Nonostante qualcuno neghi ancora la crisi climatica, e i suoi effetti sulla salute del Pianeta e dell’uomo, i dati parlano e confermano che il 2023 è stato l’anno più caldo sulla Terra nell’ultimo secolo e mezzo. Per la prima volta rispetto all’era preindustriale è stata superata la soglia degli 1,5°C di riscaldamento in 12 mesi consecutivi. Il 2024 non si preannuncia affatto migliore: già a gennaio la superficie degli oceani ha fatto registrare un nuovo record, con una temperatura media di 20,97 gradi, secondo l’Osservatorio Europeo Copernicus.
Dati che presi da soli non sembrerebbero così gravi, ma che sono un vero campanello d’allarme che dovrebbe risvegliare le coscienze di tutti, perché la nostra esistenza dipende dall’equilibrio del mondo naturale che ci circonda e dalla nostra capacità di proteggerlo.
Per cercare di rendere più comprensibile e tangibile quello che sta accadendo – se ancora ce ne fosse bisogno dopo gli eventi climatici estremi a cui assistiamo quotidianamente – dobbiamo capire che davvero ogni cosa è collegata: l’acqua che esce dai nostri rubinetti viene dall’Atlantico, non è uno scherzo!
“Una grande corrente connette tutti gli oceani in uno unico: il grande nastro trasportatore oceanico, innescato dalla formazione di ghiaccio ai poli. Al Polo Nord, il sale dell’acqua marina che gela resta nell’acqua liquida al di sotto del ghiaccio galleggiante. L’elevata salinità e la bassa temperatura rendono quest’acqua densa e la fanno affondare: le acque artiche superficiali, ricche di ossigeno, scendono negli abissi dell’Atlantico e arrivano al Polo Sud, dove altra acqua affonda per la formazione di ghiaccio antartico e si forma una corrente profonda che gira attorno all’Antartide – spiega il Vicepresidente di Marevivo, Ferdinando Boero – Un ramo della corrente va verso l’Oceano Indiano, l’altro verso il Pacifico; entrambi risalgono in superficie, si scaldano e tornano verso l’Antartide, e da lì risalgono l’Atlantico, sempre in superficie, arrivando al Polo Nord, chiudendo il grande nastro trasportatore che, innescato dal freddo, condiziona gli ecosistemi planetari. Oceano e atmosfera sono connessi. Ad esempio, l’ultima parte del grande nastro trasportatore, quella che dal Golfo del Messico arriva fin in Europa, mitiga il clima del nostro continente”.
A causa delle temperature sempre più elevate, il ghiaccio artico si sta sciogliendo e si sta aprendo così la rotta siberiana. Lo scioglimento del ghiaccio marino libera acqua dolce molto fredda che va incontro alla Corrente del Golfo, la quale ha un ruolo fondamentale nel mantenere un clima mite in Europa, e che però è prossima al collasso, secondo uno studio pubblicato su Science Advances.
Il sistema di correnti è il processo che negli ultimi 10.000 anni ha consentito di mantenere il clima nord europeo temperato e sostanzialmente stabile e a noi di poter godere del nostro amato “clima mediterraneo”. Se questo sistema viene alterato, e ormai è chiaro che stiamo andando a grande velocità in questa direzione, il funzionamento dell’intero Pianeta cambierà radicalmente.
Non abbiamo alternative se non cercare di bloccare questa situazione che dipende in gran parte dalle attività dell’uomo e che potrebbe rallentare, o addirittura invertire la propria rotta, se cambiassimo i nostri sistemi di produzione e di consumo, passando da un’economia lineare a un’economia circolare, dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili e investendo in una reale conversione culturale.
A rischio c’è un intero equilibrio che potrebbe spezzarsi, mettendo in crisi alcuni dei settori industriali portanti della nostra economia come il turismo e l’agroalimentare. Dobbiamo agire subito per salvare non “soltanto” la ricchezza dell’ambiente intorno a noi, ma anche il nostro benessere, la nostra identità, tutta la nostra cultura.