Gaza di ampliare la risposta umanitaria, ma non è stata sufficiente per rispondere in modo adeguato agli enormi bisogni della popolazione civile. Con la ripresa dei combattimenti, gli operatori umanitari sul campo non possono più lavorare in sicurezza. Il perdurare dei bombardamenti rende impossibile ogni operazione di soccorso. I medici hanno operato al buio e senza anestesia, fino a quando gli ospedali hanno potuto funzionare. Le persone bevono acqua di mare. Le acque reflue scorrono nelle strade. Il rischio di epidemie a causa di malattie legate all’acqua non potabile è fortissimo e potrebbe rivelarsi devastante per la popolazione, già stremata da due mesi di guerra e da condizioni di severa deprivazione.
Anche le guerre hanno delle regole e vincolano tutte le parti. È illegale prendere di mira i civili. È illegale negare cibo e acqua ai civili. È illegale prendere di mira ospedali, scuole e strutture civili. Il governo italiano ha il dovere di promuovere e chiedere il rispetto del Diritto internazionale umanitario a tutte le parti coinvolte nel conflitto.
Insieme a oltre un milione di persone che, in Italia e nel mondo, hanno già firmato la nostra petizione, vi invitiamo a sostenere con determinazione un cessate il fuoco permanente, indispensabile per organizzare una risposta umanitaria coordinata ed adeguata ai bisogni della popolazione civile, la ripresa delle trattative per la liberazione di tutti gli ostaggi, il pieno accesso agli aiuti umanitari e alle cure mediche.
Presidente Meloni, ministro Tajani, in questo conflitto l’inazione e il silenzio costano moltissime vite, ogni ora segna un fallimento della comunità internazionale.
Action Aid
Amnesty International Italia
Azione contro la Fame Italia
Medici Senza Frontiere (MSF)
Oxfam Italia
SOS Villaggi dei Bambini
Save the Children Italia
Terre des Hommes Italia
VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo
WeWorld
CINI
AOI