Il Fatto di domani. Quadro, pugno duro dei pm su Sgarbi: col nuovo reato contestato rischia pene severe e prescrizione più lunga. Calderone smentita dai numeri: “nuovo” Rdc a metà platea

Di FQ Extra
9 Gennaio 2024

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SGARBI INDAGATO PER AUTORICICLAGGIO A MACERATA, MA MELONI E SANGIULIANO RESTANO ZITTI. Lo scoop è di Thomas Mackinson per il Fatto. Per la vicenda del quadro del pittore Rutilio Manetti di sua proprietà, esposto a Lucca nel 2021 ma molto simile a una tela rubata nel 2013, Vittorio Sgarbi è indagato per autoriciclaggio. Come abbiamo scritto oggi, l’indagine è partita a Imperia, poi gli atti sono stati trasmessi per competenza alla Procura di Macerata (perché Sgarbi dichiara il domicilio a San Severino Marche), dove è stata formulata l’ipotesi di reato di autoriciclaggio di beni culturali (più grave del furto di cui avevamo parlato inizialmente). Lo ha confermato oggi il Procuratore di Macerata. Più tardi anche la procura di Imperia ha confermato che Sgarbi è stato indagato nel 2023 dai suoi uffici, per un’altra vicenda riguardante l’esportazione e la ritenuta illecita di un quadro all’estero, e specifica quanto al reato di furto che gli atti ricevuti dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale nel dicembre scorso sono stati subito trasmessi a Macerata. Oggi il sottosegretario parla ancora: “Non ho ricevuto nessun avviso d’indagine. Né saprei come essere indagato di un furto che non ho commesso. E per un reato compiuto 11 anni fa, in circostanze non chiarite dagli inquirenti di allora. Da questa notizia risulta una palese violazione del segreto istruttorio, l’unico reato di cui ci sia evidenza”, attaccando poi il nostro giornale per, dice lui, “l’ennesima diffamazione”. A tacere completamente, invece, sono i vertici di governo. Il ministero della Cultura e la Presidenza del Consiglio, per cui Vittorio Sgarbi serve come sottosegretario. E il silenzio diventa ogni giorno più imbarazzante. Il Movimento 5 stelle ha annunciato una mozione di revoca, già depositata ad ottobre ed ora integrata con le novità. Si sono uniti all’iniziativa anche il Pd e l’alleanza Verdi-Sinistra. La nostra inchiesta intanto va avanti: sul Fatto di domani leggerete una nuova puntata.


RENZI, CARRAI E I LEGAMI CON LE SOCIETÀ ESTERE: L’ELENCO DEI PAESI PIÙ IMPRESENTABILI. Un altro caso su cui c’è un silenzio assordante nel dibattito pubblico è quello di Matteo Renzi e Marco Carrai e dei loro legami d’affari che incrociano politica e lobbying per aziende di Paesi esteri. Qui è da segnalare che oltre alla politica tacciono anche gli organi di stampa mainstream, che non hanno ripreso le esclusive del Fatto pubblicate in questi giorni. Marco Grasso oggi ha raccontato i dubbi di aziende come Leonardo e Gewiss sugli affari che gli venivano proposti dal duo fiorentino Renzi-Carrai, che venivano considerati “troppo vicini ai servizi israeliani”. Scrive lo stesso Carrai nel 2018: “Non vogliono interfacciarsi direttamente con una società israeliana o italiana controllata da società israeliana”. Un rappresentante del colosso della cybersicurezza Gewiss spiega: “È molto delicato far entrare sui nostri sistemi, in ambito cyber, soggetti legati ad apparati stranieri soprattutto in area Israele”. Sul Fatto di domani leggerete un altro capitolo di questa vicenda.


I NUMERI SMENTISCONO LA MINISTRA: IL “NUOVO” RDC ALLA METÀ DELLA PLATEA. La ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone l’aveva promesso il due gennaio: il target è garantire il sussidio a 737.400 famiglie per gennaio. L’assegno di inclusione (Adi), lo strumento che ha sostituito il tanto vituperato Reddito di cittadinanza, però, è arrivato ad appena 450 mila domande evase, il 90% delle quali presentate da ex beneficiari del Rdc. Numero, quello fornito dal Sole 24 Ore, che contraddice la parola della ministra. E bisogna considerare la sforbiciata sull’entità dell’assegno (350 euro circa), i controlli molto ferrei in ingresso e la piattaforma web che funziona assai male. Mettiamoci anche i milioni di famiglie sotto la soglia di povertà e la discussione sul salario minimo impantanata per volere della maggioranza, e la frittata è fatta. Sul giornale di domani troverete un resoconto di come stanno andando i numeri e leggerete anche una storia molto particolare di una persona in grave difficoltà che ha chiesto aiuto allo Stato.


GUERRA A GAZA: BLINKEN (USA) CHIEDE A ISRAELE DI EVITARE ULTERIORI DANNI AI CIVILI, IL NAZIONALISTA BEN GVIR: “CON HAMAS CI VUOLE IL BASTONE”. LIBANO, UCCISO UFFICIALE DI HEZBOLLAH. Nel giorno in cui il segretario di Stato americano, Blinken, incontra il presidente Netanyahu e i rappresentanti del governo israeliano per discutere la crisi in Medio Oriente, il ministro Gallant annuncia che le operazioni si intensificheranno, soprattutto a sud della Striscia e chiede agli Stati Uniti più pressioni sull’Iran, sostenitore di Hamas. Per Blinken è la quarta missione da quando, il 7 ottobre, Hamas ha firmato il massacro con 1.200 morti e più di 300 ostaggi, molti dei quali ancora prigionieri dei fondamentalisti. Anche oggi il funzionario americano ha chiesto ad Israele di evitare “ulteriori danni ai civili”. Gli ha risposto il ministro dell’ultra destra Ben Gvir: “Signor segretario Blinken, non è questo il tempo di parlare dolcemente con Hamas. Questo è il tempo di usare un grosso bastone”. Intanto il numero dei caduti cresce; per le fonti palestinesi sono più di 21 mila, l’Idf conta 185 soldati uccisi. “Israele entra in una nuova fase della guerra ma non ha ancora un piano per Gaza” titola oggi la versione on line del quotidiano Haaretz. Resta molta confusione su quel che accadrà dopo, frutto dello scontro interno ad Israele, tra il premier da un lato – Netanyahu rifiuta di dimettersi nonostante il disastro del 7 ottobre – e l’opposizione e l’esercito dall’altra. All’Onu, ennesimo disaccordo su una possibile tregua. L’ambasciatore Gilad Erdan ha ricordato che uno degli ostaggi ha compiuto il suo primo anno di vita nelle mani di Hamas; in queste condizioni, parlare di cessate il fuoco è improponibile e per Erdan, stando così le cose, “l’Onu non ha ragione di esistere”. In questo contesto perdura la tensione sull’altro fronte, quello con il Libano. Il Gabinetto di guerra del governo di Tel Aviv ha deciso comunque di consentire alle agenzie delle Nazioni Unite l’accesso al nord di Gaza per valutare lo stato delle infrastrutture e le necessità della popolazione. Ali Hussein Barji, ufficiale responsabile delle forze aeree di Hezbollah, che ha lanciato diversi raid con i droni, è stato ucciso in un attacco aereo nel sud del Libano. Sul Fatto di domani leggerete altri particolari sulla giornata, e un approfondimento su come armi cinesi sono arrivate ad Hamas attraverso la Nord Corea.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Pozzolo sospeso, l’indagine prosegue. Lo aveva detto Giorgia Meloni durante la conferenza stampa di inizio anno e così è stato: il deputato Emanuele Pozzolo è stato sospeso dal gruppo di FdI alla Camera su decisione dell’ufficio di presidenza del partito a Montecitorio. L’indagine sul caso dello sparo di Capodanno prosegue.

Abuso d’ufficio e traffico d’influenze, il governo tira dritto. La commissione Giustizia del Senato ha concluso l’esame degli emendamenti all’articolo 1 del ddl Nordio, che prevede l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio e un intervento su quello di traffico di influenze. Sull’abuso tutti gli emendamenti delle opposizioni sono stati cassati. Sul fatto di domani vedremo cosa sta succedendo sul secondo reato.

Cabinovia si schianta in Austria. Una cabinovia si è schiantata nel comprensorio sciistico di Hochoetz, Tirolo, in Austria. Tutti e quattro gli occupanti della cabinovia sono rimasti gravemente feriti. Secondo la polizia, la cabinovia potrebbe essere stata colpita da un albero, per il momento è escluso il difetto tecnico.

Strage di Erba, la procura dice sì all’istanza di revisione di Rosa e Olindo: l’udienza a marzo. Comincerà il primo marzo a Brescia la discussione sull’istanza di revisione della sentenza con cui sono stati condannati all’ergastolo i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi per la strage di Erba, nella quale l’11 dicembre 2006, a colpi di coltello e spranga, furono uccisi Raffaella Castagna, il figlio di due anni Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. La Corte d’Appello di Brescia ha detto sì all’istanza di revisione depositata dai legali della coppia nell’ottobre scorso.


OGGI LA NEWSLETTER FATTO FOR FUTURE

Riscaldamento globale, dopo il 2023 dei record le previsioni per il 2024 sono peggiori: “Supereremo +1,5° C”

di Riccardo Antoniucci

Il 2024 sarà l’anno in cui sperimenteremo cosa vuol dire un riscaldamento globale di +1,5° C. La previsione ormai circola tra scienziati climatologi. L’ultimo in ordine di tempo è stato James Hansen, lo scienziato della Nasa che fu tra i primi, negli anni 1980, a mettere in guardia la politica mondiale contro i rischi del cambiamento climatico. Intervistato dal quotidiano britannico Guardian, Hansen ha dichiarato che il riscaldamento globale causato dalla combustione di combustibili fossili, amplificato dall’evento climatico El Niño che si ripete naturalmente, entro maggio spingerà le temperature fino a picchi temporanei di 1,7° C sopra la media del periodo preindustriale (cacolata sulle temperature registrate tra il 1850 e il 1900). Ovviamente, la causa è essenzialmente l’attività umana.

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