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GOVERNO CONTRO REPORT, LOLLOBRIGIDA: “ABBIAMO UN NEMICO IN CASA”. L’ALLERGIA DELLE DESTRE PER I POTERI DI CONTROLLO. Report fa il pieno di ascolti su Rai 3 con l’inchiesta su Sgarbi e l’agroalimentare. Ma il governo, invece di applaudire, intimidisce il conduttore Sigfrido Ranucci. “Abbiamo qualche nemico in casa…”, ha tuonato il ministro dell’Agricoltura (e cognato di Meloni) Francesco Lollobrigida. Come se la Rai fosse “casa” delle destre, invece che degli italiani. Del resto, il senso “padronale” dell’informazione è un timbro della maggioranza, come ha insegnato Paolo Corsini: un manager di viale Mazzini sul palco di Atreju come militante di partito, per attaccare Schlein. La maggioranza ha messo Report nel mirino da tempo. Prima Gasparri, il senatore azzurro presidente della società informatica Cyberealm: incarico mai dichiarato a Palazzo Madama. Ora Vittorio Sgarbi, il sottosegretario con un quadro (quasi) identico ad uno rubato: un dipinto di Rutilio Manetti risalente al ’600, dal valore di diverse centinaia di migliaia di euro. La tela del sottosegretario ha una candela in un angolo, quella trafugata no. Il furto avvenne nel 2013 in un castello a Buriasco, vicino Pinerolo. La dimora appartiene a Margherita Buzio, una signora di 85 anni. L’anziana ricorda bene quando Sgarbi presentava i libri nel castello, mentre i collaboratori del critico d’arte chiedevano se il quadro del Manetti fosse in vendita. L’altra strana coincidenza riguarda il restauratore di fiducia del sottosegretario, Gianfranco Mingardi: l’artigiano giura di aver ricevuto un’opera identica a quella rubata pochi mesi dopo il furto. Per fermare la messa in onda dell’inchiesta, firmata da Report e dal Fatto Quotidiano, Sgarbi aveva presentato una diffida. La trasmissione è arrivata sugli schermi e si è infuriato anche Lollobrigida. La seconda parte di Report riguardava le truffe sui vini, lambendo i controlli ministeriali. Il pubblico ha apprezzato: 1.786.000 spettatori con il 9,7% di share. Sul Fatto di domani vi racconteremo la guerra del governo all’informazione libera, ma anche alle toghe che indagano sui colletti bianchi.
MELONI IN CAMPO PER LE EUROPEE APRE LA GUERRA ALL’OPPOSIZIONE. CONTE PROPONE UN GIURÌ D’ONORE. Giorgia è scesa in campo. E anche la sorella Arianna. Anche se la seconda nega che si candiderà alle elezioni europee, in qualità di capo segreteria di Fratelli d’Italia avrà molto da fare. Soprattutto perché, come abbiamo anticipato sul Fatto di oggi, la sorella Giorgia è intenzionata a candidarsi capolista. La strategia passa, da una parte, con l’accentramento totale del marchio di Fratelli d’Italia sulla premier, e dall’altra per un’escalation di toni e attacchi contro l’opposizione, per bruciare ogni critica in anticipo. Ieri, dal palco di Atreju, nella giornata conclusiva, Meloni ha dedicato molto tempo ad attaccare i vari “nemici”: il Pd di Elly Schlein, il governo precedente di Giuseppe Conte, le opinioni di Roberto Saviano. Chiamati in causa, hanno tutti risposto (Saviano con un video). “Ho qualcosa di importante da dirvi”. Questo aveva scritto Giuseppe Conte ieri sera sui social, dopo una giornata in cui sui media erano rimbalzate le parole di Meloni contro di lui e Schlein ad Atreju. Il leader 5S stamattina ha tenuto una conferenza stampa alla Camera in cui ha annunciato che chiederà un giurì d’onore in parlamento per “ristabilire la verità sul Mes”. Questo perché Meloni ha detto il falso rispetto a chi avesse ratificato la prima versione del meccanismo salva-Stati. “La Presidente Meloni ha detto che il governo Conte, da dimissionario, ha dato il via libera al Mes senza passare da un mandato parlamentare. Nulla di più falso”, ha detto Conte. Il giurì d’onore è un organo formale che non può comminare sanzioni. L’ultima volta è stato attivato per il caso Delmastro-Donzelli-Cospito per valutare se le parole di Donzelli avessero offeso l’onorabilità dei deputati Pd che citava, e diede ragione a Donzelli. Schlein invece aveva controbattuto a Meloni già ieri, paragonando i suoi attacchi all’opposizione a quelli di Viktor Orban in Ungheria.
MANOVRINA, VOTO NOTTURNO PER GLI EMENDAMENTI. NUOVO RDC: 900 MILA POVERI ESCLUSI. Dal tramonto all’alba, per citare un famoso film. È l’epilogo della manovrina di Meloni, i cui emendamenti sono stati votati nella notte in Commissione Bilancio del Senato. In Aula il provvedimento dovrebbe arrivare mercoledì 20 dicembre e il voto di fiducia sul maxi-emendamento e quello finale sono previsti per la mattina di venerdì 22. Questa notte è arrivato il sì ai quattro emendamenti del governo sulle pensioni di medici e dipendenti pubblici, la rimodulazione delle risorse per il Ponte sullo Stretto, le risorse aggiuntive per gli stipendi delle forze armate e delle forze dell’ordine e i fondi alle Regioni per la variazioni intervenute sulle aliquote Irpef. Approvato anche il testo delle opposizioni che destinano i 40 milioni a loro disposizione al contrasto alla violenza sulle donne. Bocciata invece la proroga dello smart working per i fragili e sparite le modifiche al Superbonus, nonostante il tentativo in extremis di Forza Italia. Ma sul Fatto di domani ci occuperemo anche di ciò che resta del Reddito di cittadinanza: un report di Bankitalia scrive che l’Assegno di inclusione (Adi) ridurrà la platea dei beneficiari da 2,1 a 1,2 milioni (900 mila) rispetto al RdC (il report si intitola “La revisione delle misure di contrasto alla povertà in Italia”) e che l’importo sarà notevolmente più basso. Da oggi si possono fare le domande sul portale. Infine ci occuperemo anche del caro bollette e della fine del mercato tutelato.
MOSSAD, CIA E QATAR DISCUTONO IL RILASCIO DEGLI OSTAGGI IN MANO AD HAMAS. AUSTIN (USA): “SOSTEGNO AD ISRAELE, MA CREDIAMO ANCORA NEI DUE STATI”. Riavviare la trattativa per il rilascio degli ostaggi. Questo chiedono i parenti di coloro che sono ancora nelle mani di Hamas. Giunti al 73° giorno di guerra, in seguito al massacro compiuto dai fondamentalisti il 7 ottobre con 1.200 vittime, il capo del Mossad, Barnea, ha incontrato a Varsavia l’omologo della Cia, Burns, e rappresentanti del Qatar, per capire le richieste di Hamas. Questo appuntamento segue quello di Oslo, segno che, su questo fronte, i servizi di sicurezza stanno cercando un terreno comune. Nella tregua precedente, gli estremisti islamici hanno preteso il rapporto di 1 a 3; un ostaggio per tre detenuti palestinesi. Al momento, sono 129 le persone tenute prigioniere nella Striscia, rispetto ai 121 che sono rientrati in Israele, secondo le stime del quotidiano Haaretz. La battaglia resta sanguinosa. Gli Stati Uniti a Tel Aviv chiedono di tutelare per quanto possibile i civili della Striscia: secondo fonti palestinesi, le vittime sono 19.453; i soldati dello Stato ebraico caduti sono 129. Oggi il segretario alla Difesa Usa, Austin, ha incontrato il premier Netanyahu: confermando l’appoggio bellico allo Stato ebraico, Austin ha toccato il tema dei “Due Stati” dicendo che per Washington resta l’unica soluzione, e si è soffermato sulla crisi umanitaria nella Striscia: “Dobbiamo far sì che maggiori quantità di aiuti siano distribuite ai 2 milioni di sfollati a Gaza”. Austin ha anche menzionato i raid degli Houthi nel Mar Rosso prospettando l’azione di una forza multinazionale nell’area; i miliziani yemeniti sostenuti dall’Iran hanno rivendicato gli ultimi due attacchi ad altrettante navi, tanto da far fermare il traffico nel canale. Il ministro americano ha chiamato in causa Teheran: il suo supporto agli Houthi deve finire. Sul Fatto di domani leggerete altri particolari sulla giornata e sull’incontro tra Austin, il premier Netanyahu e il ministro della Difesa, Gallant, che sulla crisi con Hezbollah al confine con il Libano, ha dichiarato: “Se gli sforzi diplomatici non avranno esito, non esiteremo ad attaccare al nord”.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Il Papa dice Sì alle benedizione delle coppie omosessuali. Per la prima volta, il Dicastero per la Dottrina della Fede ha dato indicazioni precise sulle benedizioni delle coppie gay. Le istruzioni sono contenute nella Dichiarazione “Fiducia supplicans” del cardinale Victor Manuel Fernandez. La benedizione non potrà avvenire all’interno di una liturgia per non confonderla con la celebrazione del matrimonio.
La commissione Ue apre un procedimento contro Musk. Aperto un procedimento formale per valutare se X abbia violato il Digital Services Act, il codice dell’Unione europea che regola i contenuti illegali, la pubblicità e la disinformazione online, che fissa gli standard sulla responsabilità delle piattaforme online. Il social network di proprietà di Elon Musk, potrebbe non aver rispettato il regolamento in merito alla gestione dei rischi, alla moderazione dei contenuti, alla trasparenza della pubblicità e all’accesso ai dati per i ricercatori.
Ferragni dopo l’Antitrust, “donerò un milione per i bambini”. L’influencer prova a uscire dalla strettoia in cui è finita dopo la multa inflitta dall’Antitrust sull’iniziativa del pandoro griffato con Balocco, per aver dato a intendere agli acquirenti che il ricavato andasse in beneficenza. Lo fa con un video senza trucco sui social, ovviamente, in cui annuncia che donerà 1 milione di euro all’ospedale Regina Margherita per sostenere le cure dei bambini. “Sono sempre stata convinta che chi è più fortunato ha la responsabilità morale di fare del bene. Questi sono i valori che hanno sempre spinto me e la mia famiglia. Questo è quello che insegniamo ai nostri figli. Gli insegniamo anche che si può sbagliare, e che quando capita bisogna ammettere, e se possibile, rimediare all’errore fatto e farne tesoro. Ed è quello che voglio fare ora”.
Covid in aumento, ma i dati non preoccupano. Il numero di pazienti positivi al Sars-CoV-2 ricoverati negli ospedali italiani è in crescita per la quinta settimana di fila, dice l’osservatorio della Fiaso. Nelle strutture sentinella, negli ultimi sette giorni l’aumento di ricoverati Covid è stato del 15,4%, ma le terapie intensive restano per ora stabili al 4% del totale dei ricoverati. Lo sciopero dei medici di oggi ha avuto alta adesione, secondo le sigle sindacali degli ospedalieri.
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Ferragni, Fedez&C. e il “fidatevi degli influencer, non dei politici”: il caso del pandoro e gli utenti spremuti
di Virginia Della Sala
Fidiamoci degli influencer e non dei politici, dicono Ferragni Fedez&C., lasciamo perdere gli influencer che fingono beneficenza per cachet milionari, ha detto Giorgia Meloni ad Atreju. Chi ha ragione? Difficile dirlo. Più facile dire: nessuno dei due. A scorrere i commenti sotto i video e i reel che raccontano, commentano, criticano la multa dell’antitrust nei confronti di Balocco e delle società di Chiara Ferragni per la questione legata alla beneficenza associata alla vendita dei pandoro griffati pubblicizzati lo scorso anno, ci si accorge presto che il mondo si divide in due: “Povera Chiara colpita dagli hater invidiosi, non dubiterò mai delle sue intenzioni” e “cattivi influencer che ci imbrogliano tutti”.
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