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IL CASO VERDINI IRROMPE IN AULA: IL DELIRIO DI COSTA, AUTORE DELLA LEGGE BAVAGLIO. IL FATTO PUBBLICA L’ORDINANZA. LE INTERCETTAZIONI: “QUESTA È CORRUZIONE”. L’inchiesta sulle commesse Anas che coinvolge il figlio di Denis Verdini irrompe nell’aula della Camera, impegnata nella discussione sulla manovra. Ieri sono stati comunicati gli arresti domiciliari per Tommaso Verdini, figlio dell’ex parlamentare di Ala anche lui iscritto nel registro degli indagati. L’indagine, iniziata nella primavera dell’anno scorso, riguarda una rete di consulenze legata ad appalti pubblici dell’Anas, e in particolare una gara da 180 milioni. Le ipotesi di reato sono corruzione e turbativa d’asta. Gli interrogatori di garanzia per le cinque persone raggiunte da misura cautelare saranno fissati la prossima settimana, dopo Capodanno. Ma oggi il caso è diventato politico. In Parlamento, i 5 Stelle con Cafiero De Raho hanno chiesto un’informativa urgente a Matteo Salvini. Il ministero dei Trasporti gestito dal leghista, infatti, ha il compito di vigilare sulle commesse Anas. Si sono associati anche Pd e Verdi-Sinistra. La bagarre è scoppiata quando Enrico Costa di Azione si è scagliato contro le opposizioni per difendere Salvini e Verdini: “Non possiamo portare avanti lo schema delle informative a gettone. Questo non è un tribunale. Non si interessa il parlamento all’inizio di un’indagine”, ha detto Costa. Urla dall’opposizione, applausi dalla maggioranza. Fosse per lui, di quest’indagine non si dovrebbe proprio parlare. Il deputato di Azione infatti è titolare dell’emendamento che vieta la pubblicazione letterale delle ordinanze di custodia cautelare. In questa vicenda Salvini è tirato in ballo non solo perché ministro competente. Ma anche perché è in rapporti con Verdini, fidanzato con la figlia, e perché gli indagati parlano di lui e della Lega: “Quando s’è fatto la lista d’accordo con Massimo, quando nel Cda è passato con loro e gli ha dato una mano quello della Lega, lui ha fatto un accordo con quelli della Lega di futura collaborazione con Matteo e con noi tramite Freni un rapporto di intermediazione”. Questo è il passaggio di un’intercettazione di Fabio Pileri, socio di Tommaso Verdini, agli atti dell’indagine sulle commesse in Anas. Lo stesso Pileri, dopo una perquisizione nel 2022 dice così (secondo l’ordinanza): “L’impianto è molto chiaro, io facevo certe cose. Questa è corruzione in cambio di posti”. Sul Fatto di domani leggerete altri dettagli, e un’intervista a Gian Carlo Caselli sulla questione del bavaglio. A proposito disobbedienza civile a questa norma: ecco il testo integrale dell’ordinanza di custodia cautelare.
SUPERBONUS, LA VITTORIA DI PIRRO DI FI E GLI ESCLUSI DALLE NUOVE REGOLE. LA MANOVRA TAGLIA IL NASTRO FINALE CON 15 MLD DI DEFICIT. Il taglio del cuneo, la nuova Irpef, il Ponte sullo Stretto. Dopo ritardi, false partenze ed il rush finale, la manovra ha tagliato oggi il traguardo alla Camera con l’approvazione finale, senza fiducia. Vale circa 24 miliardi di euro, di cui 15 finanziati in deficit e destinati al taglio del cuneo (quasi 11 mld) e delle aliquote Irpef (poco più di 4 mld). Le aliquote si riducono da quattro a tre: i primi due scaglioni sono accorpati e su redditi fino a 28 mila euro si pagherà il 23%. Il problema è che lo sgravio, come anche il taglio del cuneo, è finanziato solo per il 2024 e se si vorrà mantenerli entrambi il governo dovrà trovare almeno 15 miliardi nel 2025. Sarà dura, visto il ritorno delle regole del patto di stabilità (e con il nostro Paese quasi certamente in procedura d’infrazione da giugno). Ha ricordato oggi il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri che per trovare questi soldi si potrebbe intervenire sugli extraprofitti: quelli bancari, per esempio. Non è l’unico a sostenerlo, ma il governo si è rimangiato la legge subito dopo averla presentata. Ormai però siamo a fine anno e le forze di centrodestra vogliono parlare solo di risultati e festeggiare. Forza Italia si è aggrappata per esempio alle minuscole variazioni alla legge che chiude il superbonus: abbiamo raccontato quanto siano inutili e deleterie sul Fatto di oggi. I berlusconiani hanno ottenuto solo una sanatoria per sventare contenziosi con l’Agenzia delle Entrate per il recupero dei benefici fiscali erogati su cantieri non completati, oltre alla prosecuzione dei benefici al 110%, invece che al 70%, dal primo gennaio al 31 ottobre. Ma solo per i single con Isee inferiore a 15 mila euro e per lavori arrivati ad almeno il 60%. Platea ridottissima e quindi costo minimo per le casse dello Stato, ma anche grandi discriminazioni all’orizzonte. Sul Fatto di domani vedremo chi resta fuori, al di là degli annunci. Pd e 5S hanno attaccato il governo per “l’illusionismo” sulla norma. “Al danno enorme che hanno fatto a famiglie e imprese ora si aggiunge anche la beffa di discriminare le persone all’interno di uno stesso condominio. Dopo aver fatto il danno, hanno fatto un pasticcio”, ha detto la segretaria dem Elly Schlein.
UCRAINA, IL 2023 SI CHIUDE SOTTO LE BOMBE RUSSE: 28 CIVILI MORTI. LONDRA INVIA MISSILI PER LA DIFESA AEREA. COME I MEDIA RACCONTANO IL CONFLITTO: UN APPROFONDIMENTO DI MARCO TRAVAGLIO. Il 24 febbraio 2024 saranno due anni di guerra in Ucraina, dopo l’invasione di Mosca che nei primi giorni minacciò anche la capitale Kiev. Le notizie non sono confortanti: 28 civili sono rimasti uccisi nell’ultima ondata di raid aerei, almeno 130 i feriti. Inoltre, un missile russo ha attraversato lo spazio aereo polacco. Londra ha annunciato che invierà 200 razzi per la difesa aerea. I bombardamenti hanno avuto anche la conseguenza di lasciare senza energia molte zone delle regioni di Kiev, Dnipro, Odessa e Kharkiv. Una mazzata in più per la popolazione che in pieno inverno dovrà fare a meno di luce e riscaldamenti. Il Cremlino conferma: ci sono stati più di 50 attacchi tra il 23 e il 29 dicembre ma la nota ufficiale indica che sono stati colpiti solo “siti di infrastrutture militari, depositi di munizioni e luoghi in cui erano schierati soldati ucraini e mercenari stranieri”. “Vorrei che il rumore delle esplosioni in Ucraina potesse essere sentito in tutto il mondo. In tutte le principali capitali, nelle sedi centrali e nei Parlamenti, che attualmente stanno discutendo di un ulteriore sostegno all’Ucraina. In tutte le redazioni che scrivono di ‘stanchezza’ o che la Russia è presumibilmente pronta per i negoziatì”, ha scritto il ministro ucraino Kuleba. Il tema degli aiuti a Kiev resta centrale. A parole, Occidente compatto, ma i due anni di conflitto si sentono sia dal punto di vista delle forniture militari che sul piano degli aiuti economici. Negli Stati Uniti, dopo le manovre dei Repubblicani contrari a prorogare il sostegno, in contrapposizione al presidente Biden, la discussione sui fondi è rimandata al 2024; restano gli aiuti militari, l’ultimo invio è pari a 250 milioni di dollari. Sul Fatto di domani leggerete un approfondimento di Marco Travaglio sulla situazione in Ucraina e su come è stata raccontata in due anni questa guerra dai media occidentali. Il focus sarà corredato da mappe che metteranno in evidenza, regione per regione, l’evoluzione del conflitto.
ISRAELE-HAMAS, SI COMBATTE A KHAN YOUNIS. RAID ANCHE SULLE BASI DI HEZBOLLAH IN LIBANO. I FONDAMENTALISTI: “NON RILASCEREMO OSTAGGI SE PROSEGUONO SCONTRI”. 84° giorno di guerra. Secondo fonti palestinesi, il numero delle vittime nella Striscia è salito a 21.507. Anche l’esercito israeliano aggiorna l’elenco dei caduti, che ora sono 168. La battaglia resta sanguinosa: il portavoce dell’Idf ha reso noto che i reparti si stanno scontrando con i fondamentalisti islamici nell’area di Khan Yunis, principale città nel settore sud, e nei campi profughi vicini. Le forze israeliane sono entrate anche nella zona agricola di Huzàa, che il 7 ottobre – giorno del massacro firmato da Hamas con 1.200 vittime – fu utilizzata dai miliziani per lanciare l’attacco al vicino kibbutz Nir Oz. Decine di residenti di quell’area furono uccisi e molti altri presi in ostaggio. Resta l’incertezza sulla possibilità di giungere ad un cessate il fuoco. Hamas ha ribadito che “non ci sarà un accordo per lo scambio di prigionieri, né negoziati se non finisce l’aggressione”; tuttavia una delegazione dovrebbe recarsi al Cairo per discutere il piano egiziano, che prevede tre fasi: una tregua rinnovabile, il rilascio scaglionato di ostaggi israeliani in cambio di detenuti palestinesi in Israele – come è avvenuto la volta precedente – e, infine, una conclusione della guerra con la creazione di un governo che coinvolgerà “tutte le fazioni palestinesi”. Gli estremisti islamici continuano ad affermare che dopo la guerra l’amministrazione di Gaza sarà “un affare interno”. In Israele cresce il malcontento per il premier Netanyahu: un sondaggio condotto da Maariv indica che il 49 % degli intervistati vorrebbe Benny Gantz, leader centrista e componente del governo di emergenza, come primo ministro. Netanyahu si ferma al 32%. Anche oggi sono stati intensi i bombardamenti sulle postazioni di Hezbollah in Libano mentre ieri, secondo Al Arabya, nel raid in Siria sull’aeroporto di Damasco messo a segno dai jet di Tel Aviv, sono stati uccisi 11 ufficiali iraniani. Sul giornale di domani leggerete altri particolari sulla giornata e sull’ipotesi di ricollocare i palestinesi lontano dalla Striscia, tra Africa e America Latina.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Fine anno, aumentano i pedaggi autostradali. Da gennaio le tariffe aumentano del 2,3%, pari all’inflazione prevista dalla Nadef. La norma è prevista nel decreto Milleproroghe. Entro il 30 marzo 2024 i concessionari autostradali dovranno formulare le loro proposte di aggiornamento dei piani economico-finanziari, che potrebbero essere anche più alti.
Ex-Ilva, incontro governo-sindacati. L’incontro segue il nulla di fatto del Cda di Acciaierie d’Italia di ieri, che non è riuscito ancora a trovare una soluzione sull’aumento di capitale necessario a garantire la sopravvivenza dell’ex gruppo Ilva ed ha rinviato il dossier a gennaio 2024.
Sospesi i contributi pubblici all’agenzia Dire. Il Dipartimento per l’informazione e l’editoria della presidenza del Consiglio ha sospeso l’ultima tranche dei contributi 2023 alla Com.e, società editrice dell’agenzia Dire, e l’accesso alla procedura negoziata prevista per gli iscritti all’elenco di rilevanza nazionale fino a quando il fermo non verrà eliminato. La decisione fa seguito al fermo amministrativo disposto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. I pagamenti bloccati sono oggetto di un procedimento penale, probabilmente quello che vede coinvolta Giovanna Boda, ex capo dipartimento del ministero, e l’imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco, ex editore della Com.e. A settembre la società ha avviato una procedura di licenziamento collettivo che coinvolge 14 giornalisti.
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Retorica divisiva, pericolosa per la società: persino l’AI boccia il Cattivissimo Trump
di Antonella Ciancio
Inviata la domanda, tre secondi d’attesa. Lo schermo di WhatsApp si illumina con la risposta: “Non esprimo opinioni personali. Tuttavia, posso dire che questo messaggio contiene una retorica dannosa e divisiva, usando parole come ‘corrotto’, ‘squilibrato’, ‘pazzo’, per descrivere individui di diverso orientamento politico. In più, perpetua teorie complottistiche e un linguaggio incendiario che può essere dannoso agli individui e alla società”. Il commento al malaugurante messaggio natalizio di Donald Trump, che prima della vigilia sul suo social ha auspicato agli avversari politici di “marcire all’inferno”, non arriva da un moderato politologo americano, ma dall’intelligenza artificiale.
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