La casa è molto bella. Attico e superattico per 220 metri quadrati al quinto e sesto piano di un comprensorio chiuso e vigilato in zona Aurelia, a due passi dal Vaticano. Da quattro mesi ci abita il ministro Guido Crosetto con la moglie Graziana Saponaro, detta Gaia, e con i figli. La casa è stata concessa in uso a Crosetto da un suo amico, l’imprenditore del settore cyber-security Carmine Saladino. Mentre era in corso la ristrutturazione dell’appartamento i Crosetto hanno potuto disporre e alloggiare lì senza il pagamento di un canone mensile grazie a una scrittura privata. Crosetto sostiene (vedi intervista) che non c’è nulla di male e che lui è quasi una vittima del suo amico Saladino perché i lavori di ristrutturazione si sono protratti troppo. Così il ministro ha dovuto pagare l’affitto della vecchia casa fino a ottobre scorso. Quindi non ci ha guadagnato nulla. C’era un contratto di “possesso e legittima detenzione” e lui non ha versato un solo mese di canone a Saladino semplicemente perché la colpa dei suoi disagi è del locatore. I Crosetto hanno ancora gli scatoloni in giro e non avrebbero pagato nella stessa situazione nessuno.
Dall’altro lato Saladino con Il Fatto si atteggia come il padrone di casa che tutti vorremmo avere: “Sono ancora in fase di ultimazione i lavori nell’immobile. Motivo per cui il ministro ha avuto possesso e detenzione dello stesso al fine di poter definire e seguire quanto necessario. E la cosa – confida l’imprenditore pensando non ai canoni non pagati ma ai lavori non terminati – mi pesa molto”. Saladino (lo ribadiamo a beneficio dei lettori abituati a ben altri padroni di casa) parla del peso sulla sua coscienza per la casa non ultimata e non del peso sul suo portafoglio per la casa non pagata.
Gli amici Saladino e Crosetto in coro invitano Il Fatto a guardare la condizione dell’appartamento. “Basta vederlo per capire”, giura Saladino. E Crosetto, con massima trasparenza e gentilezza, ci invia le foto degli scatoloni che effettivamente ingombrano il suo box e una porzione della casa. Il locatore, quando gli chiediamo perché il ministro non paghi il canone pur occupando la casa almeno da settembre, spiega: “Il contratto è stato fatto a novembre con la speranza di finire i lavori a fine anno. Purtroppo i tempi si sono notevolmente allungati e sto creando un disagio a un amico, cosa che mi disturba e dispiace molto”. Quando gli facciamo notare che Crosetto è un ministro che occupa da mesi la sua casa di grande valore senza pagare il canone e che Maticmind opera con pubbliche amministrazioni, compreso il Ministero della Difesa e quindi si pone un problema di opportunità, Saladino replica: “Lei fa voli pindarici. Maticmind è un’azienda nazionale che lavora da oltre 30 anni con successo e professionalità. Non ha bisogno di niente per competere in un mercato dove si agisce con gare pubbliche e regolate dal codice degli appalti. Ad ogni modo da giugno hanno iniziato a portare le loro cose in un garage della mia proprietà. Loro sono arrivati a settembre ma si sono dovuti accampare perché c’erano ancora i lavori. E mi risulta che abbiano pagato (dello stesso valore di casa mia) – cioé un canone di 5mila euro al mese, ndr – per la sua vecchia casa fino a novembre. Quindi non ha risparmiato nulla. Mi sembrano illazioni pretestuose e abbiamo una cospicua caparra che i signori mi hanno consegnato quando hanno avuto il possesso e detenzione della casa”.
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La storia della casa rischia di creare imbarazzo a Crosetto perché Carmine Saladino non è solo un amico di Crosetto ma è anche socio e presidente del consiglio di amministrazione di Maticmind, un gruppo da 409 milioni di fatturato nel 2022 che gestisce appalti con molte pubbliche amministrazioni, compresi quelli vinti in passato anche con il Ministero della Difesa. Appalti che, come ricorda Saldino, sono stati ottenuti tempo addietro e senza relazione alcuna con la storia dei rapporti con Crosetto, certo per l’esperienza e la competenza indubbia. Però tutto ciò non toglie che si pone una questione di opportunità. Maticmind è un gruppo ‘di sistema’ e non a caso nel suo azionariato spicca lo Stato attraverso CDP e un super-fondo americano. Come si legge sul sito: “A novembre 2022 il Fondo CVC, uno dei principali fondi di private equity a livello mondiale, credendo fortemente in questo progetto, assume la quota di controllo di Maticmind. Contestualmente anche CDP Equity, diretta emanazione del Ministero dell’Economia, decide di investire in Maticmind con una significativa quota di partecipazione. Il Presidente, Carmine Saladino, alla guida del gruppo, mantiene la restante parte delle azioni della società”.
Maticmind è cresciuta molto nel 2022 con una serie di acquisizioni in settori strategici. Controlla SIO, società che da decenni si occupa di intercettazioni nelle inchieste giudiziarie per conto delle Procure, e anche Sind, leader nelle tecniche di riconoscimento biometrico. Nell’ultimo bilancio approvato nel maggio 2023 c’è un paragrafo dedicato alle opportunità che Maticmind potrebbe cogliere in questa stagione grazie ai fondi del PNRR.
Il Fatto si è già occupato dei rapporti tra la famiglia Saladino e il ministro Crosetto il 22 settembre proprio in relazione ai progetti che sui fondi del PNRR facevano due indagati, all’insaputa di Crosetto e Saladino, citando però il futuro ministro e “Matic”. In alcune conversazioni intercettate tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 dai Carabinieri e poi depositate dai pm romani a disposizione degli avvocati (dunque pubbliche) nel corso di un’indagine (che lo ribadiamo non riguardava Crosetto né Saladino o Maticmind) un avvocato indagato per una presunta corruzione su altri fatti, Pierfrancesco Sicco, citava “Matic” e Crosetto.
Da poco era stato approvato uno stanziamento da 500 milioni di euro da parte del ministero della transizione ecologica guidato da Roberto Cingolani e l’avvocato Sicco, parlandone con il collega Federico Tedeschini mentre era intercettato discuteva di come poter favorire l’ascesa in carriera di due dirigenti per gestire i fondi del PNRR. Crosetto era allora presidente dell’associazione di imprese del settore difesa, AIAD, a cui Maticmind è associata. Nei progetti di Sicco proprio Crosetto avrebbe potuto raccomandare all’allora ministro Cingolani le due dirigenti. Crosetto e Cingolani al Fatto hanno negato qualsiasi sponsorizzazioni delle due dirigenti, e Crosetto non ricorda di aver conosciuto Sicco e nega di averne parlato con Saladino.
È il 10 marzo 2022 quando Sicco comunica a Tedeschini il suo progetto sui fondi PNRR, a beneficio a suo dire di Maticmind: “Sto lavorando alacremente per chiudere sullo stesso tavolo, ho già portato sullo stesso tavolo ti dico la verità, ma per fargli fare adesso il passaggio successivo e cioè la costruzione del, di tutta l’attività dì progettazione e quindi poi costruire tutte… intorno le attività necessarie, per fare il famoso accordo di partenariato pubblico-privato il PPP di cui ti avevo parlato all’epoca su quei famosi cinquecento (500) milioni del monitoraggio che il Ministero delle Infrastruttu… della Transizione Ecologica, ha scaricato su CDP … (…) CDP fa il General Contractor”. Poi Sicco proseguiva: “Allora coso contentissimo Matic perchè gliel’ho portata in condizioni di giratela… l’ha presentata a Guido e a tutto, a Leonardo va bene perchè lei (la dirigente, Ndr) lavora con i Carabinieri e tanto se i Carabinieri gli dicono di farlo fare a lei, non gli possono dire di no (…) mai nella vita quello che manca è il soggetto che potrebbe fare la gara, che visto il ruolo che ha potrebbero essere gli Interni visto la grande stima che hanno di lei…”. Sono progetti di Sicco scarsamente comprensibili peraltro e che poi non si sono avverati e dei quali Crosetto e Saladino nulla sapevano.
Comunque i pm e i Carabinieri non hanno dato nessun peso a quelle parole e anche i soggetti tirati in ballo, quando Il Fatto ha pubblicato a settembre 2023 stralci delle informative dei Carabinieri, non hanno cambiato affatto i loro rapporti.
Anzi. Proprio a novembre, quindi dopo l’articolo del Fatto sulle intercettazioni che tiravano in ballo a sproposito Crosetto e “Matic”, ecco che Saladino e il ministro firmano il contratto di affitto. L’appartamento di 220 metri quadrati con box soffitte e cantine è stato preso da Carmine Saladino con un contratto preliminare del settembre 2021 con la formula “per persona da nominare”. Poi è stato comprato con contratto definitivo dal figlio dell’imprenditore, appena 18enne, previo atto di nomina del padre, nel settembre del 2022. I Saladino hanno tirato fuori ben 2 milioni e 255 mila euro più Iva, dei quali 2 milioni e 85 mila euro più Iva (pari a 83 mila euro) riferibili, stando all’atto registrato in Conservatoria, all’appartamento e altri 100 mila euro più Iva sono riferibili al box, mentre i restanti 70mila più Iva sono riferibili a due soffitte e a due cantine.
In quella casa principesca però la famiglia Saladino non ha mai abitato. Ci vive il ministro della Difesa Crosetto con la sua famiglia da qualche mese. Senza aver pagato un solo mese di affitto, finora. Come Il Fatto ha ricostruito anche grazie al ministro stesso, che ci ha fornito con gentilezza la sua versione sul punto, Crosetto inizierà a pagare l’affitto a gennaio 2024. Pur avendo avuto le chiavi dell’appartamento dai Saladino per iniziare il suo trasloco dalla casa precedente ai Parioli già in estate e pur avendo trasferito l’intera famiglia lì da settembre 2023, finora Crosetto ha versato solo una caparra in ottobre, caparra sulla cui entità il ministro non offre particolari. Al Fatto, dopo aver mostrato le foto degli scatoloni nel box e a casa, con i lavori in corso, chiede: “Secondo voi dovrei pagare?”. La risposta ai lettori.
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