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INCHIESTA DI PERUGIA, MELONI BOCCIA LA COMMISSIONE D’INCHIESTA DI NORDIO E CROSETTO. SALVINI MINACCIA IL “SABOTAGGIO” IN VENETO. Sul caso degli “spioni” nella procura antimafia, Giorgia Meloni boccia due pezzi da 90, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e quello della Difesa Guido Crosetto. Il tandem aveva proposto l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta per far luce sugli accessi abusivi agli archivi digitali da parte del finanziere Pasquale Striano, in concorso con il magistrato Antonio Laudati. I due sono indagati dalla procura di Perugia. La settimana scorsa il procuratore del capoluogo umbro, Raffaele Cantone, è stato ascoltato in Commissione antimafia. La lista delle persone convocate nei prossimi giorni è nutrita: i ministri Nordio e Crosetto; l’editore e il direttore del quotidiano Il Domani Carlo De Benedetti ed Emiliano Fittipaldi; il comandante generale della Guardia di Finanza Andrea De Gennaro; il direttore della Direzione investigativa antimafia (Dia) Michele Carbone; il direttore dell’Unità di informazione finanziaria (Uif) di Banca d’Italia Enzo Serata. Secondo la premier, meglio sostenere la commissione Antimafia che istituire un nuovo organismo: “Sta lavorando l’Antimafia, che ha poteri d’inchiesta. Vediamo dove arriva, poi valuteremo se c’è bisogno di altro”. Il pollice verso di palazzo Chigi ha destato stupore: “Non capisco perché Meloni non vuole la commissione, l’hanno proposta Crosetto e Nordio…”, ha commentato Matteo Renzi. Malgrado il trionfo abruzzese, si allargano crepe a destra. Salvini è tornato in trincea sul terzo mandato per salvare il fortino veneto di Luca Zaia: domani il decreto Elezioni approderà in Parlamento e la Lega è pronta a ripresentare l’emendamento già bocciato in Commissione. Il Carroccio spera nell’aiutino dei riformisti dem, pressati da sindaci e governatori. Ma il Nazareno ha spento ogni illusione leghista. All’angolo, Salvini ha avvisato la premier: “Il Veneto rimarrà orgogliosamente leghista, lavoriamo per il centrodestra unito ma se a livello locale ci saranno incompatibilità, o questioni fra tizio e caio, non è una scelta nazionale”. Ovvero: se Zaia non potrà candidarsi, potrebbe sostenere la corsa di un fedelissimo “sabotando” il centrodestra. Sul Fatto di domani vi racconteremo i pessimi rapporti tra la premier e i suoi alleati. Poi andremo a Bari, dove il 7 aprile si svolgeranno le primarie dem per il candidato sindaco. In Puglia, roccaforte della sinistra, potrebbe cambiare il vento.
TASSE NON PAGATE SU UN QUADRO: CHIESTO IL RINVIO A GIUDIZIO PER SGARBI. La vicenda non è quella del quadro rubato nella magione di un’anziana signora e apparentemente ricomparso, ma leggermente diverso, nella galleria privata di Vittorio Sgarbi, che abbiamo svelato sul Fatto con Thomas Mackinson. La storia riguarda invece un altro quadro e un’altra indagine, stavolta per evasione, ed è stata rivelata sempre dal Fatto con Valeria Pacelli. Oggi la procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex sottosegretario alla Cultura del governo Meloni per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte per circa 715 mila euro. I pm contestano al critico di aver acquisito un dipinto nel 2020 all’asta facendo figurare la compagna come acquirente e con denaro di una terza persona con l’intento di mettere l’opera al riparo da eventuali aggressioni da parte del Fisco. Lui si difende asserendo che il dipinto in questione, Il giardino delle fate del 1913, sarebbe stato acquistato grazie con i soldi dell’ormai defunto Corrado Sforza Fogliani, avvocato cassazionista e banchiere, che avrebbe voluto fare un regalo alla fidanzata del critico. Da Trento, dove si trovava insieme a Giorgia Meloni per la firma dell’accordo relativo al Fondo sviluppo e coesione sociale 2021-2027 (ma anche in qualità di presidente del Museo d’arte cittadino, il Mart), Sgarbi ha detto che la richiesta di rinvio a giudizio gli sembra “del tutto insensata”. Sul Fatto di domani vedremo i dettagli della vicenda.
LAOCOONTE, CONFERMATE LE CONDANNE PER ULTIMA GENERAZIONE IN VATICANO. La Corte d’appello del tribunale vaticano oggi ha confermato in tutto e per tutto la condanna di primo grado (di giugno 2023) per i due ecologisti di Ultima Generazione che si erano incollati al basamento della statua del Laocoonte nell’agosto del 2022. Il ricorso presentato dai due attivisti, Ester Goffi e Guido Viero, è stato respinto. La condanna è a 9 mesi di reclusione con pena sospesa, 1.500 euro di multa, 2.000 euro di spese di cancelleria, e un risarcimento di 28.000 euro per il danneggiamento della celebre scultura conservata ai Musei Vaticani. Nel nostro inserto ambientale Fatto for future oggi abbiamo raccontato la condanna ad altri membri di UG per l’imbrattamento del Senato della Repubblica, con vernice lavabile. Nelle loro dichiarazioni dopo la sentenza, gli attivisti criticano la decisione di “condannare un messaggio di non violenza e amore”, affermano, che non ha provocato danni alla scultura. Ma si appellano direttamente a Papa Francesco a “non tradire le sue parole” sulla necessità di curare l’ambiente. Sul Fatto di domani rivolgeremo anche l’attenzione a cosa sta facendo, o meglio non facendo, il governo in tema di transizione ecologica ed energetica. Leggerete un’analisi sul ritardo dell’Italia nella corsa alle rinnovabili: un treno di investimenti economici e ambientali che stiamo rischiando di perdere.
GUERRA UCRAINA-RUSSIA: IL VATICANO DIVISO. I PARTIGIANI FILO-KIEV ATTACCANO GLI OBLAST DI KURSK E BELGOROD. DAGLI USA AIUTI PER 300 MILIONI DI DOLLARI, COMPRESI MISSILI ATACMS. L’invito di Papa Francesco a Kiev ad “alzare bandiera bianca” a due anni dall’invasione della Russia, continua ad avere conseguenze in Vaticano. Il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, dopo le critiche a Bergoglio dall’Europa e gli Stati Uniti, prova a invertire la rotta: “L’appello del Pontefice è che ‘si creino le condizioni per una soluzione diplomatica alla ricerca di una pace giusta e duratura’. Ovvio che la creazione di tali condizioni non spetta solo ad una delle parti, bensì ad entrambe, e la prima condizione mi pare sia proprio quella di mettere fine all’aggressione”. Insomma, anche la Russia dovrebbe fare un passo considerevole. Il Vaticano ha promosso nei mesi scorsi una iniziativa diplomatica per giungere ad una tregua definitiva, affidandola al cardinale Zuppi. A proposito di sostegno, gli Usa stanno per varare, secondo l’agenzia Reuters, un nuovo pacchetto di aiuti per 300 milioni di dollari che prevede anche l’invio di missili Atacms a lungo raggio. Sino ad ora Washington aveva spedito solo quelli a medio raggio. Sul campo, i partigiani russi filo-ucraini hanno annunciato di aver preso il controllo del villaggio di Tyotkino, nella regione di Kursk e di aver dato battaglia a Belgorod. Mosca invece sostiene di aver respinto gli attacchi. Altri partigiani, legati al “Battaglione siberiano”, hanno fatto appello ai russi affinché “ignorino le elezioni” in programma dal 15 al 17 marzo, il cui risultato è una scontata rielezione del presidente Putin. La guerra coinvolge anche la Croce Rossa Russa. Secondo una inchiesta del Guardian, il presidente Pavel Savchuk, 29 anni, era un membro dell’organizzazione patriottica pro-Putin, il Fronte Popolare All-Russian. Diversi funzionari avrebbero un ruolo nell’ addestramento militare dei bambini. Sul Fatto di domani leggerete altri particolari sulle diverse posizioni in Vaticano rispetto alla guerra, e un reportage sulla presenza di addestratori occidentali in Ucraina.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Gaza, Blinken (Usa): “Situazione straziante”. Netanyahu: “Finiremo il lavoro a Rafah”. “La situazione umanitaria a Gaza è straziante”. Lo afferma il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, in un messaggio per l’inizio del mese del Ramadan. Il funzionario conferma che gli Stati Uniti stanno lavorando ad un cessate il fuoco tra Israele e Hamas “immediato e duraturo per almeno sei settimane come parte di un accordo che preveda il rilascio degli ostaggi”. I disaccordi tra il presidente Biden e l’omologo israeliano Netanyahu sono sempre più marcati su come proseguire il conflitto. Il premier parlando ai delegati dell’Aipac si è lamentato delle critiche della Casa Bianca ed ha poi confermato: “Entreremo a Rafah per finire il lavoro”. Intanto proseguono gli scontri al confine con il Libano. L’aviazione israeliana ha colpito basi di Hezbollah in risposta ad una pioggia di missili della milizia filo-Iran.
Milan, indagati l’ad Furlani e il predecessore Gazidis. All’amministratore delegato del club rossonero, la procura di Milano contesta l’ostacolo alla attività di vigilanza della Figc per l’omessa comunicazione del titolare effettivo del club. L’inchiesta riguarda la cessione della società rossonera dal fondo Elliott alla Redbird di Gerry Cardinale nell’agosto 2022. La Guardia di Finanza ha svolto perquisizioni nella sede della società sportiva. Gli indagati sono 4: oltre a Furlani, il precedente amministratore delegato Ivan Gazidis, il manager di Elliot Jean Marc McLean e Daniela Italia, cittadina italiana con residenza in Lussemburgo.
L’eredità di Donna Marella, indagine sugli Elkann. Sul giornale di domani vi racconteremo le ultime novità sull’inchiesta della procura di Torino. Secondo gli inquirenti, la residenza svizzera della vedova di Gianni Agnelli serviva a frodare il fisco italiano e garantire la successione di Marella Caracciolo secondo il diritto elvetico. Faro acceso sui documenti sequestrati – per la seconda volta, dopo l’annullamento del tribunale del riesame – al presidente di Stellantis John Elkann e al commercialista (e presidente della Juve) Gianluca Ferrero.
Case green, ok alla direttiva in Europa. Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia con 370 voti a favore, 199 contrari (tra cui i leghisti italiani) e 46 astenuti. La direttiva cosiddetta “case green” introduce nuove misure per realizzare un parco immobiliare climaticamente neutro entro il 2050.
Uk, la casa reale non la conta giusta. Aumentano le analasi su come sia stata artefatta la foto di Kate Middleton pubblicata sui social da William e poi ritirata dalle agenzie di stampa perché visibilmente ritoccata. Sul Fatto di domani metteremo in fila le ipotesi sulle ragioni di questa maldestra scelta
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Clima, l’avvocato Saltalamacchia: “In Italia non si può fare causa allo Stato, in Europa sì”
di Elisabetta Ambrosi
“Si tratta di una sentenza in contrasto con la Carta dei Diritti fondamentali della Ue e con la Corte europea dei diritti dell’uomo, ma è anche contraddittoria, perché da un lato riconosce la gravità dell’urgenza climatica, dall’altro statuisce che in Italia non esisterebbe la possibilità di rivolgersi a un giudice per ottenere tutela contro questa situazione”. Così l’avvocato Luca Saltalamacchia, membro del team legale che ha seguito la causa contro lo stato italiano per inadempienza climatica – intentata nel 2021 da 24 associazioni, e 179 persone – commenta la recente sentenza della Giudice della Seconda Sezione del tribunale Civile di Roma. Sentenza che afferma, appunto, che il tribunale non ha competenza per esprimersi e che in Italia non esistono tribunali in grado di decidere.
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