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MELONI, UN GOVERNO ALLERGICO AI CONTROLLI: NEL MIRINO TORNA LA CORTE DEI CONTI. Palazzo Chigi tollera ben poco gli organi istituzionali di garanzia. Il fronte con la magistratura è aperto da quando il ministro Nordio si è insediato in via Arenula, tra appelli per la separazione delle carriere, l’abolizione dell’abuso d’ufficio e stretta sulle intercettazioni. Nel mirino dell’esecutivo già sono finite autorità indipendenti come Bankitalia e Anac. Palazzo Koch aveva osato criticare gli interventi della prima Manovra targata Meloni sul rialzo del tetto ai pagamenti in contanti, suscitando l’ira di Fazzolari: “Rappresenta privati che sono le banche ed è ovvio che ne curi gli interessi”. L’autorità anticorruzione presieduta da Giuseppe Busia si era permessa di criticare il codice degli appalti firmato Salvini, sollevando la dura reazione leghista. Neppure la Corte dei Conti è al riparo dagli strali di una maggioranza che fatica a restare negli argini. Con il Pnrr da realizzare entro il 2026, le destre vogliono accelerare offrendo uno scudo agli amministratori pubblici contro le verifiche della Corte dei Conti. Lo scopo del governo è limitare il potere di controllo dei giudici contabili. In che modo? Abolendo il cosiddetto “controllo successivo”. Le toghe potranno dare un parere solo e soltanto prima della firma su un atto amministrativo. Dopo il disco verde, la Corte dei Conti potrà contestare il danno erariale solo in caso di dolo, cioè quando l’amministratore persegue intenzionalmente lo sperpero. Nessuna conseguenza, invece, se gli sprechi avvengono per colpa o colpa grave. Del resto, già a giugno il governo aveva cancellato il “controllo concomitante” della Corte sui progetti del Pnrr, con un emendamento al decreto sulla Pubblica amministrazione. Sul Fatto di domani vi racconteremo il nuovo round.
DISOBBEDIENZA CIVILE CONTRO IL BAVAGLIO: LA CAMPAGNA DEL FATTO. “È un fiorire di interviste di magistrati o ex contro il divieto di pubblicare le centinaia di pagine delle ordinanze cautelari. Chiediamoci perché sono così interessati alla diffusione degli atti processuali”. Ha scritto queste parole il deputato di Azione Enrico Costa in un tweet. L’autore dell’emendamento già soprannominato “legge bavaglio”, si professa esterrefatto per la reazione della magistratura e (di parte) della stampa alla sua norma, che se venisse approvata in parlamento vieterà la pubblicazione degli atti di custodia cautelare fino al primo grado. Oggi, oltre alle interviste sul Fatto, sono da notare le parole di Raffaele Cantone ed Edmondo Bruti Liberati su Repubblica e Stampa. “Col mio emendamento si potrà dare la notizia e spiegare il contenuto dell’ordinanza”, si giustificava Costa, che ha citato in supporto addirittura l’articolo 27 della Costituzione sulla presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva. Una citazione a sproposito, ha confermato al fattoquotidiano.it Marina Castellaneta, ordinaria di Diritto internazionale alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bari. Come ha scritto il direttore del Fatto dal primo giorno, nostra prima battaglia del 2024 sarà contro il bavaglio.
PAGHE DA FAME E ORARI ASSURDI, NATALE DI SCIOPERO PER COMMERCIO E TURISMO. Giornata di sciopero a un passo dal Natale per il settore del commercio e del turismo, con i sindacati in piazza e cortei nelle maggiori città italiane. “5-6 euro all’ora significa una paga da fame, il governo combatta chi sfrutta i lavoratori”, attacca il segretario della Cgil Landini. Mentre Bombardieri (Uil) annuncia che la precettazione di Salvini per i precedenti scioperi “è stata impugnata” davanti alla magistratura. I lavoratori di questi settori, 5 milioni, spesso con orari assurdi e stipendi da fame, attendono il rinnovo del contratto ormai da tre Natali. Sindacati che chiedono aumenti salariali adeguati e protestano contro la riduzione dei permessi retribuiti e degli scatti di anzianità proposta dalle controparti datoriali, il ricalcolo dell’importo della tredicesima (turismo) e contro il metodo di ricalcolo della quattordicesima (commercio), l’aumento della flessibilità e dell’utilizzo dei contratti a tempo determinato. Le associazioni dei datori di lavoro hanno detto che “dopo lo sciopero bisogna riprendere la trattativa”. Sul Fatto di domani vi racconteremo le principali piazze, ma ci occuperemo anche della crisi del settore industriale italiano, con numeri ormai pietosi.
ISRAELE-HAMAS: LA PROPOSTA DI TEL AVIV PER UNA NUOVA PAUSA. L’ONU APPROVA UNA RISOLUZIONE DEBOLE SU GAZA: SÌ AGLI AIUTI, NIENTE CESSATE IL FUOCO. Funzionari israeliani stanno discutendo altre proposte per convincere Hamas ad un negoziato che porti ad un nuovo scambio di ostaggi. E una delle possibilità studiate – e sulle quali Hamas starebbe riflettendo – è quella di una tregua di circa 2 settimane in cambio di decine di ostaggi. La notizia è data dal canale di Stato Kan, che cita fonti del governo. Hamas risponde che “l’accordo di scambio può essere raggiunto, ma non senza un cessate il fuoco duraturo e la fine di questa guerra contro il popolo palestinese”. Sul campo, l’Idf ha ampliato le operazioni e emesso un ordine di sgombero per il campo profughi di Bureij, nel centro di Gaza. Ai palestinesi è chiesto di spostarsi e dirigersi verso i “rifugi” a Deir al-Balah, ma un’inchiesta di diversi media americani, basata su immagini satellitari, dimostra che l’aviazione di Tel Aviv bombarda regolarmente, e con munizioni pesanti, anche le aree indicate come “sicure” per i civili. L’Onu denuncia che oltre mezzo milione di persone rischia di morire di fame, e secondo la relatrice speciale delle Nazioni unite per gli sfollati, “Israele ha rinnegato le promesse di sicurezza fatte ai civili” e starebbe cercando di alterare in modo permanente la composizione della popolazione di Gaza. Dopo una settimana di negoziati, il Consiglio di sicurezza ha finalmente approvato la risoluzione su Gaza, con l’astensione di Usa e Russia: sono previsti maggiori aiuti ai palestinesi della Striscia, senza alcuna richiesta di cessate il fuoco vincolante. La formulazione approvata si limita a un debole e vago appello a “fare tutti gli sforzi per creare le condizioni per una fine sostenibile delle ostilità”. È il massimo che gli Stati Uniti hanno concesso per astenersi e non bloccare l’approvazione, come era successo finora. Anche la Russia si è astenuta. Oggi il presidente russo Vladimir Putin ha fatto sapere di aver parlato del conflitto con l’omologo palestinese Abu Mazen.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Ferragni, la procura indaga anche sulle uova. Non solo il pandoro Balocco, ma anche le uova di Pasqua sono finite nel mirino della Procura di Milano, che l’altro ieri ha aperto una inchiesta senza indagati né titolo di reato. Il caso è la comunicazione scorretta nella pubblicità dei prodotti griffati dalla nota influencer, come se i ricavati andassero in beneficenza. L’azienda Dolci Preziosi, che produce le uova di cioccolato, ha sostenuto di non avere responsabilità.
Ex-Ilva, stallo totale: nuovo Cda il 28 dicembre. La riunione del Cda ieri è saltata perché Invitalia, agenzia controllata dallo Stato entrata al 38% della proprietà dello stabilimento, non si è presentata. La strategia del governo punta al commissariamento.
“Il processo Consip verso la prescrizione”. Il pm Mario Palazzi in aula ha avvisato che “scatterà la prescrizione prima della sentenza definitiva”. Il processo Consip, alle ultime battute, finirà sotto la mannaia della prescrizione. Tra indagini e processo, il procedimento è durato sette anni: “non trascorsi in Tibet però”, ha ironizzato il magistrato.
Pubblicità al gioco d’azzardo, multa da 5 milioni per Meta. L’Autorità garante delle telecomunicazioni ha sanzionato Meta per violazione del divieto di pubblicità del gioco d’azzardo sulle piattaforme Facebook e Instagram: la multa è di 5.850.000 euro.
Ucraina, “nel 2024 aumenteranno i sabotaggi in Russia”. Lo sostengono fonti militari di Kiev sentite dal network Usa Nbc News. Visto lo stallo sul campo di battaglia in Ucraina e l’incertezza sulle prospettive a lungo termine degli aiuti militari occidentali, Kiev ritiene utile e sempre più cruciale adottare questo tipo di tattica contro un nemico in superiorità numerica. Oggi il governo olandese ha confermato la consegna di 18 caccia F-16 all’Ucraina.
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Immigrazione, in Francia parte la fronda contro la nuova legge “xenofoba”
di Luana De Micco
È nata una fronda contro la nuova Loi Immigration. A iniziarla sono stati i presidenti dei 32 dipartimenti di sinistra in Francia: “Non applicheremo la legge”, hanno scritto in un comunicato, per protestare contro il principio di “preferenza nazionale”, di lepinista memoria (era già presente infatti anni fa nel programma del Front National di Jean-Marie Le Pen) e che si ritrova ora nella nuova legge, passata in Assemblea anche col voto unanime dei deputati del Rassemblement national (RN). Il testo rappresenta “un passo indietro per la parità, per la giustizia e una vergogna per il Paese dei diritti umani – hanno scritto –. La discriminazione che instaura condanna delle donne, degli uomini e dei bambini per la loro origine, piuttosto che riconoscerli nella loro umanità”.
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