Il Fatto di domani. L’Ue si accoda agli Usa: Netanyahu fermi la strage a Gaza. Il Milleproroghe di Meloni, approvato il decreto dei favori

Di FQ Extra
14 Febbraio 2024

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CENSURA IN RAI, ONDATA DI MANIFESTAZIONI DEI PRO-PALESTINA, L’AD SERGIO SOTTO SCORTA. SCONTRO TRA L’AMBASCIATA ISRAELIANA E LA SANTA SEDE. La polemica televisiva sulle parole di Ghali ha riacceso i riflettori sulle mobilitazioni filo palestinesi per il cessate il fuoco a Gaza. Per tutta la settimana sono convocati sit-in sotto le sedi della Rai in varie città d’Italia. Ieri i manifestanti sono stati manganellati a Napoli e a Torino. Si è chiuso senza incidenti, invece, un piccolo presidio chiamato stamattina sotto la sede centrale della tv pubblica in viale Mazzini, a Roma. Oggi altri pro-Palestina si sono ritrovati fuori dagli studi di Corso Sempione a Milano. Gli slogan chiedono “stop al genocidio”, come Ghali, e stop alla censura sulle voci critiche con il governo israeliano. Critiche che la dirigenza Rai non è stata disposta a rappresentare (e neanche Repubblica). Il ministero degli Interni oggi ha messo sotto scorta l’amministratore delegato Roberto Sergio, per le minacce ricevute dopo le sue dichiarazioni sul conflitto in Medio Oriente lette da Mara Venier a Domenica In. Sabato ci sarà un’altra manifestazione, sempre a Roma. La destra è in fibrillazione per la ribalta mediatica di queste iniziative e, come vedremo sul Fatto di domani, sta preparando una controffensiva. Intanto, l’ambasciata israeliana presso la Santa Sede se l’è presa con il segretario di Stato vaticano, cardinale Piero Parolin. Il motivo sono le sue parole sulla risposta militare israeliana, giudicata sproporzionata. Parolin aveva anche premesso a quella dichiarazione la “condanna netta e senza riserve di quanto avvenuto il 7 ottobre”, ma la rappresentanza israeliana ha bollato lo stesso le sue considerazioni come “deplorevoli”. L’opinione dei diplomatici è che “la responsabilità della morte e della distruzione a Gaza” è di “Hamas e solo di Hamas”. Un editoriale sull’Osservatore Romano però ribadiva: “Nessuno può definire quanto sta accadendo nella Striscia un danno collaterale della lotta al terrorismo. Il diritto alla difesa, il diritto di Israele di assicurare alla giustizia i responsabili del massacro di ottobre, non può giustificare questa carneficina”.


GAZA, DOPO GLI USA ANCHE FRANCIA, SPAGNA E IRLANDA FANNO PRESSIONE SU ISRAELE SUI DIRITTI UMANI. IN EGITTO IL DIALOGO SULLA TREGUA ARRANCA: “NETANYAHU È CONTRARIO”. Spagna e Irlanda hanno chiesto alla Commissione europea di verificare “con urgenza” se sono state commesse violazioni dei diritti umani a Gaza. Il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto al premier Netanyahu di fermarsi perché il bilancio dei morti è “intollerabile”. Ieri il sito americano Huffington Post ha rivelato che anche Washington sta indagando su possibili crimini di guerra compiuti da Tel Aviv nella Striscia, mentre la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia prosegue a verificare le accuse di genocidio mosse dal Sudafrica. Oggi il Wall Street Journal scrive che il Dipartimento di Stato Usa ha messo la lente sui raid aerei di Israele per determinare se abbia usato in modo improprio bombe e missili per uccidere civili, e indaga sul possibile uso di fosforo bianco in Libano. Sul terreno, l’Idf continua a operare a Khan Younis, mentre gli osservatori internazionali sono preoccupati dal piano di evacuazione del milione e mezzo di sfollati di Rafah: il governo di Tel Aviv vorrebbe creare una maxi tendopoli nell’area denominata Al-Mawasi, 16 km quadrati lungo la costa. La morte di una donna israeliana a causa di un razzo lanciato da Hezbollah dal Libano ha infiammato di nuovo il confine nord dello Stato ebraico e minaccia il rischio di una nuova escalation. Sembrano a rischio anche gli sforzi mediati da Egitto e Qatar per arrivare a una nuova tregua tra Israele e Hamas con rilascio di ostaggi. I colloqui vanno avanti, ma Israele ha lasciato solo una delegazione minore e il quotidiano Haaretz rivela che Netanyahu ha fatto capire al gabinetto di guerra che non ha interesse ad arrivare a una trattativa ora. Mentre non è chiaro in che misura sia coinvolto il capo di Hamas a Gaza Yahya Sinwar, secondo alcuni in fuga, secondo altri morto. Un appello per un accordo “rapido” è venuto oggi dal presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) dalla Cisgiordania. Sul Fatto di domani, oltre alla cronaca del 129esimo giorno conflitto, approfondiremo il ruolo del leader palestinese indipendente Mohammed Dahlan, l’ex responsabile della sicurezza nella Striscia dopo gli accordi di Oslo, da tempo in esilio negli Emirati. Il suo slogan per il futuro della Palestina è: “Né con Abbas, né con Hamas”.


EREDITÀ AGNELLI, I LEGALI DI ELKANN: “MARGHERITA È UNA MADRE CHE PERSEGUITA I FIGLI”. LA RISPOSTA: “NIENTE DA NASCONDERE”. “C’è una mamma che perseguita, da più di 20 anni, in tutte le sedi giudiziarie, facendo anche ampia pubblicità sulla stampa, i suoi genitori e tre dei suoi figli, che non hanno altra responsabilità salvo quella di essere stati gli unici ad aver assicurato alla nonna cura, assistenza e dedizione fino all’ultimo giorno”. È questa la risposta di John Elkann, attraverso i suoi legali, all’inchiesta sulle presunte irregolarità nell’eredità della nonna Marella, che da settimane raccontiamo sul Fatto e su cui sta indagando la Procura di Torino. Gli avvocati dell’amministratore delegato di Exor (designato dal nonno Gianni) ricordano che l’inchiesta in corso nasce da un esposto della madre di John, Margherita Agnelli, che bollano come un tentativo a strascico di colpire la famiglia per “monetizzare” la sua posizione personale. La violazione fiscale ipotizzata dalla procura, secondo la difesa della famiglia, sarebbe “del tutto inconsistente”, perché finora le iniziative di Margherita ­“non hanno avuto riconoscimento in alcuna sede giurisdizionale, sia essa penale o civile”. Stavolta però l’indagine è stata avviata. Il nodo della residenza di Marella (asserita in Svizzera, ma dove ci sono dubbi) resta da sciogliere, come abbiamo raccontato, e da lì potrebbe partire un terremoto per i vertici Exor. I legali di Margherita hanno risposto di essere sicuri “che gli accertamenti in corso facciano luce sui fatti per come si sono effettivamente svolti, non avendo Margherita Agnelli nulla da nascondere”. È un fatto incontrovertibile che, proprio nel giorno della morte di Marella Caracciolo, John Elkann, con i suoi due fratelli, abbia promosso un’azione giudiziaria in Svizzera contro la propria madre, prima ancora che fosse sollevata qualsiasi contestazione sull’eredità della nonna, non essendo, a quella data, neppure stato pubblicato alcun testamento, ha spiegato il legale. Sul Fatto di domani leggerete nuovi particolari sulla vicenda.


MILLEPROROGHE, IL DECRETO DEI FAVORI PASSA IN COMMISSIONE: SCONTRO PD-5S. Il decreto “contentino”, ossia il Milleproroghe, è stato approvato dalle commissioni congiunte Bilancio e Affari costituzionali dopo un duro scontro tra M5S e Pd. La legge, da sempre veicolo degli istinti più bassi della maggioranza, è zeppo di favori. Agli editori (slitta di 2 anni il taglio ai contributi per i giornali), ai no-vax (rimandato pagamento delle multe per chi non si è voluto vaccinare), agli amministratori pubblici infedeli (scivola di 6 mesi lo scudo erariale che li solleva da responsabilità contabili in caso di colpa grave), norma tra l’altro duramente criticata dall’Associazione magistrati. E ancora: proroga per la rottamazione quater, agli agricoltori in protesta (slitta l’obbligo di assicurare le macchine agricole a ruote o a cingoli) e anche, perché no, alle aziende con l’estensione del termine sui contratti precari selvaggi fino a fine anno. Tornando allo scontro politico, i 5S accusano Schlein di aver trovato un accordo con Meloni, tanto che alcuni emendamenti targati Pd sono stati approvati e alcuni sono bipartisan (tipo la proroga ai contributi all’editoria). Scontro che era già iniziato con lo strappo sulle mozioni su Gaza. Questa notte una nuova edizione con i pentastellati che hanno abbandonato i lavori in commissione. Sul Fatto di domani vi daremo conto di tutte le misure contenute nel Milleproroghe.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Rigopiano, in appello condannato l’ex prefetto di Pescara. I giudici hanno parzialmente riformato la sentenza di primo grado sulla strage del 18 gennaio 2017. L’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, è stato condannato per depistaggio a 1 anno e 8 mesi. Condannati anche Enrico Colangeli, tecnico comunale, e Leonardo Bianco, dirigente della Prefettura di Pescara, entrambi assolti in primo grado. Sono otto in tutto le condanne comminate. Confermate, invece, 22 assoluzioni. “Questa non è una sentenza, ma una pagliacciata. Ricorreremo in Cassazione” ha commentato il padre di Stefano Feniello. Una delle 29 vittime della valanga.

Sarkozy condannato a un anno in appello. L’ex presidente francese è stato condannato in appello a un anno di detenzione, 6 mesi con la condizionale, nel caso cosiddetto “Bygmalion”, relativo al finanziamento illecito della sua campagna elettorale del 2012. In prima istanza era stato condannato a un anno senza condizionale. I sei mesi saranno scontati con misure alternative. Sarkozy ha annunciato che farà ricorso

Renzi lascia il Riformista. Esperienza già conclusa, quella del senatore leader di Italia Viva alla direzione editoriale del quotidiano del gruppo ora di proprietà di Alfredo Romeo (con la rediviva Unità diretta da Piero Sansonetti). Dal 1 marzo Matteo Renzi lascerà la direzione de Riformista per dedicarsi a tempo pieno alla campagna elettorale, ha fatto sapere l’ufficio stampa del suo partito.


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