Carlo Calenda comunica: “L’asse giallo-verde è vivo e lotta insieme a Putin e Trump”, perché “Salvini ha fatto una dichiarazione di elogio a Putin. Conte non ha ritenuto di dire una parola sulle elezioni russe. Salvini inneggia a Trump, Conte rimpiange i tempi degli endorsement per ‘Giuseppi’. Salvini vota per le armi in Ucraina, ma prova a far passare ordini del giorno contro. Conte non vota l’invio di armi e vuole la resa dell’Ucraina. Salvini ha un accordo con Russia Unita… Conte e Salvini dovrebbero essere isolati e scaricati”. E lui, per scaricarli meglio, fa l’asse centro-verde con Salvini appoggiando il suo candidato in Basilicata, il presidente uscente Vito Bardi. Ma non se n’è neppure accorto, avendo ceduto in franchising la sezione lucana di Azione alla famiglia Pittella. Che purtroppo si è scissa tra il fratello maggiore Gianni e il minore Marcello. Entrambi erano trasmigrati dal Pd ad Azione, ma ora il secondo sta con Bardi (e, si suppone, con Calenda), mentre il primo è contro Bardi (e, si suppone, contro Calenda). Nessuna notizia per ora dei cognati, delle nuore, delle zie e dei cugini. In attesa dell’auspicato ricongiungimento famigliare, Calenda spiega che “su Bardi ho sempre espresso giudizi positivi”. Forse tra sé e sé, o a cena con Pittella (Marcello, non Gianni), perché dall’archivio Ansa non risultano suoi giudizi su Bardi (né positivi né negativi) a memoria d’uomo fino a una settimana fa, quando Carletto scoprì la Basilicata e si mise all’asta fra centrodestra e centrosinistra.
Di Bardi parlava invece Donato Pessolano, segretario di Azione in Basilicata (al quale va tutta la solidarietà), e malissimo: essendo all’opposizione, s’era fatto l’idea di doversi opporre a Bardi. Impresa piuttosto agevole, visti i disastri di Bardi. “I numeri – twittava il Pessolano nel giugno 2023 – smentiscono la propaganda di Bardi. La Basilicata soffre, il sistema sanitario regionale ha bisogno di una riforma seria”. E nel ’22, implacabile: “Bardi e la sua giunta non sono in grado di lavorare sui dossier urgenti. O un cambio di passo o si vada subito al voto”; “Dopo i fallimenti della destra di Bardi, è il momento di tornare protagonisti”; “Ricordate lo slogan ‘Prima i lucani’? L’ennesimo bluff della destra di Bardi, Casellati, Salvini e Meloni!”; “L’ultimo posto in classifica di Bardi tra i Presidenti di Regione non è un problema per Bardi, ma della Basilicata tutta”. Calenda non gli aveva spiegato che la vera opposizione si fa appoggiando i governi. E ora è proprio il Pessolano ad annunciare l’appoggio a Bardi che – assicura dopo la cura – “con tante difficoltà in cinque anni non è stato supportato da una squadra adeguata”. Ecco perché combinava solo disastri: gli mancavano Pessolano e Calenda.