L’approvazione da parte della Camera del ddl S.693 va in direzione contraria rispetto al diritto sancito dalla Costituzione di manifestare e di esprimere la propria opinione, di mobilitarsi e di protestare. Con questa legge il Parlamento ha deciso di punire più gravemente chi imbratta per protestare legittimamente contro un’ingiustizia sociale rispetto a chi semplicemente vandalizza un manufatto senza alcun motivo. Vuol dire tornare al reato di opinione, inaccettabile in una democrazia. Chiediamo al Presidente Mattarella di non firmare la legge come presa di posizione chiara rispetto a queste intimidazioni e chiediamo che solleciti il Governo invece a intervenire per le vittime della crisi in Italia. Clicca qui per inviare una mail chiedendo a Mattarella di non firmare questa legge.
La posizione del Quirinale
Il presidente Mattarella più volte ha sottolineato l’ingiustizia che i giovani stanno vivendo con la crisi climatica. Nel Messaggio di Fine Anno del 31 dicembre 2022 ha dichiarato: “Non è un caso se su questi temi, e in particolare per l’affermazione di una nuova cultura ecologista, registriamo la mobilitazione e la partecipazione da parte di tanti giovani”. Ma anche nel recente Messaggio di Fine Anno del 31 dicembre 2023: “I giovani si sentono fuori posto. Disorientati (…) Un disorientamento che nasce dal vedere un mondo che disconosce le loro attese. Debole nel contrastare una crisi ambientale sempre più minacciosa”. Se queste parole sono sincere, il Presidente avrà chiaro cosa spinge comuni cittadini e cittadine appartenenti alla società civile a fare gesti tanto eclatanti e saprà che la reazione del governo dovrebbe essere di rispondere alle richieste di intervento e non di mostrare i muscoli con leggi contra personam. Per questo chiediamo che la più alta carica dello Stato e tutore della democrazia, non firmi la legge.
Il silenzio assordante del governo e la riduzione della democrazia
Resta assordante il silenzio con cui il governo risponde alle richieste di intervento per la Crisi, in particolare rispetto all’istituzione di un Fondo di Riparazione. Questo governo, come i precedenti, non ha alcuna intenzione di affrontare i problemi strutturali alla base della crisi ecologica e sociale in corso. Infatti, l’atto del governo non ha niente a che vedere con la tutela del patrimonio artistico ed architettonico del Paese, già rigorosamente protetto dalla legislazione corrente, ma si tratta esclusivamente di una legge contro Ultima Generazione. Un pericoloso precedente con il quale si colpisce chi protesta pacificamente e in modo rigorosamente non violento per un motivo legittimo, e si attacca un’opinione rendendola reato. Si apre così la strada al reato di opinione che non esiste in nessuna democrazia, perché la democrazia si fonda proprio diritto di protesta e di opinione.
I 12 cittadini di Ultima Generazione ancora sotto misure cautelari
Non dimentichiamo che proprio in conseguenza dell’esercizio del diritto di protesta e manifestazione nonviolenta, 12 cittadini di Ultima Generazione sono stati arrestati, per tre giorni tenuti in carcere e sono tuttora sottoposti al provvedimento di obbligo di dimora per il blocco stradale a Fiumicino dello scorso 4 dicembre; ripercussioni esorbitanti dato che il blocco stradale a tutt’oggi è sanzionato con una sanzione amministrativa pecuniaria.
Le tante facce del Parlamento: repressori, ignavi, assenti
Che questo provvedimento sia opera del governo Meloni ed abbia avuto i voti della destra non ci sorprende. Ci scandalizzano i 10 astenuti d’Italia Viva e di Azione che, come gli ignavi della Divina Commedia, hanno deciso di non schierarsi: i complici migliori di ogni cultura autoritaria repressiva. Siamo profondamente delusi dall’assenza al voto del leader di partito Bonelli (Verdi), Conte (Movimento 5 Stelle) e Schlein (PD). Sebbene i deputati di questi partiti abbiano votato contro il ddl, la loro assenza su un provvedimento legislativo pericoloso per tutti noi cittadini denota superficialità e sottovalutazione del problema. Ci sentiamo invece di ringraziare tutte quelle voci che nell’aula di Montecitorio si sono levate con chiarezza non solo a difesa di Ultima Generazione, ma in primis a salvaguardia di un diritto democratico.