Il Fatto di domani. Il ciclone Nordio sulla giustizia: la prescrizione si fa in 5. La “guerra a pezzi” del Medio Oriente

Di FQ Extra
21 Gennaio 2024

CAOS NORDIO: CON LA RIFORMA DELLA PRESCRIZIONE SI MOLTIPLICANO LE ECCEZIONI. “Il ministro Nordio dice che le intercettazioni sono inutili o dannose. Ma noi vorremmo una valutazione del rapporto costi-benefici. Le intercettazioni costano, ma danno dei benefici in termini di recupero di risorse illecite”. Queste parole sono del presidente dell’Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia, che oggi è intervenuto al Comitato direttivo. L’analisi costi-benefici l’abbiamo pubblicata oggi sul Fatto, e dimostra che dai sequestri delle indagini si ricava molto più di quello che si spende in intercettazioni: la proporzione è di 1 a 5. Sul Fatto di domani ci occuperemo di un’altra presunta riforma di Nordio, quella della prescrizione. Con la nuova modifica, che riporta le cose al 2017, fortemente voluta dal Guardasigilli, i giudici dovranno applicare cinque leggi diverse con un inevitabile effetto confusione e ritardi all’orizzonte. Daremo voci agli allarmi di magistrati e membri del Csm.


CYBER SICUREZZA, LE PRESSIONI POLITICHE PER SALVARE GASPARRI. Il caso era stato sollevato dal Fatto e dalla trasmissione di Rai3 Report: Maurizio Gasparri ha un incarico di presidente della società di sicurezza informatica Cyberealm, dal 2021, senza mai averlo mai comunicato a Palazzo Madama. A metà dicembre, la Giunta per le elezioni del Senato ha stabilito che il ruolo è compatibile con il seggio in Parlamento. L’organo di vigilanza ha anche rifiutato di fornire a Report, che l’aveva chiesta, la documentazione obbligatoria sugli incarichi e le attività depositata da Gasparri all’atto dell’insediamento, e che non è del pubblica perché contiene dati sensibili. La decisione è stata presa grazie al voto a maggioranza del centrodestra più Italia Viva. Sul Fatto di domani leggerete una novità su questa inchiesta.


PER FAR CASSA, IL GOVERNO RICICLA LE PRIVATIZZAZIONI, MENTRE IGNORA LE CRISI INDUSTRIALI. Trovare 15-20 miliardi all’anno per rispettare i vincoli di bilancio europei, che tornano in auge quest’anno. È un problema per il governo e per il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Soprattutto perché Bruxelles ha gli occhi puntati sull’Italia. Indicativo il caso delle parole di Valdis Drombovskis, il vicepresidente della Commissione Ue che l’altro ieri sembrava aver detto che Roma è fuori dai parametri, salvo poi essere smentito dal suo staff, che ha parlato di errore di traduzione. Per uscire dall’impasse il governo ha questa questa idea: vendere pezzi di aziende pubbliche per ricavare qualche miliardo una tantum. Si parla di un 4% di Eni, di una quota di Poste, di Monte dei paschi di Siena. Sul Fatto di domani vedremo perché il progetto è fallimentare. Giorgetti si difende dicendo che non si tratta di una privatizzazione, ma di “razionalizzazione del patrimonio delle partecipate”. A ruota lo segue il ministro del Made in Italy Adolfo Urso, che però in parte si smentisce da solo: “Il governo non fa cassa. In un piano di privatizzazioni anche per sostenere il debito pubblico il governo mette in campo alcuni strumenti per acquisire risorse ben garantendo però il controllo pubblico delle aziende strategiche”. Inoltre, l’esecutivo Meloni non sembra avere un piano per risolvere le centinaia di crisi industriali che riguardano il comparto produttivo. Sono a rischio di decine di migliaia di posti di lavoro: leggerete la nostra analisi sul giornale di domani.


IN MEDIO ORIENTE È UNA GUERRA REGIONALE “A PEZZI”. RAID A DAMASCO UCCIDE 4 IRANIANI. L’espressione è di Papa Francesco, che nelle sue invocazioni per la pace e la fine dei conflitti ha parlato di “guerra mondiale a pezzi”. Si può applicare la stessa analisi al Medio Oriente? A 106 giorni dallo scoppio della guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza, dopo il massacro del 7 ottobre, sullo scacchiere mediorientale si moltiplicano le tensioni Nelle acque del Mar Rosso gli Stati Uniti e la Gran Bretagna bombardano la milizia sciita degli Houthi, sostenuta dall’Iran. Israele colpisce il sud del Libano per rispondere ai lanci di razzi di Hezbollah (quinta colonna dell’Iran, oggi l’Idf ha ucciso due esponenti dell’organizzazione), ma anche in Siria. Oggi a Damasco un missile ha colpito un palazzo uccidendo 4 consiglieri militari iraniani (dicono le Guardie rivoluzionarie, secondo altre fonti due capi dell’intelligence) e almeno altre 6 persone. L’Iran accusa Tel Aviv, che non rivendica mai bombardamenti all’estero, e minaccia reazioni. Ci sono poi i colpi incrociati di Pakistan e Iran sul Belucistan, dove sono presenti gruppi islamisti sunniti invisi a entrambi i regimi. Sul Fatto di domani leggerete un’analisi dell’Osservatorio sicurezza internazionale, con una mappa degli ultimi scontri bellici o proto-bellici. Nella Striscia di Gaza, intanto, l’Idf ha ripreso a combattere a Gaza City dove, secondo gli analisti, Hamas si sarebbe parzialmente reinsediata dopo lo spostamento a sud del fuoco dell’offensiva israeliana. I morti palestinesi sale e sfiora 25 mila. L’esercito ha smentito un reportage del New York Times che raccontava la frustrazione dei militari sul fatto che la strategia d’attacco non porti alla liberazione degli ostaggi. Hamas dice che non vuole tenere i prigionieri per sempre e “alla fine Israele sarà costretta” a trattare. Un altro fronte di alta tensione di cui parleremo è quello che divide sempre più Joe Biden e Bibi Netanyahu: quest’ultimo ha frontalmente criticato il presidente Usa ieri.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Vicenza, manifestazione contro stand di orafi israeliani. Un corteo di migliaia di persone organizzato dai centri sociali del nord-est ha provato oggi a interrompere la fiera VicenzaOro, che ospita un padiglione con stand di produttori orafi israeliani, in protesta contro la condotta del governo di Tel Aviv a Gaza. La polizia ha fermato il corteo, ne sono nati scontri con la polizia, con cariche e idranti.

Beatrice Venezi ringrazia Virginia Raffaele. “L’imitazione è una forma di consacrazione, quindi grazie a Virginia Raffaele. Se poi piace o no lo decide il pubblico”. Lo ha scritto in un post su X Beatrice Venezi, a proposito dell’imitazione da parte dell’attrice nel suo nuovo programma Colpo di Luna su Rai1. Secondo indiscrezioni, la performance aveva infastidito il ministro della Cultura Sangiuliano.

Roma, le mani sul Teatro della città. Oggi il cda della fondazione Teatri di Roma (che riunisce l’Argentina e l’India) ha eletto Luca De Fusco, candidato ritenuto vicino alla destra di governo. Insorgono il sindaco della Capitale Gualtieri e l’assessore alla Cultura Gotor: “È evidente che è in corso un tentativo di occupazione da parte della destra di una fondamentale realtà del sistema culturale romano e italiano”.


OGGI LA NEWSLETTER CHE C’È DI BELLO

Quant’è “Bella” la Frankenstein femminista

di Federico Pontiggia

Martedì le nomination ai 96esimi Academy Awards diranno meglio dei rapporti di forza, intanto s’è fatto preferire a Barbie agli 81esimi Golden Globes: migliore commedia e migliore attrice, Emma Stone, alla faccia della regista Greta Gerwig e della sua “bambola” Margot Robbie. A istruire il confronto il genere, fresco e di gran voga, cui afferiscono: l’autodeterminazione femminile, sia la creatura Mattel che approda dal ginecologo o la creatura, alla voce Frankenstein, che si fa un’educazione sessuale al bordello parigino.

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