C’è un gustoso siparietto stasera a Report con l’ex maresciallo Domenico Leggiero, in prima linea sull’uranio impoverito e oggi molto vicino a Roberto Vannacci come anche al “ribelle” della destra sociale, Gianni Alemanno. Racconta di essere andato dal ministro Crosetto a parlargli del generale che voleva fare politica, molto prima che uscisse il libro Il mondo al contrario per cui Vannacci è ora sotto inchiesta disciplinare. E di avergli proposto la candidatura dell’ufficiale dei parà: “Mi permisi di andare a parlare con Crosetto illustrandogli i contenuti dell’esposto che fece Vannacci (sull’uranio, ndr) e parlandogli anche di questa idea del libro che stava facendo per ottenere qualche soldo per fare la campagna elettorale, e perché no? in Fratelli d’Italia che poteva essere un riferimento e la casa naturale di Vannacci”.
Crosetto, secondo Leggiero, non chiuse la porta: “Le parole furono ‘una candidatura non si nega a nessuno, ma un personaggio di questa levatura può essere molto importante per il partito’”, avrebbe detto il ministro. Lo stesso ministro che ora dà via libera all’inchiesta disciplinare contro Vannacci, ma soprattutto ha fatto in modo di non farlo avvicinare a FdI, costringendolo a puntare sulla Lega come risulta stia avvenendo, o su Alemanno. Anzi Report riferisce anche le voci, di cui il Fatto ha già scritto, di un accordo in discussione tra Vannacci e Salvini con tanto di penale di “2-300 mila euro” a carico della Lega o del suo leader in caso di mancata candidatura del generale come capolista alle Europee 2024, accordo peraltro smentito dall’ufficiale scrittore.
Crosetto non ha lo stesso ricordo di questo incontro del 23 gennaio scorso, in cui Leggiero accompagnava un noto ex militare ed ex parlamentare. “Se avessimo parlato di Vannacci prima che uscisse libro e se io avessi risposto se è bravo vedremo, non ci sarebbe nulla di male – dice il ministro –. Ma non ne abbiamo parlato. Abbiamo parlato solo di alloggi”, cioè degli immobili della Difesa. Vannacci, a quel tempo, per Crosetto non era ancora quello delle “farneticazioni”, per dirla con la parola che il ministro dedicò alle tesi del generale sui gay, gli stranieri, le femministe e le altre “minoranze” che non piacciono alla destra, anche di governo.