Tutti muoiono.
Il 19 marzo 2023, a 62 anni compiuti da poco, è toccato a mia madre. Il 27 marzo ho pubblicato online un post per dare notizia del lutto e ringraziare le persone che ci sono state accanto. Il 30 marzo sono tornato al lavoro in redazione ma quel giorno ho dovuto fermarmi e andare via perché il dolore mi stava sovrastando: ho raggiunto mio padre e siamo rimasti in un parco a guardare il cane giocare fino al tramonto, senza parlare molto. Il giorno dopo ho pubblicato online una tavola intitolata “Lo spazio bianco” in cui raccontavo come mai sul quotidiano in edicola quel giorno la mia vignetta non ci fosse. Non lo sapevo, ma quei due post sarebbero stati le prime pagine di qualcosa: da quel giorno ho iniziato a pubblicare delle tavole, come un diario, in cui raccontavo in presa diretta e a fumetti il dolore del lutto. L’ultima tavola l’ho pubblicata online il 4 giugno: in totale ne sono venute fuori trenta, le ho raccolte tutte sotto il titolo di Cenere e le ho lasciate sul mio sito web. Questo racconto mi ha salvato, ho pensato, magari lì avrebbe potuto salvare qualcun altro. Ed è vero: Cenere mi ha fatto sentire che non ero solo. Che tutti erano come me, che tutti c’erano passati, ci stavano passando o sapevano che ci sarebbero passati a breve. Cenere ha preso il mio lutto particolare e lo ha illuminato con una legge universale, semplice ma spietata: tutti muoiono.
A giugno 2023 ho stampato le tavole di Cenere e le ho spedite a Rizzoli: se Cenere aveva ancora qualcosa da dire, loro lo avrebbero capito. Così, dopo una cena in cui abbiamo riso tanto (e non era facile farmi ridere in quei giorni) abbiamo deciso di lavorarci. Nell’autunno 2023 ho iniziato a riscrivere Cenere e ci ho lavorato fino al gennaio 2024: con la porta chiusa, stavolta, e senza il confronto diretto con i lettori. Le pagine disegnate nella primavera del ’23 sono diventate l’ossatura di questo libro nel quale ho potuto raccontare tutte le emozioni e i ricordi che erano rimasti inespressi per tante ragioni. Non è stato facile ripercorrere a ritroso i giorni di Cenere; spesso mi sono ritrovato alla scrivania a piangere o a posticipare la lavorazione di alcune pagine perché mi davano troppa angoscia; altre volte ho riso di qualcosa che io stesso avevo appena disegnato. Mentre lavoravo a questo libro ho trovato conforto e ho cercato risposte nei libri degli altri. Forse anche Cenere potrà essere utile per qualcuno, lo spero. A me ha insegnato che non c’è niente di speciale nel lutto. Che tutti muoiono, certo. Ma anche che nessuno è solo. E che una risata non guasta.