Le 42 organizzazioni della Coalizione Italia Libera da Ogm esprimono un profondo rammarico per il voto del Parlamento Europeo che ha approvato la proposta di regolamento dei nuovi Ogm. È grave e contro gli elementi fondanti del patto europeo l’eliminazione della valutazione del rischio per gli organismi geneticamente modificati (Ogm) ottenuti tramite le New Genomic Techniques (Ngt). Fortunatamente, sono stati mantenuti degli obblighi di tracciabilità ed etichettatura grazie a emendamenti presentati da Socialdemocratici e Verdi.
“Di fronte alle proteste in atto, gli europarlamentari che hanno gettato alle ortiche tutte le misure del Green Deal europeo hanno ceduto anche su questo fronte, annullando 20 anni di approccio basato sul principio di precauzione – afferma la Coalizione Italia Libera da OGM – Il voto di oggi non risolve i problemi di un regolamento che indebolisce la normativa sugli organismi geneticamente modificati, anche se grazie alla comprensione di una parte del Parlamento è stato posto qualche limite ai danni che la proposta iniziale avrebbe potuto fare”. Il voto ha dovuto tener conto di una crescente mole di letteratura scientifica sugli effetti potenzialmente negativi delle numerose mutazioni fuori bersaglio causate dalle Ngt, dell’impatto della biocontaminazione sull’agricoltura biologica e non Ogm, e della contrarietà della maggioranza dei cittadini italiani ed europei verso il cibo geneticamente modificato.
I diritti dei consumatori e degli agricoltori ne escono però gravemente ridimensionati, perché la valutazione del rischio per i nuovi Ogm è stata negata. Cade anche il principio “chi inquina paga”: imprese e agricoltori che usano Ogm non saranno responsabili dei danni provocati dalla vendita o coltivazione di varietà geneticamente modificate.
Per lo meno hanno retto gli altri due pilastri della normativa attuale: tracciabilità ed etichettatura dei prodotti geneticamente modificati. Del tutto testimoniale invece un emendamento che introduce il limite alla brevettabilità per le Nuove Tecniche Genomiche perché questa può essere ottenuta solo modificando la direttiva sulle biotecnologie e la Convenzione europea sui brevetti. Un processo che potrebbe durare anni. Se queste disposizioni diventeranno legge, dunque, l’Europa vivrà una ulteriore concentrazione del mercato sementiero grazie a un’ondata di brevetti già oggi richiesti dalle più grandi imprese multinazionali.
Per la Coalizione Italia Libera da OGM, l’unica soluzione realmente accettabile è che i nuovi Ogm restino a pieno titolo nel perimetro della Direttiva 2001/18 sugli organismi geneticamente modificati. E la partita rimane aperta: perché il nuovo regolamento sulle Ngt entri definitivamente in vigore, infatti, serve un parere del Consiglio dell’UE, cioè dei Ministri dell’Agricoltura degli stati membri, che potrebbe anche peggiorare il testo uscito oggi dal Parlamento. Successivamente, si avvierebbe il negoziato a tre fra Parlamento, Consiglio e Commissione. Al Consiglio il parere deve passare a maggioranza qualificata, cioè di almeno il 55% dei 27 paesi che rappresentino almeno il 65% dei cittadini europei. In un tentativo fatto a novembre 2023, questa maggioranza non è stata raggiunta e il parere è stato rinviato. La Coalizione Italia Libera da OGM chiede quindi a tutti i Ministri dell’Agricoltura d’Europa di non approvare il regolamento e mantenere le Ngt regolamentate secondo la normativa vigente, tutelando i produttori, i consumatori e l’ambiente.
“Il parlamento europeo, sotto la pressione della potente lobby industriale, sta servendo su un piatto d’argento la nostra sovranità alimentare alle multinazionali dell’agribusiness, dimenticando che, al contrario, dovrebbe fare esclusivamente l’interesse dei cittadini che si sono ampiamente espressi contro l’introduzione di organismi geneticamente modificati nel nostro sistema agricolo e alimentare in forza di innumerevoli studi scientifici indipendenti”, ha commentato Manlio Masucci di Navdanya International. “Il fallimento di questa seconda generazione di Ogm è ampiamente prevedibile. Quello che è meno prevedibile è la stima dei danni che produrranno e il ritardo che imporranno alla vera transizione agro-ecologica”.
*Agorà degli Abitanti della Terra, AIAB, AltragricolturaBio, ARCI, ASCI, Assobio, Associazione Consumatori Utenti, Associazione per l’agricoltura biodinamica, Associazione rurale italiana, Attac Italia, Centro internazionale Crocevia, Civiltà Contadina, Coltivare Condividendo, Consorzio della Quarantina, Coordinamento ZeroOgm, CUB, Deafal, Demeter, Equivita, Egalité, European Consumers Aps, Fairwatch, Federazione Nazionale Pro Natura, Federbio, FIRAB, Fondazione Seminare il Futuro, Greenpeace, ISDE, Legambiente, Lipu, Navdanya International, RIES – Rete Italiana Economia Solidale, Reorient, Ress, Seed Vicious, Slow food Italia, Terra!, Terra Nuova, Transform! Italia, USB, Verdi Ambiente e Società, WWF