LO SPARO ALLA FESTA DEL 31 DICEMBRE: IL DEPUTATO POZZOLO INDAGATO PER LESIONI E OMESSA CUSTODIA DELLA PISTOLA. UN TESTIMONE: “ERA MOLTO ALLEGRO E MOSTRAVA L’ARMA”. Sono tante le cose da chiarire sul colpo di pistola esploso dall’arma, un revolver calibro 22, del deputato Emanuele Pozzolo, la notte di Capodanno, che ha provocato un ferito. La vittima non ha sporto querela. La Procura di Biella mette sotto indagine Pozzolo per lesioni colpose e omessa custodia dell’arma, e la prefettura ha avviato la procedura per revocare il permesso di porto e detenzione al deputato di Fratelli d’Italia. I carabinieri stanno raccogliendo le testimonianze per capire cosa sia avvenuto durante la festa a Rosazza; secondo una persona ascoltata dagli investigatori, come riporta l’agenzia Ansa, Pozzolo “era molto allegro e stava mostrando la pistola tenendola nel palmo della mano”. Ed ancora, lo sparo “si è sentito all’improvviso e non abbiamo avuto nemmeno il tempo di chiedere di riporre l’arma, visto peraltro che c’erano anche dei bambini”. Ad essere colpito da un proiettile calibro 22 è stato il genero di un uomo della scorta del sottosegretario Delmastro, anche lui al ricevimento nei locali della Pro loco, affittati dalla sorella, la sindaca Francesca Delmastro; lei stessa ha dichiarato di essere andata via a festa finita, intorno a mezzanotte, quando non era accaduto nulla. La vicenda non è solo un brutto episodio di cronaca, ma diventa l’ennesimo scivolone di un esponente della maggioranza. Fratelli d’Italia si affanna a dire che non è un caso politico e la linea sembra essere quella di voler lasciare Pozzolo al suo destino per evitare conseguenze a Delmastro. Pure gli alleati di governo si allineano e restano in silenzio. Sul Fatto di domani leggerete un approfondimento, che non riguarda solo il fatto di cronaca, ma diversi retroscena, e maggiori particolari sull’imbarazzo (negato) del governo Meloni. Per il Movimento 5 Stelle, la premier deve pretendere le dimissioni del deputato.
CONCESSIONI, MATTARELLA BACCHETTA MELONI. BONUS E IL “NUOVO” RDC: LE MISURE CHE NON FUNZIONANO. “La proroga delle concessioni per gli ambulanti va contro il diritto Ue e la Carta”: il presidente Mattarella promulga il ddl Concorrenza, ma tira le orecchie a governo e Parlamento sulla mancata apertura delle concessioni, sui cui l’Europa si è già espressa e anche il Capo dello Stato l’anno scorso: mentre firmava il decreto Milleproroghe che conteneva appunto la proroga delle concessioni balneari, tema su cui Meloni va contro la direttiva europea che invece chiede la messa a gara. Oggi nuova critica, parlando di ambulanti Mattarella ha ricordato l’appunto di inizio 2023, ignorato dal governo. Sul Fatto di domani ci occuperemo della questione, ma anche di un altro tema: i bonus – che Meloni ha detto di non volere più, ma che anche lei ha varato – Per esempio gli 80 euro, il cui campo d’azione è stato ristretto tanto da diventare inutile. E sul nuovo strumento che sostituisce, a parole, il Reddito di cittadinanza, una misura che abbassa il contributo e lo vincola a una serie di adempimenti da fare su una piattaforma che – come abbiamo visto – non funziona. Metteremo in fila tutte le misure sbandierate ma inefficaci.
ANNO D’ORO, MA PER LE ARMI: BOOM IN BORSA E COMMESSE RECORD. Le armi dell’Occidente all’Ucraina, quelle di Biden a Israele. Anche questo 2024 sembra essere per il settore una buona annata, come lo è stato il precedente con ordini record e boom in Borsa. I contratti dei maggiori gruppi mondiali sono ai massimi storici, prosegue la corsa delle azioni legate a questa industria sulle piazze di tutto il Mondo. In due anni il portafoglio ordini delle 15 maggiori aziende mondiali, secondo un’analisi del Financial Times, è aumentato del 10%, da 701,2 a 777,6 miliardi di dollari (a fine 2022). Al 30 giugno 2023 era a 764 miliardi. In Borsa negli ultimi 12 mesi indice globale del settore ha registrato un invidiabile +25%, indice europeo Aerospazio e Difesa aumentato di oltre il 50%. Tra queste Leonardo che ha registrato un picco del 132%. Sul giornale di domani leggerete un ampio reportage e ne parleremo anche con chi, invece, ha una visione diversa delle priorità del Mondo.
GUERRA A GAZA, ISRAELE: “NOI NON ARRETRIAMO”, OSTAGGI, I FONDAMENTALISTI: “LI RILASCEREMO SOLO ALLE NOSTRE CONDIZIONI”. UCCISO A BEIRUT IL NUMERO 2 DI HAMAS. “La sensazione secondo cui noi staremmo per fermarci non è giusta. Se non prevaliamo in maniera netta non potremmo resistere nel Medio Oriente”. Il ministro della difesa, Yoav Gallant, smentisce che lo Stato Ebraico stia richiamando i battaglioni. La guerra, dunque, prosegue con aspri combattimenti a sud, e si aggiornano le liste dei caduti: fonti palestinesi sostengono che i morti sono 22.185, l’esercito israeliano ha perso sul campo 170 soldati. Il conflitto dopo 88 giorni – scaturito dal massacro del 7 ottobre firmato da Hamas, con 1.200 uccisioni e più di 300 rapiti – vive anche sul piano politico. Esponenti del governo Netanyahu intendono confutare dinanzi alla Corte penale internazionale dell’Aja le accuse di genocidio mosse dal Sudafrica, in merito all’offensiva nella Striscia di Gaza. Il portavoce israeliano Eylon Levy ha accusato proprio il Sudafrica di “dare copertura politica e legale” all’attacco di Hamas. C’è poi la crisi interna: la decisione dell’Alta Corte di Giustizia di abolire la “legge sulla ragionevolezza”, parte fondamentale della riforma della giustizia voluta da Netanyahu per evitare che le decisioni politiche potessero essere messe in discussione dalla Corte Suprema, è stato un vero e proprio schiaffo al premier, già in caduta libera nei sondaggi; la maggior parte degli israeliani lo ritiene responsabile del disastro del 7 ottobre. Netanyahu rifiuta di dimettersi. Capitolo ostaggi: il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, in un discorso televisivo ha dichiarato che “i prigionieri del nemico saranno rilasciati solo alle condizioni stabilite dalla resistenza”. Secondo un documento presentato all’Egitto, Hamas e Jihad Islamica chiedono il “cessate-il-fuoco” e il ritiro degli israeliani. Sugli scenari futuri, Haniyeh apre ad un possibile governo nazionale che riguardi sia la Striscia che la Cisgiordania, immaginando che il suo schieramento potrebbe prevalere sull’Autorità palestinese di Abu Mazen. La guerra arriva fino a Beirut dove questo pomeriggio è stata avvertita una esplosione: si è trattato di un attacco mirato per uccidere Saleh al-Arouri, fondatore del braccio armato di Hamas (brigate al-Qassam), e vice di Ismail Haniyeh; hanno perso la vita altri due ufficiali. Sul Fatto di domani leggerete altri particolari sugli scenari mediorientali.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Aereo in fiamme all’aeroporto di Tokyo: 5 vittime, salvi 367 passeggeri. L’Airbus A350-941 della Japan Airlines era partito da Hokkaido: tutti in salvo i 367 passeggeri. Secondo la tv pubblica Nhk, durante l’atterraggio il velivolo avrebbe colpito un aereo della Guardia costiera diretto verso la zona del sisma, avvenuto poche ore prima, per fornire soccorsi: cinque militari sono rimasti uccisi.
Il papà di Giulia Cecchettin si affida a un’agenzia di comunicazione. Secondo Il Gazzettino, Gino Cecchettin, padre di Giulia, la ragazza uccisa dal fidanzato a dicembre, e divenuta un simbolo nella lotta ai femminicidi, ha scelto l’agente Barbara Barbieri del gruppo Andrew Nurberg. Si tratta di un’agenzia letteraria che rappresenta autori di tutto il mondo nella narrativa per ragazzi e nella fiction. Cecchettin aveva lasciato il proprio lavoro subito dopo la tragedia che ha colpito la sua famiglia.
Napoli, fermato il nipote della 55enne uccisa da un proiettile “vagante” a Capodanno. È indiziato per la morte di Concetta Russo, avvenuta la notte del 31 dicembre. Durante i festeggiamenti con amici e parenti, Gaetano Santaniello, 46 anni, avrebbe esploso il colpo letale nella sua abitazione di Afragola, colpendo inavvertitamente la zia alla testa. La pistola, una Beretta 84, risulta rubata ed è stata ritrovata dagli inquirenti tra le sterpaglie del cimitero. Santaniello è accusato di omicidio colposo, porto abusivo di arma in luogo pubblico e ricettazione.