Le organizzazioni turche per i diritti umani stanno cercando, più di prima, di sottolineare che i tribunali osservano la regola dell’obbedienza alla presidenza della Repubblica. Ciò significa la fine dell’indipendenza dei poteri dello Stato a favore della supremazia dell’esecutivo con a capo Recep Tayyip Erdogan. Il presidente turco mentre accusa Israele di essere “uno stato terrorista” agisce in casa come un autocrate, se non un dittatore.
Che costringe i giudici a tenere incarcerati per anni cittadini innocenti solo perché oppositori politici. Uno dei casi più eclatanti, su cui bisogna insistere è quello del filantropo Osman Kavala. Questa settimana Nacho Sánchez Amor, relatore per la Turchia al Parlamento europeo (Pe), gli ha fatto visita in cella dove si trova da ben 2.228 giorni con una condanna all’ergastolo aggravato nel processo sulla rivolta popolare di Gezi park del 2013. nella prigione di Marmara a Silivri. Sánchez Amor è il primo deputato del Parlamento europeo a cui è stato concesso il permesso di incontrare Kavala e dopo aver ringraziato il Ministero degli Esteri per questa decisione, ha esortato la Turchia ad attuare pienamente le decisioni della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) riguardo a Osman Kavala, affermando: “Invito il Paese ad aderire ai suoi obblighi internazionali come il modo più agevole per riconquistare il pieno potenziale delle nostre connessioni”. Il relatore dopo l’ incontro ha descritto Kavala come “un individuo davvero straordinario”.
In una dichiarazione scritta riguardante la visita, ha poi osservato: “La decisione del governo turco di consentire questa visita è un passo significativo nella giusta direzione. Speriamo che questa apertura segnali l’inizio di una nuova era nel rapporto Ue-Turchia nel contesto della recente comunicazione congiunta della Commissione e del Vicepresidente dell’Alto Rappresentante. Verranno per questo adottate ulteriori misure per affrontare lo Stato di diritto e la situazione dei diritti fondamentali nel Paese”.
Sánchez Amor ha poi continuato con queste parole: “L’incontro personale con Osman Kavala è stato per me profondamente toccante. Nonostante le chiare decisioni della Corte europea dei diritti dell’uomo e i numerosi appelli del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, è detenuto in carcere da oltre sei anni senza alcuna giustificazione legale. Gli ho espresso la solidarietà del Parlamento europeo e la nostra determinazione a continuare a chiedere la sua liberazione.
Ancora una volta, invito le autorità turche ad attuare pienamente le decisioni della Corte europea dei diritti dell’uomo su Osman Kavala e altri casi correlati e ad aderire agli obblighi internazionali del Paese come il modo migliore per riconquistare il pieno potenziale delle nostre relazioni. ”
In precedenza, il 13 gennaio 2023, anche i relatori turchi dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Pace), il parlamentare britannico John Howell e il parlamentare lettone Boriss Cilevics, avevano visitato Kavala. Nella loro successiva dichiarazione scritta, avevano sottolineato: “La nostra opportunità di incontrare il signor Kavala, detenuto in carcere dal 2017 nonostante due decisioni della CEDU, è un significativo passo avanti nel dialogo tra il Consiglio d’Europa e le autorità turche .”
E ora attendiamo le richieste di Erdogan in cambio di questa “gentil concessione”. Ma potremo anche non saperlo a lungo perchè il suo tentativo di riavvicinarsi all’Europa in questo delicato frangente geopolitico nasconde molto probabilmente qualcosa di losco .