Il Fatto di domani. Gran giurì sul Mes, Conte rovescia il tavolo. A Sanremo, la Rai presa nella tenaglia tra Travolta e trattori

Di FQ Extra
8 Febbraio 2024

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L’ORA DEL GRAN GIURÌ, MA CONTE RITIRA L’ISTANZA: NIENTE VERDETTO AL DUELLO MELONI-CONTE SUL MES. Il Giurì d’onore ha preso polvere per gran parte della storia repubblicana, ma ora pare al centro del Parlamento. Non c’è solo il duello Meloni-Conte sulla ratifica del Mes. Oggi il senatore fratello d’Italia Alberto Balboni ha annunciato il ricorso alla Commissione speciale per il bisticcio di ieri in commissione Affari costituzionali. Il collega Tino Magni (Avs) lo aveva accusato di irridere gli emendamenti alla riforma del premierato, come in una lite tra adolescenti. Balboni ha negato e oggi ha minacciato di far intervenire la forza pubblica a Palazzo Madama, prima di scendere a più miti consigli invocando il gran Giurì. L’istituto può essere chiamato in causa da un parlamentare quando si sente leso nell’onore da un altro eletto. A chiederne il giudizio, l’anno scorso furono i dem accusati dal meloniano Giovanni Donzelli di complicità coi terroristi, per i colloqui in carcere con l’anarchico Cospito e i boss mafiosi al 41 bis. Poi è stato il turno di Giuseppe Conte, per via dell’invettiva di Giorgia Meloni sul Mes, ratificato “col favore delle tenebre dopo le dimissioni”. Il leader pentastellato aveva fornito alla Commissione i documenti per smentire la premier. Ieri, dal Giurì si sono dimessi i componenti dell’opposizione: Filiberto Zaratti di Alleanza Verdi-sinistra e Stefano Vaccari del Pd. I due hanno accusato il Giurì di violare l’obbligo dell’imparzialità con un giudizio a favore di Meloni. Fiutato il vento, Conte ha ribaltato il tavolo e ritirato l’istanza al Giurì. Dunque niente verdetto. I meloniani lo hanno accusato di oltraggio alle istituzioni, il leader 5S ha risposto che la mossa era necessaria perché “ la verità è che si voleva forse far vincere facile Meloni, ma a perdere sarebbero state le istituzioni”. Sul Fatto di domani, vi racconteremo i retroscena del giudizio mancato e le liti da asilo in Parlamento.


NEL CARROZZONE DI SANREMO I TRATTORI FINISCONO COME ZELENSKY. GLI AGRICOLTORI ATTACCANO LOLLOBRIGIDA. E alla fine la protesta dei trattori a Sanremo è finita come con il video di Zelensky. Il videomessaggio del presidente ucraino fu confinato all’1.45 di notte in chiusura della serata finale. Le rivendicazioni degli agricoltori saranno relegate a un comunicato letto da Amadeus, venerdì. Eppure, un piccolo gruppo di agricoltori (della sigla Riscatto Agricolo) è arrivato davvero nella cittadina ligure, dopo un viaggio di 250 km da Melegnano (Milano). “Noi sul palco dell’Ariston vogliamo esserci e partiamo ugualmente, cercheremo di far cambiare rotta”, ha detto il portavoce del gruppo di agricoltori, che poi minaccia: “Se non potremo salire sul palco dell’Ariston, saremo costretti a concentrare su Sanremo tutti i trattori dei presidi della Lombardia, del Piemonte e della Liguria”. La richiesta è di essere ricevuti da Amadeus e la direzione della Rai. Danilo Calvani, leader della sigla Cra Agricoltori Traditi, in proposito ha commentato: “È stato fatto qualcosa di vergognoso”, intendendo i vertici Rai. L’ex forcone è più interessato alla manifestazione su Roma, che dovrebbe arrivare in due tempi tra domani sera e la prossima settimana. Calvani ha chiesto le dimissioni per “manifesta inferiorità” del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida: “Sta rappresentando solamente la Coldiretti e i suoi vertici, non noi agricoltori”. Riscatto agricolo ha lanciato un ultimatum al ministro cognato di Meloni: se non li riceverà, entreranno coi trattori nella Capitale senza autorizzazione. Il ministro è in imbarazzo, ha provato a difendersi ricordando che gli sgravi sull’Irpef agricolo sono stati ripristinati (ma solo sotto i 10 mila euro) e si è giustificato dicendo che “i soldi non si stampano come nel Monopoly”. Italia Viva ha chiesto le sue dimissioni in Parlamento. Anche la Lega sguazza: il capogruppo Riccardo Molinari ha detto che rimuovere gli sgravi sull’Irpef agricola è stato un errore, e il partito in una nota fa sapere di essere “da sempre al fianco di agricoltori, allevatori e pescatori. Ben prima della protesta di queste settimane”. Sul Fatto di domani approfondiremo questa battaglia interna alla destra.


SANREMO, JOHN TRAVOLTA ACCENDE IL FESTIVAL: PUBBLICITÀ OCCULTA PER LE SCARPE, LA GAG “TERRIFICANTE” DEL QUA-QUA-QUA. AMADEUS: “SOLO STRONZATE”. Tornando a Sanremo in quanto spettacolo. La seconda serata del Festival regala la prima vera polemica, Trattori permettendo. Nel tritacarne è finito nientemeno che John Travolta, protagonista di “La febbre del sabato sera” e “Pulp fiction”. L’attore è salito sul palco con un paio di sneakers ai piedi, con il marchio U-power ben in vista. Gli screenshot delle inquadrature dall’Ariston con le scarpe di Travolta sono stati condivisi sui social dell’azienda insieme all’annuncio: “in anteprima le nuovissime sneakers”. Il sospetto è che si tratti di pubblicità occulta. Del resto, già l’anno scorso il Festival era incappato nella grana della réclame nascosta, con Chiara Ferragni e la promozione di Instagram. Amadeus ha declinato ogni responsabilità: “Non so neanche la marca, come potete immaginare che io faccia promozione a un paio di scarpe di Travolta?”. Poi è sbottato: solo “una stronzata per fare polemica”. Però la Rai ha ammesso l’errore: non aver oscurato il logo sulle calzature. Il divo avrebbe ricevuto solo un rimborso spese dal viale Mazzini. Alcuni rumors accreditano l’ipotesi che il cachet per l’attore – un milione di euro – sia arrivato dall’azienda di abbigliamento. In prima fila all’Ariston ieri sedeva Franco Uzzeni, di U-power, con indosso le stesse scarpe di Travolta, testimonial per il marchio dal 2023. Non è neppure l’unico polverone intorno all’attore, coinvolto da Amadeus e Fiorello in un siparietto spernacchiato sui social. I tre si sono cimentati nel ballo del qua-qua-qua citando le scene leggendarie di Grease e Pulp Fiction, con risultati rivedibili. “Una delle gag più terrificanti della storia della tv”, ha ammesso Fiorello. Neppure Fratelli d’Italia, secondo Adnkronos, avrebbe apprezzato: “Una scena deplorevole”. Tanto da meditare se portare il caso in Parlamento. Stasera salirà sul palco Teresa Mannino, per dare lustro comico alla kermesse. Sul Fatto di domani leggerete il commento di Selvaggia Lucarelli.


MEDIO ORIENTE, BLINKEN: “IL 7 OTTOBRE NON DÀ A ISRAELE LA LICENZA DI DISUMANIZZARE GLI ALTRI”. LA “SOLUZIONE ARAFAT” PER L’ESILIO DI SINWAR IN CAMBIO DI OSTAGGI. Dopo il rifiuto esplicito di Benjamin Netanyahu della proposta di tregua presentata da Hamas (4 mesi e mezzo divisi in tre fasi da 45 giorni e un migliaio prigionieri palestinesi in cambio degli ostaggi), l’esercito israeliano ha intensificato le operazioni nei pressi di Rafah, l’insediamento più a sud della Striscia dove sorge l’omonimo valico verso l’Egitto. Oggi si sono visti raid aerei e incursioni di tank. Prosegue il viaggio diplomatico di Antony Blinken in Medio oriente. Dopo gli incontri di ieri con i vertici politici israeliani (andati piuttosto male a giudicare dalle dichiarazioni di Netanyahu) oggi il segretario di Stato Usa ha incontrato il leader centrista Benny Gantz, e in una conferenza stampa a Tel Aviv ha detto che gli attacchi di Hamas del 7 ottobre non danno a Israele “la licenza per disumanizzare gli altri”. Blinken ha visitato anche il presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen, sostenendo che gli Usa sostengono la creazione di uno Stato palestinese. Il Re di Giordania sarà ricevuto alla Casa Bianca da Biden il 12 febbraio. Sui negoziati, lo stesso Blinken ieri ha dichiarato che un accordo per il cessate il fuoco temporaneo è ancora possibile. Una delegazione di Hamas, guidata dall’alto funzionario Khalil Al-Hayya, è volata al Cairo ieri per riprendere il lavoro sul dialogo. Secondo i media, Israele sarebbe disposto a concedere al leader militare di Hamas Yahya Sinwar la strada dell’esilio in cambio del rilascio di tutti gli ostaggi e della fine del governo di Hamas a Gaza. La chiamano “soluzione Arafat”, riferendosi a quando il leader dell’Olp ottenne il permesso di lasciare Beirut per Tunisi nel 1982. Israele avrebbe presentato ai negoziatori americani a Parigi una lista di altri 5 leader di Hamas oltre a Sinwar che vuole fuori dalla Striscia. L’organizzazione islamista si è detto contrario. Sul Fatto di domani oltre alla cronaca della giornata di guerra, seguiremo il terremoto politico che ha colpito l’Iraq dopo l’ultimo bombardamento americano che ha ucciso il leader di una fazione filo iraniana.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Migranti, la Cassazione rinvia all’Europa il decreto Cutro. La Cassazione a sezioni riunite ha stabilito che dovrà essere la Corte Ue a esprimersi sulla legittimità della richiesta di una cauzione da 5 mila euro per i richiedenti asilo. Condizione stabilita dal governo Meloni nel cosiddetto decreto Cutro, norma disapplicata da alcuni giudici negli ultimi mesi, tra cui notoriamente Iolanda Apostolico.

Napoli: uccide la moglie, spara dalla finestra, poi si suicida. Pasquale Pinto si è tolto la vita prima dell’irruzione degli agenti. L’uomo, 54 anni ed ex guardia giurata, aveva già ucciso la moglie Eva Kaminska, secondo una prima ricostruzione. Il dramma è accaduto a San Giovanni a Teduccio, periferia est di Napoli.

Caccia, pronta la procedura d’infrazione da Bruxelles. La Commissione europea ha inviato una lettera di messa in mora al nostro Paese. Le leggi italiane – targate Lega e FdI – violerebbero la direttiva Ue per tutelare gli uccelli in estinzione e il regolamento Reach, per limitare l’uso del piombo nelle munizioni dei cacciatori nelle aree umide. Il governo ha due mesi di tempo per rispondere a Bruxelles.

Zelensky caccia Zaluzhnyi. Il presidente ucraino ha licenziato il generale Valerii Zaluzhny dopo settimane di voci e indiscrezioni. “Ho incontrato il generale Valerii Zaluzhnyi e l’ho ringraziato per i due anni in cui ha difeso l’Ucraina”, ha scritto Zelensky su X. Poi ha aggiunto che è arrivato il momento del rinnovamento delle Forze armate ucraine.


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