L’ultima volta che l’aveva sentito, gli aveva offerto direttamente la casa dove ospitò sua nonna Marella, già molto malata. John Elkann la rifiutò, e da allora non si sono più parlati. La prossima, a quanto pare, sarà in tribunale. Il marchese Antonio Antinori sul Fatto di ieri l’ha detta dritta come nessuno prima: “Marella lì era infelice: voleva stare a St. Moritz, ma quella residenza faceva gola a qualcuno”. Per questo, ha sostenuto, dal 2012 sarebbe stata costretta a una sorta di “esilio forzato” a Lauenen, dai suoi stessi nipoti ed eredi, per mantenere la residenza svizzera che garantiva gli accordi ereditari in loro favore (che la madre contesta) e al tempo stesso garantire una dimora sulle Alpi ciascuno. La reazione degli Elkann non si è fatta attendere ed è durissima: è una querela al marchese, storico amico della famiglia Agnelli, per dichiarazioni “false e calunniose”.
Amico soprattutto di Marella Caracciolo, il marchese del vino ha raccontato che dopo l’embolia polmonare del 2009, lei lo chiamò raccontandogli che, su consiglio dei medici, per motivi di salute avrebbe dovuto lasciare l’amata residenza di St. Moritz che stava a 1800 metri di altitudine per trasferirsi in una località più bassa. In quella occasione, lei chiese ad Antinori se potesse ospitarla nella sua residenza a Saannen, che sta a 900 metri. Marella Agnelli poi ci andò per due estati rimanendo però non più di tre mesi ciascuna: giugno, luglio e agosto, molto meno di quanto preveda la legge italiana per mantenere la residenza svizzera, che è il punto su cui si gioca la partita miliardaria dell’eredità Agnelli che contrappone madre e nipoti.
Da allora Antinori si chiede “perché mai avesse poi preso quella casa a Lauenen, che sta a 1.250 metri di altitudine, sul punto più alto dell’intera vallata”. Una residenza che neppure le piaceva perché “non era neppure adeguata alla sua condizione e alle esigenze di una anziana malata. Tanto che poi ci andò poco. Almeno per gli ultimi anni della sua vita, Margherita su questo ha ragione”. E questo, probabilmente, è stato il dito negli occhi per gli Elkann, la testimonianza che fa più male perché conferma la versione della madre di una presenza intermittente e affatto duratura o stabile in Svizzera.
Al Fatto Antinori ha anche raccontato che una sera, a una cena proprio nella residenza di Marella a Lauenen, arrivò a discuterne direttamente con il medico degli Agnelli che quei consigli sanitari avrebbe dispensato: “Ma insomma, saremo a 250-300 metri di meno che a St Moritz, giusto? E lui mi fa “sì credo di sì”. E allora, perché diavolo gli avete fatto fare tutta questa cosa spaventosa di venire a casa mia, poi la casa lassù, tutti questi cambiamenti che per un’anziana della sua età, molto malata, sono traumatici? Volete farla morire prima del tempo? Il medico cambiò subito discorso, imbarazzato. Capii allora che avevo colto nel segno: era una cosa voluta dai ‘ragazzi’ per accomodarsi”.
La sua convinzione in sostanza è che quel trasferimento fosse un’imposizione dei ‘ragazzi’: “La residenza grande di St. Moritz faceva gola a John, quella di sotto rossa era per Lapo e lei l’hanno mandata a Lauenen perché sarebbe diventata utile per Ginevra, capito?”. A Lauenen, conferma il marchese, stava ben poco: “La andavo a trovare ogni tanto, non era il suo ambiente, non parlava tedesco”.
Marella era affetta da Parkinson e con problemi di deambulazione. Come ha raccontato il Fatto in un reportage, una serie di balze e scale le impedivano anche di accedere al giardino della casa, da sempre la sua grande passione. Ragion per cui, ed il tema che solleva la figlia Margherita, in quella residenza non è mai stata più di due o tre mesi l’anno, vale a dire molto meno dei 183 giorni che richiede la legge italiana per dichiararsi residenti in Svizzera. Ma se la residenza era fittizia, allora tutti gli accordi e testamenti sull’eredità sottoscritti in favore dei nipoti sono nulli. La battaglia di Margherita. Per gli Elkann però è tutto falso. Il marchese al Fatto aveva rivelato però qualcosa di più: prima di vendere la casa in cui ospitò Marella “che si trovava benissimo”, per premura alzò il telefono e chiamò personalmente proprio il nipote John Elkann che ora lo querela: “Non è che interessa a voi per la nonna?”. La risposta fu gelida. “E lui – Racconta Antinori – mi disse di no, perché avevano già adocchiato un’altra soluzione a Lauenen”, dove poi effettivamente andò. “Era disponibile, piaceva alla famiglia Elkann e l’hanno presa. Per me l’hanno forzata ad andarci. Credo di non aver mai più parlato con John in vita mia”.