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GUERRA RUSSIA-UCRAINA, CROSETTO: “ARMI VENDUTE A KIEV NON SONO IN CONTRASTO CON LA LEGGE 185”. M5S: “RIDICOLA SCENETTA”. ATTACCO A MOSCA, BLOOMBERG: “LA VERSIONE DI PUTIN NON CONVINCE NEPPURE I SUOI FEDELISSIMI”. “L’Italia ha esportato nel 2023 armi verso l’Ucraina per 417 milioni di euro ma questa attività non è in contrasto con la legge 185/90”. A sostenerlo oggi è stato il ministro della Difesa, Crosetto, rispondendo a un’interrogazione del Movimento 5 Stelle, molto critico sulla questione. La norma è stata approvata nel 1990 e inserisce criteri che non siano solo economici – su spinta della società civile – nella valutazione delle autorizzazioni per la vendita di rifornimenti bellici. Crosetto ha ribadito che esiste una distinzione tra cessione di armi e vendita e che quest’ultimo settore dipende dall’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento (Uama). I 5 Stelle hanno replicato con Marco Pellegrini che ha definito “ridicola scenetta” quella di Crosetto ed ha posto una serie di domande anche alla premier Meloni. Al di là del dibattito italiano, i venti di guerra continuano a soffiare dall’Est, e gli Stati Uniti rassicurano gli alleati. La portavoce del Pentagono, Sabrina Singh, ha confermato: “Difenderemo ogni centimetro della Nato”. Il tema è delicato: la Polonia ha chiesto di poter abbattere missili russi che sorvolino il proprio spazio aereo – episodio accaduto domenica scorsa – e i Paesi Baltici temono di essere il prossimo obiettivo di Mosca. Oggi i russi hanno bombardato zone residenziali di Kharkiv, provocando un morto e 19 feriti. Nel Nord-Est, gli ucraini scavano trincee e rafforzano difese, come mostrato dal presidente Zelensky. Resta d’attualità l’attentato compiuto a Mosca al Crocus City Hall venerdì scorso e rivendicato dall’Isis-K; le vittime sono salite a 140, 80 i feriti. Bloomberg rivela che, a dispetto delle dichiarazioni del presidente Putin e dei servizi di sicurezza Fsb sulle presunte responsabilità di Kiev e di Stati Uniti e Inghilterra nell’organizzazione del raid, alcuni tra i suoi funzionari più fedeli si sono mostrati scettici. Sul Fatto di domani leggerete altri approfondimenti sia sul tema della vendita delle armi all’Ucraina che sullo stato del conflitto.
GIUSTIZIA, NORDIO RADDOPPIA: “LEGGE SULLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE ENTRO MAGGIO” E REVISIONE DELLA SEVERINO. È un ministro della Giustizia sicuro di sé quello che si è presentato oggi davanti ai deputati, nel question time alla Camera. Non hanno scalfito Carlo Nordio le critiche, anche dure, sul progetto di test psicoattitudinali per i magistrati, lanciato ieri. Oggi un pm di peso come Nicola Gratteri ha sparato a zero sul progetto: “Allora facciamo i test anche a chi ha incarichi di governo”, e ha aggiunto maliziosamente che servirebbero anche i test per alcol e droga. Sul punto si è lamentato anche il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, il quale nota che il governo ha scavalcato il parlamento. Senza parlare della scientificità dubbia delle prove psicoattitudinali (già ritirate per questo motivo in Francia). Nordio in Aula ha aggiornato le tappe della sua riforma della giustizia, toccando tutti i punti critici. L’abolizione del reato di abuso d’ufficio, la rimodulazione al ribasso del traffico di influenze, la revisione della legge Severino su cui dice sia necessaria “una messa a punto, anche se non è all’ordine del giorno”. E poi il progetto dirompente della separazione delle carriere tra giudici e magistrati, che il Guardasigilli annuncia sarà presentato entro aprile o maggio. È nel programma di governo, ha spiegato Nordio, che poi riconosce comunque che “l’iter sarà lungo” perché si interseca con la riforma del Csm e quella costituzionale del premierato. Il programma è vasto ma il piano è preciso, e assomiglia sempre di più al disegno vagheggiato da Licio Gelli e dalla P2, come hanno denunciato i magistrati. Sul Fatto di domani approfondiremo la questione dei test psicologici per i magistrati con il parere di esperti.
SANTANCHÈ NELLA TRINCEA: “NESSUNO MI HA CHIESTO DI DIMETTERMI”. MA ANCHE LA LEGA FA PRESSIONE SU MELONI. “Non ho nulla da aggiungere al comunicato stampa. Nessuno mi ha mai chiesto di dimettermi. Andiamo avanti: ho fiducia nella magistratura. Finora avete visto com’è andata e quindi sono tranquilla”. Così parla oggi Daniela Santanchè, la ministra del Turismo finita indagata per l’ipotesi di frode sulla cassa Covid per la società Visibilia, ma anche per Bioera e Ki Group, al centro di uno scandalo tirato fuori dal nostro giornale. I retroscena politici però vanno oltre: raccontano di una ministra che non ha la minima intenzione di dimettersi. Sul Fatto di oggi abbiamo rivelato che dalla Lega la richiesta a Meloni è di far dimettere la ministra scomoda per evitare imbarazzi prima delle europee. Pd, M5S e Avs unanimemente chiedono non solo le dimissioni, ma anche che la premier riferisca in aula sul caso. Una bagarre che ha portato la capigruppo della Camera ad anticipare al 3 aprile la discussione sulla mozione di sfiducia nei confronti di Santanchè: il voto sarà entro la prossima settimana. Intanto prosegue anche la nostra campagna per le dimissioni sulla piattaforma Io scelgo. Sul Fatto di domani ricorderemo le tante ragioni che giustificano la richiesta: vedremo quanto è costata finora al fisco il crac del gruppo Visibilia e le altre operazioni di Santanchè e soci.
SUPERBONUS, IL SUICIDIO DEL GOVERNO: CORREGGE LA NORMA E RISCHIA DI RESTARE A SECCO PER LA MANOVRA. Dopo aver ammainato le due bandiere dell’opposizione, reddito di cittadinanza e salario minimo, il governo va spedito contro la terza: il tanto odiato superbonus. “Buona Pasqua a voi, io starò col superbonus è la mia maledizione”, ha ironizzato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. E non ha tutti i torti: ieri il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo decreto che elimina tutte le eccezioni che ancora consentivano ad alcune categorie di poter accedere agli sconti in fattura o della cessione del credito. Il provvedimento che punta a tenere sotto controllo i costi. Nei giorni scorsi, dalle simulazioni fatte in vista dell’approvazione del Documento di economia e finanza (Def), è emerso che il credito edilizio al 110% potrebbe impattare più del previsto sul deficit 2023 portandolo anche oltre l’ultima previsione Istat del 7,2%. Le indiscrezioni parlano di ulteriori sforamenti per 10 miliardi. E molto dipende da come Eurostat deciderà di classificare i bonus edilizi del 2024, ossia se vanno contabilizzati negli anni precedenti oppure – proprio alla luce delle modifiche della destra – vanno spalmati anche sugli anni a venire, cosa che strangolerebbe le finanze pubbliche, aprendo la strada a manovre lacrime e sangue. Insomma il governo si è autosabotato e ha fatto insorgere le categorie di settore, costruttori in primis, oltre che le opposizioni. Sul Fatto di domani vedremo di che morte dovrà morire il duo Meloni-Giorgetti e le conseguenze per gli italiani, tanto che Forza Italia già dice di correggere la norma in parlamento.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Il piano per cedere l’Agi ad Angelucci, Giorgetti non risponde. “È doveroso sottolineare che il Mef ha appreso da fonti di stampa della presunta trattativa tra Eni e Angelucci sull’Agi e non è l’autorità deputata a rispondere”. Così il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti rispondendo a un’interrogazione sulle iniziative a tutela del pluralismo dell’informazione, dopo le voci su una trattativa per la cessione dell’agenzia Agi da parte di Eni. “Seppure il Mef detenga una partecipazione in Eni di complessivamente circa il 30%, ricordo che a questa partecipazione non corrisponde alcun potere su decisioni come questa di natura gestionale”, ha detto Giorgetti, che aggiunge che per parlare di conflitto di interessi è ancora presto a suo parere.
Prestò l’identità a Messina Denaro, in manette un architetto di Limbiate (Monza). Massimo Gentile lavora in Comune, dove gestisce i fondi del Pnrr. Ma per 10 anni, secondo gli inquirenti, ha ceduto la sua identità al boss, che sotto quel nome ha potuto comprarsi auto e moto. La Dda di Palermo ha arrestato Gentile e altri due presunti fiancheggiatori del capo di Cosa Nostra, un radiologo dell’ospedale di Mazara del Vallo e un altro uomo.
Grave incidente per un Flixbus in Germania, 5 morti e numerosi feriti. Un pullman diretto a Monaco si è ribaltato sull’autostrada A9 nei pressi di Lipsia. A bordo, 53 passeggeri e 2 autisti. Cinque le vittime finora, una ventina i feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni. Lunedì scorso un altro mezzo Flixbus era stato coinvolto in un incidente in Italia, sulla A1, tra Modena Sud e Valsamoggia. Nell’incidente è morto un 19enne.
Appalti Anas, Verdini chiede il patteggiamento. Due anni e 10 mesi: questa la richiesta avanzata alla Procura di Roma dai legali di Tommaso Verdini, indagato in un’inchiesta su alcune commesse Anas nella quale vengono ipotizzati i reati di corruzione e turbativa d’asta. Nelle scorse settimane i pm avevano chiesto e ottenuto per Verdini e altri indagati – tra cui Fabio Pileri, socio del figlio dell’ex parlamentare nella società Inver – il giudizio immediato.
Caso Bari, verso audizione di Emiliano e Decaro in antimafia. Nel prossimo ufficio di presidenza della commissione parlamentare antimafia, che si terrà la prossima settimana, saranno valutate le richieste di audizione del sindaco di Bari Antonio Decaro e del presidente della Puglia Michele Emiliano in merito alle vicende legate ai rischi di infiltrazioni mafiose nel comune di Bari.
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