VOTO DI SCAMBIO: PALERMO COME TORINO E BARI. NEI GUAI ESPONENTE DEL PARTITO DI MELONI. ADESSO COMMISSARIATELI TUTTI. Dopo l’inchiesta di Bari con annesso invio della Commissione di accesso per valutare lo scioglimento del Comune e quella di Torino dei giorni scorsi, che ha interessato un politico del Partito democratico, ora a tremare è (o dovrebbe essere) Fratelli D’Italia, per un’indagine scattata a Palermo. A finire sotto inchiesta un ex consigliere ed esponente di spicco del partito di Giorgia Meloni, sindacalista e storico referente dei precari del capoluogo siciliano, al secolo Mimmo Russo. È accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio politico-mafioso, concorso in estorsione e in corruzione. Sarà sottoposto a custodia cautelare in carcere. L’ex consigliere comunale (in carica per un ventennio, salvo perdere il seggio all’ultima tornata) secondo il gip di Palermo vantava “radicati e mai recisi rapporti con varie articolazioni mafiose della città”. Antonio Rini, presidente di FdI a Palermo, assicura che Russo “è stato immediatamente sospeso”. La commissione Antimafia ha chiesto di acquisire gli atti, come è successo per Bari e per Torino. Ma il ministro degli Interni Matteo Piantedosi manderà una commissione per il commissariamento anche nel feudo siciliano della destra? Sul Fatto di domani approfondiremo questi casi e il problema di fondo che li lega.
IL GOVERNO APPROVA IL DEF “AL BUIO” PER PAURA DEGLI ELETTORI, MENTRE LAVORA PER AMMAZZARE LA PAR CONDICIO. Un documento di economia e finanza fatto di buone intenzioni, ma che non la racconta giusta. Il governo ha approvato oggi il Def, dopo un Consiglio dei ministri mattutino, ma come previsto lo ha fatto senza inserire il cosiddetto quadro programmatico, ossia la previsione di modifica dei conti in conseguenza degli interventi dell’esecutivo. Non è una dimenticanza, perché questi inteventi saranno essenzialmente tagli di spesa, visto che quest’anno tornano le regole di bilancio europeo ed è certo che il debito pubblico italiano supererà la famigerata soglia del 3% di deficit/pil (si ipotizza che chiuderemo l’anno al 4,3%). Meglio rimandare le brutte notizie a dopo le europee di giugno. La destra ha la giustificazione pronta: “Quando avremo il quadro della nuova governance europea sapremo dove andare a tagliare la spesa e trovare le risorse”, ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. E poi le solite accuse al superbonus, spauracchio preferito. Sul Fatto di domani parleremo anche dell’assalto alla legge sulla par condicio in Rai, che stasera dovrebbe arrivare alle battute finali: alle 20 in commissione di Vigilanza si votano gli emendamenti al testo Agcom che adatta le norme al regolamento europeo in materia. La destra punta a escludere i politici con ruoli istituzionali dal computo delle quote (perché ora governa, Italia Viva ha tentato un blitz per limitare il pluralismo tv. Vedremo com’è finita.
ESPLOSIONE IN UNA CENTRALE IDROELETTRICA SULL’APPENNINO BOLOGNESE: 4 MORTI E 5 DISPERSI. Un rogo da 30 metri di profondità. Intorno alle 15 oggi pomeriggio si è verificata un’esplosione in una centrale idroelettrica che interessa il bacino artificiale di Suviana a Bargi, vicino al comune di Camugnano nell’Appennino bolognese al confine con la Toscana. Il bilancio provvisorio è di quattro morti, tre dispersi e cinque feriti gravi. A diverse ore dall’esplosione, non sono state accertate le cause che l’hanno provocata. “C’è chi parla di scoppio, chi di esplosione. In quei piani c’erano i trasformatori”, ha spiegato il comandante dei vigili del fuoco di Bologna, che aggiunge che l’evento si sarebbe verificato sotto il livello dell’acqua, al livello meno 9 della diga. I locali ora sono sommersi e il fumo impedisce ai soccorritori di entrare. L’impianto è gestito dall’Enel Green Power, il ceo Salvatore Bernabei e il direttore Italia di Enel Nicola Lanzetta sono in viaggio alla volta dell’impianto. Sul Fatto di domani leggerete le ultime notizie sul caso.
ACCORDI CON TEL AVIV, L’USB CHIAMA DOCENTI E STUDENTI A UNO SCIOPERO DI 24 ORE. IL BANDO MAECI SCADE DOMANI. Scade domani il bando Maeci di cooperazione scientifica tra gli atenei italiani e quelli israeliani, finito nel mirino delle proteste di docenti e studenti nelle ultime settimane. Ad aumentare la pressione contro il rinnovo della collaborazione, oggi il sindacato di sinistra di base Usb ha organizzato uno sciopero nazionale di 24 ore del settore Università, cominciato nel pomeriggio. A Siena una ventina di militanti pro-palestinesi hanno fatto irruzione alla riunione del Senato accademico. Il rettore Roberto Di Pietra ha risposto così: “Grazie per la vostra opinione, noi dobbiamo continuare il nostro lavoro”. Il comitato è uscito e la riunione è ripresa. A Torino gli studenti hanno chiamato un presidio mattutino davanti al Politecnico. A Pisa alcune decine si sono ritrovati in piazza dei Cavalieri a Pisa, davanti alla sede della Normale. A Roma un altro sit-in davanti al ministero degli Esteri. Sul Fatto di domani leggerete la cronaca di questa giornata di mobilitazione.
GUERRA ISRAELE-HAMAS: IMMINENTE OPERAZIONE A RAFAH, 40.000 TENDE PER TRASFERIRE I CIVILI. ISLAMICI CONTRO PROPOSTA USA, TREGUA SI ALLONTANA. Il premier israeliano Bibi Netanyahu parlando ai militari ha confermato che l’operazione a Rafah – osteggiata dagli alleati, primi tra tutti gli Stati Uniti – si farà, e che è stata scelta anche una data: “Completeremo l’eliminazione dei battaglioni di Hamas, anche a Rafah. Non c’è forza al mondo che ci fermerà”. Resta il problema dei civili, circa un milione addensato in quell’area. Un funzionario di Tel Aviv, mantenendo l’anonimato, ha confermato all’Associated Press che il governo sta acquistando 40.000 tende per preparare l’evacuazione. Nonostante la fiducia espressa ieri dai media del Qatar su una possibile tregua rispetto a un piano americano, che prevede un cessate il fuoco di sei settimane in cambio del rilascio di 40 ostaggi, la scarcerazione di 900 palestinesi e il rientro di 150 mila sfollati al nord, oggi è Hamas a gelare queste speranze: secondo i fondamentalisti la proposta israeliana “non include un ritiro totale e un cessate il fuoco”. Funzionari a conoscenza dei colloqui al Cairo hanno confermato al Wall Street Journal queste condizioni dicendo però di non essere ottimisti. Restano incombenti le minacce dell’Iran di un attacco verso lo Stato ebraico in risposta al raid nell’ambasciata di Teheran a Damasco, in Siria, che ha eliminato diversi generali dei Pasdaran. Temendo che gli ayatollah si possano servire della milizia libanese Hezbollah, Israele ha organizzato una vasta esercitazione al nord. Sul Fatto di domani leggerete altri particolari sul conflitto in Medio Oriente e un verifica dopo sei mesi di guerra sulle condizioni degli apparati di Hamas che Netanyahu ha promesso di smantellare: un obiettivo che appare ancora lontano.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Il governo dà vita alla società per azioni “Autostrade dello Stato”. Salvini esulta. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto con cui nasce la società per azioni Autostrade dello Stato, interamente partecipata dal Mef e sottoposta al “controllo analogo” del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Una società tutta pubblica, insomma, che avrà il compito di gestire le autostrade statali a pedaggio. Il titolare del Mit, Matteo Salvini, ha rivendicato la paternità del progetto.
Disforia di genere, il caso del Careggi in consiglio regionale. Una seduta della commissione sanità in Consiglio regionale della Toscana interamente dedicata alla disforia di genere e al centro dell’ospedale fiorentino di Careggi. La riunione è convocata per lunedì 15 aprile a partire dalle 9.30. Saranno presenti l’assessore regionale alla Sanità Simone Bezzini la direttrice dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Careggi Daniela Matarrese.
Incidente in pista, trauma cranico per Dovizioso. L’ex pilota della MotoGp è caduto dalla sua moto nella pista da cross di Terranuova Bracciolini, in provincia di Arezzo, riportando un trauma cranico e perdendo conoscenza. È stato trasportato in elicottero in ospedale, ma non è in pericolo di vita.
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La filosofa politica Pazé: “Dalla natura a chi non vota, siamo una Repubblica di non rappresentati”
di Elisabetta Ambrosi
“La questione ambientale? È una questione politica. Non basta dire: ‘Ascoltiamo gli scienziati’. Gli scienziati ci spiegano le conseguenze dell’innalzamento delle temperature, ma come affrontare la crisi, come ripartire i costi sociali della riconversione ecologica, è una questione politica, come si vede durante le Conferenze mondiali sul clima, dove i Paesi meno industrializzati, che finora hanno dato un contributo minimo all’inquinamento globale, pretendono giustamente che l’Occidente si assuma le sue responsabilità”. Valentina Pazé insegna Filosofia Politica all’Università di Torino.
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