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ABRUZZO, MILIONI A PIOGGIA PER UNGERE IL VOTO. Tra barbe da tagliare in caso di vittoria, a mo’ di fioretto, parte il rush finale della campagna d’Abruzzo, dove si vota domenica 10 marzo. E Il centrodestra si gioca le ultime prebende elettorali: la Regione ha stanziato 4 milioni di euro al Comune dell’Aquila per il Contratto di fiume per l’Aterno. Mentre oltre 200 milioni sono stati stanziati dal ministero della Cultura sempre per il territorio. Milioni che si aggiungono ai soldi già spesi. Basterà? I due candidati continuano a restare appaiati, tanto che il ministro per i Rapporti col Parlamento, Luca Ciriani, ha messo le mani avanti: “A prescindere da quello che succede in Abruzzo il governo va avanti lo stesso”. Oggi è continuata la sfilata di big, Giuseppe Conte si è recato a Pescina, per poi incontrarsi in piazza a Celano con la neo-governatrice della Sardegna, Alessandra Todde: “Qui si può scrivere una pagina nuova. È evidente che se si scrive una pagina di rinnovamento questo andrà a colpire il governo e in particolare Fratelli d’Italia che qui ha creato un pò un suo feudo”, ha detto il leader 5 Stelle. Mentre il candidato del centrosinistra, Luciano D’Amico non ha dubbi: “Vincerò io. E con più del 52%”. Intanto per quanto riguarda l’altro fronte, quello della Basilicata, Angelo Chiorazzo, candidato su cui c’è il veto del M5S, ha incontrato a Roma Conte e Schlein per discutere un passo indietro che però ancora non fa. Sul Fatto di domani vi daremo conto dei vari appuntamenti elettorali e leggerete un reportage dalla regione contesa.
CASO SPIONI, L’EX PM ANTIMAFIA CAFIERO DE RAHO NEL MIRINO. L’ALLUSIONE DI TAJANI: “STRIANO LAVORAVA CON LUI, INDAGARE SUI MANDANTI”. Forza Italia e Italia Viva hanno messo nel mirino il deputato M5s Federico Cafiero De Raho, già a capo della Procura nazionale antimafia. Il pretesto è l’inchiesta di Perugia sugli accessi abusivi agli archivi digitali da parte del finanziere Pasquale Striano, in concorso con il procuratore antimafia Antonio Laudati. Il luogotenente della Fiamme gialle avrebbe scaricato più di 33 mile file e consultato oltre 4 mila sos: sono le segnalazioni di operazioni sospette, i passaggi di denaro in odore di riciclaggio. “Numeri mostruosi e inquietanti”, ha commentato ieri in commissione Antimafia il procuratore di Perugia Raffaele Cantone. Oggi il vice-premier Antonio Tajani ha alluso a De Raho: “Striano lavorava a contatto stretto e ha seguito per lui tante indagini. Bisogna capire chi gli dava gli ordini”. Già il collega di partito, Maurizio Gasparri, aveva puntato il dito sull’ex procuratore. Mentre Raffaella Paita (Italia Viva) ne chiede l’audizione in Antimafia. Problema: De Raho è anche vicepresidente della Commissione. Mai un commissario è stato audito a palazzo San Macuto. La presidente meloniana, Chiara Colosimo, dovrebbe presentare la richiesta ai vertici di Camera e Senato. Saranno i numeri 1 di Montecitorio (il leghista Lorenzo Fontana) e di Palazzo Madama (il meloniano Ignazio La Russa) a decidere sull’audizione di De Raho. Nel mirino anche le Fiamme gialle: il forzista Tommaso Antonino Calderone ha depositato un’interrogazione al ministro Giorgetti per conoscere i provvedimenti disciplinari contro Striano. Le destre mostrano idee chiarissime sul caso: c’è un mandante, a sinistra, per costruire dossier contro il centrodestra. Eppure, proprio ieri, Cantone ha ammesso l’inesistenza di prove sull’ipotesi del complotto politico. Di sicuro, Striano ha condiviso alcune delle informazioni trafugate con la stampa. Ma la procura di Roma sta già indagando per scovare altri funzionari infedeli. Sul Fatto di domani vi racconteremo nuovi retroscena.
EREDITÀ AGNELLI, INDAGATI ANCHE LAPO E GINEVRA. L’INCHIESTA SI ALLARGA DI 700 MILIONI. L’inchiesta sull’eredità della famiglia Agnelli si allarga. La Procura di Torino ha iscritto nel registro degli indagati Lapo Elkann e la sorella Ginevra, nomi che vanno ad aggiungersi a quelli di John, presidente di Stellantis e amministratore delegato di Exor, del commercialista della famiglia Gianluca Ferrero e di un notaio svizzero esecutore testamentario di Marella Caracciolo, moglie di Gianni Agnelli e nonna di John, Ginevra e Lapo. A Lapo e Ginevra viene contestato il reato di truffa ai danni dello Stato per aver presentato dichiarazioni non corrispondenti al vero, secondo la Procura. L’iscrizione è un atto dovuto, ma è anche una contromossa giudiziaria della procura dopo che la scorsa settimana il tribunale del riesame aveva accolto il ricorso di John Elkann e ordinato il dissequestro della maggior parte del materiale requisito dalle Fiamme Gialle durante diverse perquisizioni all’apertura del fascicolo. Ora invece, con la nuova iscrizione, i documenti restano in mano ai pm. C’è di più, però. Oltre al coinvolgimento di Lapo e Ginevra, si ricava che l’indagine è diventata più ampia. Al centro resta il patrimonio riconducibile a Marella, morta nel 2019 a 92 anni. Si tratta di almeno una parte dei 700 milioni dichiarati al fisco a ottobre 2023 da John Elkann dopo un’attività anti-riciclaggio delle Fiamme gialle. John Elkann li presentò, nella forma di dichiarazioni integrative per gli anni 2019-2021 come redditi maturati all’estero. La tesi dei pm è che il denaro provenisse invece dal patrimonio della nonna Marella, su cui non sarebbe stata pagata la tassa di successione in Italia: da qui l’ipotesi di truffa. Fra le carte sequestrate c’è una busta dedicata a Chalet Icy, nel cantone di Berna in Svizzera, dove Marella conservava la residenza fiscale in maniera fittizia secondo gli inquirenti. Stamattina c’è stato un vertice a Torino tra gli investigatori. Sul Fatto di domani vedremo tutte le novità sul caso.
GUERRA RUSSIA-UCRAINA, PER MOSCA ANCHE IL RISCHIO DI ATTENTATI DELL’ISIS. USA, IL PRESIDENTE BIDEN E IL DISCORSO DELL’UNIONE DA SOCIALDEMOCRATICO. Da un lato c’è la guerra che Mosca ha iniziato due anni fa invadendo l’Ucraina. Dall’altro, le continue tensioni, in cui si inseriscono anche gli attori del terrorismo internazionale. Il pericolo di attentati nella capitale russa viene visto in modo concreto pure dagli Stati Uniti, tanto che l’ambasciata a Mosca ha diffuso un avviso con cui segnala rischi nelle prossime 48 ore. La notizia è correlata a quanto ha detto ieri il servizio di sicurezza Fsb, che afferma di aver avuto una sparatoria con una cellula dell’Isis nella regione di Kaluga. I componenti di quella squadra di estremisti islamici stavano pianificando un attentato contro una sinagoga di Mosca; alcuni loro complici potrebbero essere in grado – è questo il timore – di portare a termine l’azione. Sul fronte con l’Ucraina, la guerra continua con gli attacchi incrociati di droni. La Russia denuncia la morte di due persone a Belgorod, Kiev lamenta tre vittime in un raid nemico a Kharkiv. Il presidente Zelensky oggi è andato in Turchia per incontrare il presidente Erdogan a Istanbul e discutere l’accordo sul grano. Negli Stati Uniti Joe Biden si è occupato della guerra tra Russia e Ucraina durante il discorso dell’Unione; è stato uno dei quattro punti fondamentali toccati dal presidente, con una esortazione ai repubblicani a non bloccare i fondi per Kiev e un messaggio al presidente russo Putin: “Non ci tireremo indietro. Non mi inchinerò”. Una posizione contrapposta a quella dell’avversario alle prossime presidenziali, Donald Trump. Il discorso di Biden ha toccato temi come la difesa della legge sull’aborto, e la necessità di non toccare la legge sull’assistenza sanitaria. Inoltre, il capo della Casa Bianca ha proposto una riduzione dei tassi sui mutui e un’aliquota fiscale minima del 25% per i più ricchi. Sul Fatto di domani leggerete altri particolari su Biden in veste di leader “socialdemocratico” in opposizione ai privilegi promessi dai Repubblicani e da Trump ai più abbienti. Inoltre, ci saranno approfondimenti sulla situazione economica del ceto medio ucraino, deluso dagli aiuti Ue, e torneremo sul caso Jorit, dopo la vicenda della foto dell’artista con il presidente Putin. Sarà lo stesso Jorit in una intervista a raccontare la sua versione.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Il primogenito Bossi incassava il reddito di cittadinanza senza diritto. Secondo gli inquirenti, il primogenito del fondatore della Lega Umberto Bossi tra il 2020 e il 2023 ha incassato indebitamente il reddito di cittadinanza. È indagato per truffa ai danni dello Stato.
8 marzo di lotta. Oggi a Roma, Milano e altre città il corteo organizzato da Non una di meno. Nella manifestazione si sono visti nastri adesivi sulla bocca per denunciare la censura su Gaza e critiche al governo e sostegno alla Palestina.
Gaza, per il corridoio umanitario marino “ci vorrà tempo”. La Commissione Ue e alcuni Paesi europei tra cui l’Italia parteciperanno al corridoio marittimo lanciato da Usa ed Emirati Arabi per fornire aiuti umanitari alla popolazione di Gaza. Il via libera avverrà “si spera sabato o domenica”, ma altre fonti fanno sapere che il completamento del progetto richiederà settimane e gli aiuti non arriveranno prima della fine di marzo. Un’iniziativa parallela è stata annunciata anche da Londra. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato che oggi una nave partirà dal porto cipriota di Larnaca per portare aiuti a Gaza per un’operazione pilota per testare il corridoio. C’è l’ok di Israele che apre agli aiuti “dopo che essi siano stati sottoposti a ispezioni”. Cinque palestinesi intanto sono morti a Gaza per lanci difettosi di pacchi di derrate con paracadute.
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