Il Fatto di domani. Riforme della Giustizia, tutti contro Nordio, compresi i magistrati. Elezioni regionali, in Sardegna la Lega scarica Solinas, via libera al meloniano Truzzu

18 Gennaio 2024

GIUSTIZIA, SCONTRO APERTO NORDIO-SCARPINATO. INTERCETTAZIONI, L’ANM: “NON È ACCETTABILE CHE CON LA SCUSA DEL BUDGET IL POTERE ESECUTIVO CONTROLLI L’ATTIVITÀ GIUDIZIARIA”. La scena nell’aula del Senato, ieri sera, è stata questa: il ministro Nordio e la maggioranza (esclusi Bongiorno e Romeo), sono andati via durante l’intervento del senatore Roberto Scarpinato del M5s. L’ex Pm li ha freddati: “Bene, resteremo noi a difendere questo Paese”. Nordio, artefice di interventi che mirano a eliminare l’abuso d’ufficio, mettere il bavaglio ai giornalisti, rinnegare le statistiche sulla corruzione in Italia, frenare le intercettazioni, ha deciso di non ascoltare Scarpinato che diceva: “Ministro, lei è certamente l’uomo giusto per ricoprire l’incarico che le è stato affidato in questo tempo della storia caratterizzato da una grave crisi della democrazia…”. Anche un altro ex magistrato, il deputato Cafiero De Raho, è stato censurato alla Camera perché ha accusato il governo di fare una politica di “favore alle mafie”. Capitolo intercettazioni: oggi a SkyTg24 Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, ha affermato: “C’è un forte dissenso col ministro Nordio sulle intercettazioni. Lui parla di spesa eccessiva, ma rispetto a cosa? Riconosce che ci sono indagini di mafia e terrorismo che sono importanti e vanno tenute lontane da riforme che comprimano lo strumento. Su quei procedimenti gran parte della spesa viene riversata. Su cosa vuole tagliare?. Su tutto il territorio nazionale c’è già un tariffario unico, mi pare un problema risolto. Il problema è che ritiene che ci siano alcune intercettazioni che non vanno fatte. Ma non è accettabile che il potere esecutivo attraverso il budget controlli l’attività giudiziaria”. Sul Fatto di domani leggerete come prosegue lo scontro sulla giustizia.


ELEZIONI REGIONALI, L’INCHIESTA PER CORRUZIONE AZZOPPA SOLINAS (LEGA) E LANCIA TRUZZU (FDI): LA GUERRA NEL CENTRODESTRA SUI GOVERNATORI. Due imputazioni per concorso in corruzione, un sequestro di immobili e altri beni per un valore di 350 mila euro. L’inchiesta della magistratura su Christian Solinas mette fuori gioco il governatore uscente dalle elezioni in Sardegna del 25 febbraio. Il presidente della giunta sponsorizzato dalla Lega cederà il passo al candidato di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu. Salvini ha ingranato la retromarcia, perché “l’unità della coalizione di centrodestra viene prima di logiche di partito e personali”. Il sigillo arriva dal vicesegretario e braccio destro del Capitano, Andrea Crippa: “Alla fine, vista anche l’insistenza di FdI, il candidato sarà Truzzu”. Salvini e Meloni da tempo sono in lite sui candidati per le amministrative. Fino a ieri il Carroccio sembrava deciso a difendere Solinas. Se non altro, per alzare la posta nel negoziato. Ma il sequestro di beni del governatore e le indagini per corruzione hanno spinto i leghisti alla ritirata. Ora la Lega prova a rimescolare le carte. A partire dalla Basilicata, dove il candidato è il governatore in carica Vito Bardi, sostenuto da Forza Italia. Crippa ha invitato Tajani a rinunciare al suo uomo, come la Lega con Solinas. “Non esiste”, ha risposto il capogruppo alla Camera Paolo Barelli. Di sicuro, è saltata la prassi elettorale del presidente uscente come il candidato di coalizione. Come già accaduto in Sicilia, dove Nello Musumeci – di Fratelli d’Italia – ha lasciato campo libero al forzista Renato Schifani. Sul Fatto di domani vi racconteremo la guerra nel centrodestra per le urne delle amministrative, e i guai giudiziari del governatore sardo Christian Solinas.


SALUTO ROMANO, PER LA CASSAZIONE NON È REATO DURANTE LE COMMEMORAZIONI. Dopo il caso Acca Larentia, con le braccia tese in ricordo di tre giovani missini uccisi, era attesa la decisione della Suprema corte sul saluto romano di tradizione fascista. Gli ermellini si pronunciavano sul processo riguardante la commemorazione nel 2016 in onore di Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù ucciso nel 1975 a Milano. Otto esponenti dell’estrema destra furono rinviati a giudizio per il braccio alzato durante quelle celebrazioni: assolti in primo grado nel 2020, condannati in appello nel 2022. Ora si dovrà celebrare un processo di secondo grado, per la gioia di Casapound che ha esultato dopo il verdetto. Per le sezioni riunite della Cassazione, il saluto romano integra il reato di apologia di fascismo definito dalla legge Scelba. “La ‘chiamata del presente’ è un rituale evocativo della gestualità propria del disciolto partito fascista e i per i giudici è idonea a integrare il concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista”, si legge nella motivazione provvisoria. Oltre alla legge Scelba, il saluto fascista “rientra nel perimetro punitivo della ‘legge Mancino’ quando realizza un pericolo concreto per l’ordine pubblico”, ha affermato l’avvocato generale della Cassazione Pietro Gaeta. Dunque, le commemorazioni funebri sembrerebbero escluse, a patto che non ci siano minacce per la sicurezza. “Acca Larentia con 5mila persone è una cosa diversa da quattro nostalgici che si vedono davanti a una lapide di un cimitero e uno di loro alza il braccio – ha aggiunto Gaeta – bisogna distinguere la finalità commemorativa con il potenziale pericolo di ordine pubblico”. Sul Fatto di domani, torneremo su Acca Larentia e approfondiremo la pronuncia della Cassazione.


GUERRA ISRAELE-HAMAS, IL PIANO DEI PAESI ARABI: “OSTAGGI RILASCIATI, RAPPORTI CON RIAD, E UNO STATO PALESTINESE”. NETANYAHU CONTRARIO. IL PAKISTAN REPLICA ALL’IRAN CON UN RAID: 9 MORTI. Il Wall Street Journal pubblica una indiscrezione secondo cui i Paesi arabi hanno un piano per chiudere la guerra tra Israele e Hamas, scaturita dal massacro del 7 ottobre compiuto dai fondamentalisti, con 1.200 morti e più di 300 ostaggi, 130 dei quali ancora prigionieri. Il piano, promosso dall’Arabia Saudita, prevede, tra i punti fondamentali, il rilascio degli ostaggi in cambio della nascita di uno Stato palestinese. Gli Stati Uniti e l’Europa sarebbero concordi. Tuttavia, dai protagonisti del conflitto arrivano segnali negativi: ieri, Hamas ha detto di non riconoscere Israele e che uno Stato Palestinese deve essere l’unico ad esistere in quella parte di Medio oriente. E il premier israeliano Netanyahu in conferenza stampa a Tel Aviv dichiara: “La guerra continuerà: ci vogliono pochi mesi per la vittoria”. A proposito di ostaggi, il presidente Isaac Herzog ha pronunciato il suo discorso a Davos con accanto la foto di Kfir Bibas, il neonato che oggi compie un anno ed è da 3 mesi nelle mani di Hamas: “Nessun israeliano sano di mente sta pensando al processo di pace adesso: c’è molta preoccupazione per la propria esistenza”, ha detto Herzog. Sul fronte Iran-Pakistan, Islamabad ha risposto ai raid aereo di Teheran di ieri, che ha affermato di aver colpito ua “base di terroristi iraniani” e a sua volta ha bombardato la città di Saravan: bilancio, nove vittime. Crisi nel Mar Rosso, il presidente americano Biden conferma: “Continueremo a colpire gli Houthi”. Sul giornale di domani leggere altre notizie sul conflitto che si allarga sempre più, e una nuova puntata del diario da Gaza.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Mes, Giuseppe Conte ascoltato dal Giurì d’onore (e domani tocca a Meloni). È durata un’ora e mezza l’audizione (secretata) del leader M5s davanti all’organo giudiziario della Camera dei deputati. Il giurì dovrà chiarire se le accuse di Meloni siano fondate. La premier aveva imputato a Conte di aver ratificato il Mes senza un mandato parlamentare e col “favore delle tenebre”, ovvero dopo le sue dimissioni. Domani il giurì riceverà la presidente del Consiglio. La commissione – presieduta dal forzista Giorgio Mulè – presenterà il verdetto entro il 9 febbraio.

Processo Giulia Tramontano, Impagnatiello chiede scusa e la famiglia esce dall’aula. Folla di curiosi e giornalisti, alla prima udienza davanti ai giudici della Corte d’Assise di Milano. Tanto da spostare il procedimento in un luogo più ampio. L’imputato Alessandro Impagnatiello, 30enne ex barman, ha chiesto “scusa per la sua crudeltà”, mentre i familiari della vittima uscivano dall’aula per non ascoltarlo. Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, è stata ammazzata a Senago, nel Milanese, con 37 coltellate il 27 maggio 2023.

Meloni silenzia il Parlamento con 16 decreti omnibus. Bocciati dalla Corte costituzionale e dal Quirinale, eppure il governo ha collezionati ben 16 dall’inizio della legislatura, secondo Openpolis. Sono provvedimenti stile “insalata mista”, dove coabitano misure molto diverse e che poco hanno in comune. Ad esempio, il decreto Caivano mescola la criminalità minorile con la diga di Montaquila in Molise.


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