In principio fu Confindustria. Quando a inizio autunno del 2019 il governo Conte si pronunciò per la plastic tax, una tassa su imballaggi e contenitori di plastica, a esprimere “forte contrarietà” fu l’associazione degli industriali, che in una nota scrisse: “Non ha finalità ambientali, penalizza i prodotti e non i comportamenti, e rappresenta unicamente un’imposizione diretta a recuperare risorse ponendo ingenti costi a carico di consumatori, lavoratori e imprese”.
A quel punto gli interessi in campo erano chiari e chi poteva intestarsi con fierezza mista a impudenza i desideri del capitalismo italiano?
A partire dall’ottobre del 2019, Matteo Renzi e la sua Italia Viva sulla plastic e la sugar tax fanno le barricate. “Abbiamo vinto sulle tasse sui cellulari e sul gasolio, ora combattiamo contro le tasse sulle auto aziendali, la plastica e lo zucchero” è una delle prime dichiarazioni dell’ex premier alle agenzie: “Ci sono i No Tav, i No Tap. E poi c’è Italia Viva che è No Tax”. “La plastic tax – aggiunge – serve a fare cassa”.
Poi parte il tour presso le aziende, a cominciare dall’Emilia-Romagna dove nasce la supercazzola dell’economia circolare: “Per essere credibili, anziché tassare e tartassare i cittadini, iniziamo a smaltire i rifiuti, cominciando da Roma” scrive nella e-news di fine ottobre. “I rifiuti sono una ricchezza – aggiunge – la materia prima per il riuso e il riciclo: solo noi italiani buttiamo via soldi pagando per portare i rifiuti all’estero. Anziché mettere tasse sulla plastica, facciamo gli impianti per riciclarla e trasformarla”. Dell’economia circolare a Renzi non importa un granché, e infatti non sarà mai più nominata.
Ma la plastic tax viene nominata, eccome, per minacciare anche la crisi del governo Conte ritirando poi l’azzardo quando viene ottenuto il rinvio della tassa a partire dal 1º luglio successivo: “Il governo nasce per evitare l’aumento dell’Iva. Primo obiettivo raggiunto. Bene lo stop all’aumento delle tasse su auto, cellulari, casa. Sugar e plastic tax rinviate: nel 2020 riusciremo a cancellarle”. E infatti ci riesce; a oggi le due tasse gemelle, plastic e sugar, con un gettito potenziale di circa 650 milioni non sono mai entrate in vigore. Quali interessi abbiano lavorato a fondo per questo obiettivo è un po’ più chiaro.