Un appello alla stampa libera affinché vigili sulle elezioni. È quello lanciato dal Cavaliere nero, il canale Telegram di controinformazione sulla massoneria. “Non lasciateci soli in questa battaglia”, chiedono i fratelli muratori, rivolgendosi alle principali testate italiane. Tra i cappucci e i grembiulini di tutto il Paese sono giornate roventi: domenica scorsa si è votato per eleggere il nuovo Gran maestro del Grande oriente d’Italia, ma un risultato ufficiale ancora non c’è. Secondo i numeri diffusi dallo stesso canale in testa c’è Leo Taroni, il candidato che ha posto in cima al suo programma la lotta alle infiltrazioni mafiose nelle logge. Avrebbe un vantaggio di soli 15 voti su Antonio Seminario, l’attuale vice di Stefano Bisi, che da dieci anni guida la principale obbedienza del Paese. Entrambi hanno superato largamente il quorum del 40% e quindi il vincitore di questo testa a testa sarebbe eletto al primo turno. Il problema è che si tratta di una corsa all’ultimo voto, tra polemiche, veleni e appelli pubblici che spaccano la principale obbedienza massonica del Paese.
Elezioni a rischio annullamento? – Ad avere diritto di voto erano 17.350 massoni col grado di maestro dei circa 22.500 iscritti. A votare, però, sono andati solo in 13.723, con 3.627 che hanno preferito astenersi, cioè più del 20%. A Taroni sono andati 6.482 voti, pari al 47,23%, mentre Seminario si è al momento fermato a 6.467, cioè il 47,13%. Alcuni dei voti assegnati a Taroni, però, sono contestati: i presidenti di seggio non avrebbero staccato dalle schede il tagliandino antifrode. Lo stesso problema, però, riguarderebbe diverse preferenze assegnate a Seminario. Prendere una decisione sulle schede contestate spetta alla Commissione elettorale nazionale, che si riunirà nella sede del Vascello sabato 9 marzo. Una data cerchiata in rosso per entrambi gli schieramenti. Alcuni rumors, rimbalzati sul Cavaliere nero, hanno però ipotizzato il possibile annullamento delle elezioni.
L’appello dei massoni – Ecco perché i gestori della chat hanno lanciato un appello alla stampa. Dopo aver rivendicato di aver “sempre operato in piena autonomia”, i social-massoni spiegano di non aver tutti gli strumenti per “vigilare sulle possibili manovre finalizzate ad annullare questo storico pronunciamento democratico, indirizzato inequivocabilmente al rispetto dello Stato, delle Leggi della Repubblica Italiana e della sua Costituzione antifascista e repubblicana”. Ecco perché si rivolgono alle principali testate “affinché non possano essere realizzati potenziali disegni intesi a conculcare ed eludere il libero e democratico pronunciamento di oltre 13.000 massoni italiani” che “si sono espressi per sottoscrivere un chiaro e serio impegno con lo Stato, finalizzato ad uscire dalle secche e dalle nebbie del negazionismo, con la ferma condanna del malaffare e dell’eversione. Fenomeni che tanto hanno inciso ed incidono sulla vita democratica del Paese”. Il canale del Cavaliere nero, come ha raccontato Il Fatto, è nato in antitesi con le gestione di Bisi, spesso oggetto degli attacchi arrivati su Telegram. Critiche anonime, come ha spesso sottolineato il Gran maestro in carica, che però hanno avuto l’effetto di puntare i riflettori sulle vicende del Grande oriente. Un epocale passo avanti in termini di trasparenza nell’ultra secolare storia della massoneria.
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Le critiche al candidato antimafia – Non tutti però hanno condiviso l’uscita pubblica del Cavaliere nero. Molti iscritti, infatti, avrebbero preferito fosse mantenuta la riservatezza che storicamente ammanta le dinamiche interne ai cappucci e ai grembiulini. Per lo stesso motivo a diversi massoni non sono piaciuti i post di Taroni sui social. Alcuni sostenitori di Seminario contestano al candidato antimafia il suo passato al vertice del Rito scozzese antico e accettato, cioè uno dei riti iniziatici della massoneria. In pratica, dopo aver ottenuto i primi tre gradi cosiddetti simbolici (apprendista, compagno e maestro), è possibile scegliere un rito per proseguire il percorso di approfondimento massonico. Il rito scozzese è una sorta d’elite del mondo massonico: consente di arrivare al 33esimo grado ed è quello con più iscritti a livello internazionale. Ecco perché alcuni fratelli che sostengono Seminario considerano la lista di Taroni come una “camarilla”, un gruppo ristretto di persone che punta solamente a prendere il potere al vertice del Goi.
Quelle alla lista sostenuta da Bisi – Critiche aspre, che seguono quelle a Seminario, sostenuto anche da Ugo Bellantoni, gran maestro onorario, uno dei massoni più in vista in Calabria, che era stato indagato per concorso esterno alla ‘ndrangheta nell’inchiesta Rinascita Scott della procura di Catanzaro. La posizione di Bellantoni è stata poi archiviata, mentre a processo era finito Giancarlo Pittelli, ex senatore di Forza Italia, che in primo grado è stato condannato a 11 anni. Pure Pittelli è uno storico esponente del Grande oriente in Calabria: Bisi lo aveva sospeso subito dopo aver appreso dell’indagine a suo carico.
Italia spaccata – I toni durissimi non devono stupire. Basta dare uno sguardo ai dati delle elezioni per rendersi conto di come il mondo del Grande oriente sia completamente spaccato in due. Seminario ha fatto il pieno di voti al Sud: in Calabria, la sua regione d’origine, ha preso cinque volte le preferenze del suo principale competitor, in Sicilia lo ha doppiato. Da segnalare come le due regioni meridionali abbiano portato alle urne più del doppio degli elettori della Lombardia, nonostante una popolazione largamente inferiore. I più maliziosi fanno poi notare come sia proprio dalla Sicilia e dalla Calabria che arrivano statisticamente la maggior parte di notizie relative a fratelli accusati di contiguità con le associazioni criminali. Se Seminario è forte nel contestato Sud, Taroni punta alla vittoria grazie al voto del ricco Nord. L’imprenditore di Ravenna ha ottenuto il triplo dei voti di Seminario in Emilia Romagna, cioè la sua regione d’origine, ma ha vinto pure in Toscana, la regione di Bisi. Taroni ha trionfato pure in Lombardia, dove può contare sul sostegno di Antonino Salsone, ex presidente del Collegio circoscrizionale dei maestri venerabili della Regione, sospeso da Bisi per tre anni a causa di un post in cui contestava la rielezione di Mattarella. La cartina del voto, dunque, restituisce un’Italia massonica spaccata esattamente in due. Una situazione fortemente polarizzata che sarà difficile da gestire per il nuovo Gran maestro. Chiunque esso sia.