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MELONI INCONTRA GLI AGRICOLTORI A PALAZZO CHIGI CON LOLLOBRIGIDA. MA LE PROMESSE SONO SEMPRE LE STESSE. Palazzo Chigi ha convocato le organizzazioni agricole per un incontro, dopo settimane di proteste dei trattori in Italia e in Europa. Al tavolo c’erano, però, la Cia-Agricoltori Italiani, Coldiretti, Confagricoltura, Fedagripesca e Copagri. Presenti la premier Giorgia Meloni, i ministri Francesco Lollobrigida, finito nel fuoco di fila dei trattori, e Raffaele Fitto. Lollobrigida invece ha incontrato anche i rappresentanti degli agricoltori in rivolta, quelli di Riscatto Agricolo in particolare, che hanno più volte minacciato di entrare con i trattori nella Capitale e a Sanremo, ma che finora non hanno dimostrato di poter mobilitare granché. Oggi a Roma si sono visti solo tre o quattro trattori tra Colosseo e Circo Massimo. All’incontro, Meloni ha offerto come calumet della pace la stessa misura che il governo agita da giorni per provare a placare gli animi, ovvero la reintroduzione dell’esenzione dell’Irpef agricolo ma solo entro i 10 mila euro: un modo, si dice, per favorire le piccole imprese rispetto alle grandi, ma soprattutto un modo di risparmiare soldi di un bilancio di Stato già strizzato. Il governo ha proposto anche di istituire un nuovo tavolo di coordinamento per il lavoro in agricoltura, con i ministeri competenti e i rappresentanti delle organizzazioni agricole e i sindacati dei lavoratori agricoli. Si vorranno “affrontare insieme” i problemi del costo del lavoro, della manodopera, la gestione dei flussi migratori e la semplificazione burocratica. Lo ha annunciato la stessa premier Meloni. E mentre si attende di ascoltare il testo che Amadeus leggerà dal palco di Sanremo stasera (la Rai ha confermato che nessun agricoltore salirà sul palco dell’Ariston), dalle 20 è prevista una sfilata di trattori sul Grande Raccordo Anulare. Sul Fatto di domani vedremo se le offerte del governo saranno sufficienti a chi protesta, e metteremo a fuoco il ruolo di Coldiretti nel nuovo tavolo di settore.
INCHIESTA SULL’EREDITÀ AGNELLI, INDAGATO ANCHE JOHN ELKANN. Sul Fatto di oggi ci siamo occupati del nuovo capitolo nella contesa legale che riguarda l’eredità di Gianni Agnelli, attivata da Margherita, figlia dell’avvocato, che ha presentato un esposto ipotizzando violazioni fiscali della famiglia. La procura di Torino ha avviato accertamenti e la guardia di finanza ieri ha acquisito copiosa documentazione in varie sedi. Sotto la lente c’è il trattamento fiscale del pagamento vitalizio che Margherita versava alla madre, Marella, in virtù di accordi presi nel 2004. Donna Marella è morta nel 2019 indicando come eredi John, Lapo e Ginevra Elkann. Margherita sostiene di essere stata esclusa ingiustamente dalla successione insieme agli altri figli (avuti con il secondo marito, Serge De Pahlen) e ha impugnato i testamenti. I nomi iscritti nel registro degli indagati sono quelli del commercialista torinese Gianluca Ferrero (attuale presidente della Juventus assolutamente estranea alla vicenda), Robert Von Groueningen, amministratore dell’eredità di Marella Agnelli per incarico dell’autorità giudiziaria svizzera, e anche, quello più pesante, di John Elkann, figlio di Margherita e anche amministratore delegato della Exor, la socità di investimento della famiglia. Sul Fatto di domani approfondiremo i contenuti dell’indagine, mettendo in fila i fatti contestati e i ruoli degli indagati.
ISRAELE-GAZA, L’IDF SPINGE A SUD NETANYAHU ORDINA L’EVACUAZIONE DEI CIVILI DA RAFAH. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dato istruzione alle Forze di difesa di presentare al governo piani di evacuazione da Rafah, la città nel sud della Striscia di Gaza dove si concentrerà la prossima operazione dell’esercito. Contemporaneamente le forze israeliane hanno fatto irruzione nell’ospedale Al-Amal di Khan Younis, secondo una denuncia della Mezzaluna Rossa palestinese “È impossibile raggiungere l’obiettivo della guerra di eliminare Hamas e lasciare quattro battaglioni di Hamas a Rafah – ha detto il premier israeliano –. È chiaro che un’operazione massiccia a Rafah richiede l’evacuazione della popolazione civile dalle zone di combattimento”. A Rafah si trovano circa 1,5 milioni di sfollati palestinesi, su 2,3 milioni di abitanti totali nella Striscia di cui si calcola almeno 1,7 milioni siano sfollati e non potranno ritornare nelle loro case, secondo un calcolo del quotidiano di sinistra di Tel Aviv Haaretz, considerando che oltre il 50% degli edifici di Gaza è stato distrutto. Gli Stati Uniti hanno già avvisato l’alleato israeliano che un’operazione a Rafah dal loro punto di vista sarebbe un disastro, ma Bibi sembra intenzionato a perseguire la linea dura, come già era chiaro dal suo rifiuto di accettare un nuovo accordo con Hamas, a costo di perdere la possibilità di ottenere il rilascio degli ostaggi detenuti dagli islamisti. Un ostaggio oggi è morto nel crollo di un edificio: sarebbero più di 30 i prigionieri di Hamas e Jihad islamica deceduti durante la cattività, e circa 100 quelli ancora detenuti in qualche tunnel della Striscia. Dall’Egitto, fonti locali e testimoni oculari hanno rivelato che nuove forze di sicurezza egiziane sono arrivate al valico di Rafah con la Striscia per proteggere ulteriormente il confine e rinforzare la recinzione con filo spinato, per impedire qualsiasi tentativo di sconfinamento. Sul Fatto di domani, oltre alla cronaca della giornata di guerra, parleremo della polemica che rigaurda la concessione di esplorazione per l’estrazione di gas naturale al largo di Gaza, data da Israele a 6 società israeliane e internazionali, tra cui l’italiana Eni, che secondo giuristi e attivisti sarebbe una violazione del diritto internazionale, perché le aree appartengono ai territori palestinesi.
LA “NON INTERVISTA” DEL TRUMPIANO CARLSON A PUTIN, IL FACT-CHECKING. Dopo 14 ore dalla messa in onda sul suo sito (e su quello del Cremlino) l’intervista del giornalista americano Tucker Carlson (licenziato da Fox News per complottismo) con il presidente russo Vladimir Putin ha superato i 100 milioni di visualizzazioni sulla piattaforma X, con cui aveva un accordo di pubblicazione siglato direttamente con il proprietario Elon Musk. 708 mila i like e 226 mila le condivisioni. Più che un’intervista, però, quello del presidente russo è stato quasi un monologo che ha ribadito le posizioni note di Mosca sul conflitto in Ucraina, la Nato e gli Stati Uniti. Per terminare il conflitto in Ucraina, ha detto Putin, l’Occidente deve smettere di inviare armi, e quanto agli Usa Putin ha detto che di recente non ha parlato con Biden e che con Trump ha un rapporto personale. In questo senso, l’operazione mediatica ha un chiaro obiettivo interno, legato alle presidenziali Usa. Ci sono stati colloqui di pace con l’Ucraina che erano “quasi conclusi”, ha continuato Putin ma poi Kiev “ha buttato via tutti questi accordi e ha obbedito alle istruzioni dei Paesi occidentali di combattere la Russia fino alla fine”. Sul Fatto di domani leggerete un fact-checking delle parole di Putin, confrontate con le corrispondenti dichiarazioni dei leader occidentali sugli stessi temi. Dall’Ucraina, come prevedibile, è arrivata una pesante condanna dell’operazione di Carlson.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Il procuratore non processa Biden perché “è un 80enne con poca memoria”: lui si infuria, ma fa un’altra gaffe. Avrebbe forse preferito finire a processo per violazione di segreto di Stato, visto com’è andata. Il procuratore speciale Robert Hur ha deciso invece di non chiedere il rinvio a giudizio per il presidente degli Stati Uniti, per l’accusa di aver conservato e divultago materiali altamente classificati quando era privato cittadino, perché ha giudicato Biden un uomo anziano con la memoria labile. Lui ha convocato una conferenza stampa per infuriata per smentire le accuse, ma poi ha fatto un’altra gaffe, parlando dell’egiziano al-Sisi come presidente del Messico. I repubblicani hanno chiesto l’impeachment del presidente per infermità, sulla base del 25esimo emendamento.
Sanremo, la Rai avvia verifiche legali sul caso Travolta. “Oltre a ribadire l’estraneità” alla finalità promozionale dell’esibizione di John Travolta, viale Mazzini fa sapere di aver “già posto in essere ogni opportuna verifica per fare luce sulla vicenda, e procederà nei confronti di tutti i soggetti in ordine ai quali dovessero emergere eventuali profili di responsabilità”. Il caso è stato sollevato da Selvaggia Lucarelli sul Fatto di oggi.
Elena Cecchettin critica Sanremo per il monologo sull’amore degli attori di Mare fuori. “Le frasi ascoltate ieri su quel palco sono roba da baci Perugina. E soprattutto sono frasi sull’amore. Ma l’amore non ha nulla a che vedere con la violenza maschile contro le donne”. Ha scritto così Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, a proposito dell’intervento del cast di Mare fuori al festival di Sanremo sul tema della violenza contro del donne, di mercoledì 7 febbraio. La riflessione accompagnava la ricondivisione di un post dello stesso tenore della scrittrice Carlotta Vagnoli, che ha parlato di “un siparietto intriso di pinkwashing”. Amadeus ha risposto che per lui l’intervento sul palco è stato bello e che non ha nulla di cui scusarsi.
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Francia, Attal giù nei sondaggi è già al rimpasto: il fuoco amico di Bayrou
di Luana De Micco
“Un nuovo governo o una crisi politica? Forse un governo in crisi”, scrive stamattina in un editoriale Libération. Negli ultimi tempi la politica transalpina ci ha abituato a un susseguirsi di psicodrammi, e di ieri è l’ultimo. A un mese dalla nomina del nuovo primo ministro, Gabriel Attal, e della nuova squadra di governo, si trattava per Macron di finalizzare l’esecutivo, nominando qualche segretario di Stato. Ed invece, un mese e mille polemiche dopo, abbiamo assistito ad un sorta di “rimpasto del rimpasto”, con ministri confermati un mese fa che hanno lasciato le loro responsabilità, altri ministri che non erano stati confermati e che tornano, e altri ancora che hanno perso parte del loro portafoglio.
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