Il Fatto di domani. Voto in Sardegna, testa a testa Todde-Truzzu, ma lo spoglio va a rilento. Sicurezza sul lavoro, la patente per le aziende fa infuriare i sindacati

Di FQ EXTRA
26 Febbraio 2024

ELEZIONI IN SARDEGNA, SPOGLIO IN CORSO: TESTA A TESTA TODDE-TRUZZU, CON LO SGAMBETTO A MELONI. Per il verdetto bisognerà attendere l’esito definitivo dello scrutinio ma, come da pronostico, è testa a testa tra i candidati del centrosinistra Alessandra Todde e del centrodestra Paolo Truzzu. Alle 19 sono state scrutinate 1123 sezioni su 1844. Il conteggio parziale vede in testa per un soffio Truzzu con il 45,5%, Todde è alle calcagna con il 45,2%. Le liste a sostegno della candidata – trainate da Pd e M5s – raccolgono il 42,3% dei consensi, meno della candidata presidente. Il centrodestra con Truzzu si attesta al 49,5%: più dei consensi del sindaco di Cagliari. Dunque c’è stato il voto disgiunto e lo sgambetto a Meloni: qualcuno ha sbarrato la lista di destra votando un candidato diverso. Gli indizi portano a Salvini e al Partito sardo d’azione. La certezza – ma non è una novità – è l’astensione come primo partito. L’affluenza si è fermata al 52,4%%, in calo dell’1,3% rispetto all’ultima tornata (53,7%). Come 5 anni fa, lo spoglio delle schede va a rilento: nel 2019 servì un mese per finire i conteggi, proclamare la vittoria di Christian Solinas e i 60 eletti al consiglio. Per la legge regionale, infatti, lo spoglio dovrebbe concludersi alle 19 (entro 12 ore dall’inizio dello scrutinio): in caso contrario, i plichi con le schede dovrebbero essere sigillati e spediti al tribunale della circoscrizione elettorale. È la procedura seguita nell’ultima tornata, con il verdetto a scoppio ritardato. Secondo una circolare della Regione, tuttavia, il termine delle 12 ore è solo indicativo: “Pertanto, gli Uffici elettorali di sezione sono tenuti a completare tutte le operazioni”. Elly Schlein e Giuseppe Conte sono partiti per Cagliari dove seguiranno la conclusione dello spoglio insieme a Todde. La pentastellata è in vantaggio nella grandi città, a Sassari e Cagliari, dove il sindaco è il rivale Truzzu. Lo scrutinio va a rilento proprio nei centri urbani: un dato che lascia ben sperare il centrosinistra. Todde ha fronteggiato anche il “fuoco amico” di Renato Soru. L’ex governatore dem auspicava le primarie e infine ha corso contro il Pd, incassando l’8,4%: stando a i dati parziali resterebbe sotto fuori al consiglio, con lo sbarramento al 10%. La quarta candidata, Lucia Chessa, ha ottenuto lo 0,9%. Arriva dal mondo della scuola ed è stata sindaca di Austis, comune di quasi 800 abitanti in provincia di Nuoro. Sul Fatto di domani vi racconteremo le urne, gli scenari in Sardegna e le ripercussioni su Roma.


VIOLENZE DI PISA E FIRENZE, PIANTEDOSI INCONTRA I SINDACATI: “SOLO CASI ISOLATI, NESSUN CAMBIO STRATEGIA, IN PASSATO FATTI PIÙ GRAVI”. Dopo le manganellate delle forze dell’ordine, ai ragazzi scesi in piazza venerdì scorso a Firenze e Pisa nel nome della Palestina, il dibattito sulla sicurezza non si spegne. Oggi il ministro degli Interni Matteo Piantedosi ha presentato in Consiglio dei ministri un’informativa sugli incidenti: un atto dovuto dopo la dura “reprimenda” del Presidente Sergio Mattarella. Al Quirinale, le botte a studenti e minorenni, non sono piaciute affatto: “I manganelli sui ragazzi sono un fallimento, l’autorevolezza si misura con la capacità di garantire sicurezza e libertà di manifestare”, è stata la dura nota del Colle di sabato scorso. Subito dopo le manganellate, Mattarella aveva già espresso la sua preoccupazione a Meloni e Piantedosi. La premier tace schivando ogni commento. Ai ranghi più bassi, invece, la maggioranza attacca le sinistre, la piazza e difende i poliziotti. Il ministro degli Interni ha incontrato i sindacati per rassicurarli sul diritto a manifestare e sulla buona gestione dell’ordine pubblico. Piantedosi ha detto di “condividere pienamente le parole del presidente Mattarella”, ha etichettato le violenze di Pisa e Firenze come “casi isolati”, senza “nessun cambio di strategia” nella gestione della piazza rispetto agli anni passati. Per il Viminale, insomma, nessun problema nella tutela del dissenso. Anzi, “negli scorsi anni sono avvenuti accadimenti analoghi con incidenti ancor più gravi”. Eppure, perfino il sindaco leghista si era detto “sgomento” per le botte sui giovani manifestanti disarmati e a volto scoperto. Sulle violenze di Pisa, il dipartimento di Pubblica sicurezza esaminerà un dossier di video e foto nelle mani della Digos. La stessa documentazione è arrivata sul tavolo della procura, che ha aperto un fascicolo d’indagine. Per ora, nessun reato ipotizzato. Sul Fatto di domani approfondiremo i fatti di Pisa e Firenze.


MORTI SUL LAVORO, LA PATENTE A PUNTI PER LE AZIENDE FA INFURIARE I SINDACATI. La patente a punti per le aziende, novità contenuta nel decreto Pnrr oggi in Consiglio dei ministri, fa andare su tutte le furie i sindacati, dopo l’incontro con il governo. La questione sicurezza è tornata stingente dopo la morte di 5 operai a Firenze, nel cantiere Esselunga. Rilasciata in formato digitale dall’Ispettorato nazionale del lavoro, la patente a punti per la sicurezza nei cantieri verrà decurtata di 20 crediti in caso di incidente mortale e di 15 punti se l’incidente determina un’inabilità permanente al lavoro, assoluta o parziale. Crediti che poi potranno essere recuperati, a tranche di 5, frequentando dei corsi. Duro il segretario Uil Pierpaolo Bombardieri: “Qui la gente continua a morire, di chiacchiere ne abbiamo le tasche piene. Parziali risposte in un clima che non è quello che ci dovrebbe esserci quando si parla di morti sul lavoro. Tra le risposte la patente a crediti c’è, ma la vita di un lavoratore vale 20 crediti: si può lavorare con 15 e 5 si recuperano con un corso di formazione ”. Anche la Cgil ha rispedito al mittente la proposta, bollandola come insufficiente. Tra l’altro, secondo i dati dell’Ispettorato, nel 2023 le violazioni in materia di salute e sicurezza accertate sono state 36.680, in crescita del 44% sul 2022. Sul Fatto di domani tutti i particolari e le novità del decreto.


GUERRA UCRAINA-RUSSIA: LA LISTA NERA DI ZELENSKY RIGUARDA ANCHE LA PROPAGANDA IN ITALIA. VERTICE INTERNAZIONALE A PARIGI PER IL SOSTEGNO A KIEV. Il presidente ucraino Zelensky durante il G7 a guida italiana a Kiev, come abbiamo raccontato sul giornale, ha ringraziato la premier Meloni per il supporto ma ha ribadito che a suo parere in Italia ci siano “molti pro-Putin” e a queste persone si dovrebbe “togliere il visto”. Zelensky ha fatto sapere che il suo governo “sta preparando una lista – non solo riguardo all’Italia – sui propagandisti russi. Vogliamo presentarla alla Commissione europea, al Parlamento europeo, ai leader dell’Ue e degli Stati Uniti”. Il tema è ancora una volta quello della propaganda, che viene temuta al pari della potenza militare dell’avversario. La questione del dissenso è delicata anche in Russia, basti pensare all’ennesimo caso finito in tribunale, quello di Oleg Orlov, dissidente, copresidente della fondazione Memorial, e vincitrice del premio Nobel per la pace. Il procuratore di Stato ha chiesto per lui una condanna a 2 anni e 11 mesi, per aver scritto sui social delle frasi contro l’invasione in Ucraina e per aver definito il governo russo “fascista”. Intanto a Parigi oggi si sono riuniti una ventina di capi di stato e di governo su iniziativa del presidente Macron. L’intento è quello di ribadire il sostegno all’Ucraina, che si trova in situazione critica di fronte all’offensiva di Mosca. Il capo dell’Eliseo spinge per un “rilancio collettivo” dell’impegno per Kiev. “Vogliamo ribadire che non siamo stanchi e che altro contrario siamo determinati a sconfiggere l’aggressione russa. Vogliamo mandare a Putin un messaggio chiaro, in Ucraina non vincerà”. Sul Fatto di domani leggerete altri particolari: Zelensky, sul tema degli aiuti, ha sottolineato che dall’Ue sono arrivate “solo il 30% delle munizioni promesse” e in una intervista alla Cnn ha esortato il Senato americano a sbloccare i fondi voluti dal presidente Biden: “Senza il sostegno Usa moriranno milioni di ucraini”.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Il generale Vannacci indagato per istigazione all’odio razziale. La procura di Roma ha aperto un fascicolo per alcune affermazioni che compaiono nel libro dell’ufficiale, Il mondo al contrario. Il procedimento è stato avviato dopo alcune denunce presentate nelle scorse settimane da associazioni. Vannacci è già sotto inchiesta della procura militare con l’ipotesi di peculato e truffa, per via di indennità e rimborsi spese percepiti durante il suo soggiorno a Mosca tra il 2021 e il 2022, come addetto militare.

Bruxelles, assedio dei Trattori alle sedi delle istituzioni Ue. Centinaia di mezzi hanno bloccato diverse strade alle prime luci dell’alba, mentre si teneva il Consiglio europeo con i ministri dell’agricoltura dei 27. Roghi accesi su rue de La Loi, poco distante dalla Commissione Ue e dall’Europa Building dove si sta riunendo il Consiglio. Gli agricoltori protestano contro il Green deal e la Politica agricola comune (Pac).

Navalny, il team conferma: “Sarebbe tornato libero con uno scambio di prigionieri”. Maria Pevchikh, dirigente della Fondazione anticorruzione di Alexei Navalny, ha confermato che l’oppositore – morto il 16 febbraio in un carcere della Siberia – doveva essere rilasciato nell’ambito di uno scambio di prigionieri che prevedeva il rilascio anche di due americani detenuti in Russia. In cambio, Mosca avrebbe riavuto Vadim Krasikov, ex colonnello dei servizi di sicurezza Fsb, detenuto in Germania per l’omicidio di un dissidente ceceno. Solo ieri il corpo di Navalny – di cui non si conoscono le cause della morte – è stato restituito alla madre. Il suo team sta cercando una sala per un funerale pubblico.


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Alla fiera della tecnologia mobile, la nuova sfida dei telefoni Ai (con qualche dubbio)

di Virginia Della Sala

Ha preso il via a Barcellona il Mobile World Congress, l’evento più importante sulle tecnologie mobile in Europa e quindi per giorni dovremo aspettarci una lunga serie di annunci sul tema. Protagonista, neanche a dirlo, l’Intelligenza Artificiale che pare – a differenza di altre innovazioni che negli anni paiono essersi arenate dopo aver esaurito la loro spinta alla spremitura di investimenti, pensate alla blockchain – si stia prendendo davvero seriamente in ogni parte del globo, come segnalano le innovazioni costanti messe in campo da Big Tech.

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