Il Fatto di domani. 80 euro, governo in bolletta: la mancetta elettorale salta. E sul patto di stabilità destre e Pd fischiettano. Basilicata, ecco i “cacicchi” porta voti

Di FQ Extra
23 Aprile 2024

80 EURO: GOVERNO IN BOLLETTA, LA MANCETTA ELETTORALE SALTA. FIGURACCIA SUL PATTO DI STABILITÀ. Niente bonus 80 euro stile Renzi a fine anno. La mancetta elettorale in vista delle europee – in realtà nei desiderata del governo passato a 100 euro per redditi fino ai 28 mila euro (ma il requisito è essere sposati e avere almeno un figlio) – non vedrà la luce per il momento. Stessa sorte per l’attesa delega fiscale che dovrebbe rimodulare l’Irpef e Ires: il provvedimento, che sarebbe dovuto arrivare in Consiglio dei ministri oggi, è stato accantonato fino alla prossima settimana, segno che i conti non tornano e le coperture traballano. Un governo in bolletta, quindi. E uno dei motivi della carenza di risorse, specie per la prossima manovra (ci costerà 12-13 miliardi l’anno), è il famigerato Patto di stabilità che lega mani e piedi al governo: oggi il Parlamento europeo ha dato il via libera al Patto, ma gli europarlamentari italiani (tranne M5S e pochi altri che hanno votato no) hanno fischiettato, astenendosi. Lo hanno fatto i partiti di governo che avevano dato il via libera all’Ecofin dopo i negoziati, ma anche il Pd che aveva votato contro durante il trilogo. Sul Fatto di domani snoccioleremo tutte le questioni in ballo.


LA BASILICATA E IL TRIONFO DELLA POLITICA DEI “CACICCHI”. LE LISTE EUROPEE E I DOLORI DEI DEM. L’esito elettorale della Basilicata mostra una cosa, oltre alla tenuta del centrodestra di governo e alla sempre diffusa piaga dell’astensione: che la politica locale è fatta ancora e soprattutto di potentati e maggiorenti che gestiscono pacchetti di voti. Basti vedere che i più votati delle elezioni regionali lucane di domenica e lunedì scorso sono stati proprio i fratelli Pittella al centro di tanti scandali. E sono loro ad aver fatto volare in alto il risultato di Azione (con Italia Viva schierata a sostegno del candidato di centrodestra Vito Bardi), anche se Calenda non sembra ricordarsene quando attacca il Pd per il trasformismo in Puglia. A proposito di Pd, dopo aver raccontato il difficile parto della candidatura della segretaria Elly Schlein per le europee di giugno, sul Fatto di domani vedremo come si sono composte il resto delle liste, nel Pd ma anche nel M5S. Leggerete un’intervista al candidato pacifista Marco Tarquinio, molto avversato dalla corrente più centrista del partito di Schlein in quanto esponente dell’area pacifista. Area che alle elezioni europee si presenterà frammentata in varie liste: il 5S ha aggiunto la parola “pace” nel simbolo, poi c’è anche il tentativo di Michele Santoro, che sta però ancora raccogliendo le firme per presentarsi.


GUERRA ISRAELE-HAMAS: FOSSE COMUNI A GAZA, L’ONU CHIEDE INCHIESTA INTERNAZIONALE. USA, REPORTAGE SULLE PROTESTE NELLE UNIVERSITÀ. L’Alto commissario Onu per i diritti umani, Volker Türk ha chiesto che sia avviata una inchiesta internazionale indipendente sulla scoperta di fosse comuni, rinvenute in due ospedali della Striscia, il “Nasser” di Khan Younis e “Al-Shifa” di Gaza City. “Gli ospedali hanno diritto a una protezione molto speciale ai sensi del diritto internazionale umanitario. E l’uccisione intenzionale di civili, detenuti e altre persone fuori combattimento è un crimine di guerra”, ha concluso Türk. L’esercito israeliano rifiuta le accuse e dichiara che si tratta di corpi riesumati durante le ricerche degli ostaggi presi da Hamas. Il caso delle fosse comuni arriva dopo 200 giorni di guerra; un conflitto iniziato il 7 ottobre. Secondo il quotidiano Haaretz, 124 sono state liberate nell’unica tregua realizzata a novembre scorso, 133 restano prigioniere. La loro sorte è legata ai colloqui per un cessate-il-fuoco in corso in Egitto, che però sono a un punto morto, tanto che si sono registrate nei giorni scorsi tensioni tra il Qatar – tra i mediatori – e i fondamentalisti. Dopo aver fatto capire che i capi di Hamas dovevano trovarsi un altro rifugio dorato, oggi Doha ha puntualizzato: la loro presenza sarà accettata finché sarà “utile e positiva” per gli sforzi di mediazione. Sul Fatto di domani leggerete altri particolari sulle tensioni in Medio Oriente – l’operazione a Rafah voluta dal premier Netanyahu sarebbe imminente nonostante il parere contrario di Washington – e un reportage sulle contestazioni pro Palestina nelle università blasonate americane. A Yale e New York University sono state arrestate 150 persone e la direzione della Columbia ha deciso di sospendere le lezioni per motivi di sicurezza.


GUERRA RUSSIA-UCRAINA: LONDRA ANNUNCIA AIUTI MILITARI RECORD PER KIEV, CI SONO ANCHE MISSILI A LUNGO RAGGIO. Dopo che il Congresso americano ha sbloccato i fondi – oggi il voto del Senato – per gli aiuti militari all’Ucraina, a ruota segue il Regno Unito annunciando una spesa di circa 620 milioni di dollari, che comprende la fornitura di missili a lungo raggio Storm Shadow e quattro milioni di munizioni. Il premier britannico Sunak, oggi a Varsavia per incontrare il primo ministro polacco Donald Tusk e il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg ha confermato che Londra prevede una spesa militare di “75 miliardi di sterline nei prossimi sei anni, fino ad arrivare al 2,5% del Pil”. Resta il dubbio sulla tempistica: nell’Est dell’Ucraina i russi avanzano. Il governo britannico non ha indicato se gli aiuti saranno immediatamente disponibili per la consegna. Il presidente ucraino Zelensky ha invocato una maggiore assistenza internazionale, avvertendo che altrimenti il suo Paese perderà la guerra. Dal canto suo, il presidente russo Putin preme sull’acceleratore: il 9 maggio sarà l’anniversario della vittoria sui nazisti, e il Cremlino vuol portare in patria la notizia del successo in Donbass. Sul giornale di domani troverete ulteriori notizie sulla guerra nell’Europa dell’Est, tra cui la vicenda del leader ceceno Kadyrov, tra gli alleati più fedeli di Putin. Per alcune fonti è in fin di vita, lui appare in un video durante un allenamento in palestra, per smentirle.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Condannato anche in Appello il tesoriere della Lega. 4 anni, 6 mesi e 20 giorni e interdizione dal pubblici uffici: lo hanno stabilito i giudici della Corte d’Appello di Milano per Alberto Di Rubba. Tre anni ad Andrea Manzoni, anche lui ex contabile per il Carroccio in Parlamento.

Otto intossicati all’Hotel Barberini di Roma per le esalazioni di cloro, due in codice rosso. Grave incidente al centro di Roma: a causa del cloro utilizzato nella Spa, otto persone – tutte dipendenti dell’albergo – sono rimaste intossicate. Lo stabile è stato evacuato e le strade adiacenti chiuse. Anche alcuni degli ospiti hanno accusato bruciore agli occhi e difficoltà a respirare.

Russia, negato l’appello a Gershkovich. Il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich rimarrà in carcere almeno fino alla fine di giugno. Lo ha deciso un tribunale moscovita che ha respinto l’appello del giornalista per la fine della carcerazione preventiva. Il 32enne cittadino statunitense è stato arrestato nel marzo del 2023 a Ekaterinburg con accuse di spionaggio e da allora ha trascorso oltre un anno in cella. Sia Gershkovich che il Wall Street Journal negano le accuse. Il dipartimento di Stato Usa ha stabilito che il suo arresto e la sua detenzione sono illegali.


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Anziane per il clima, Norma Bargetzi: “Vittoria alla Cedu, ma non ci fermiamo: pure in Svizzera reprimono il dissenso”

di Michela A.G. Iaccarino

Storica, epocale, senza precedenti. È stata giudicata da un coro unanime così, l’ultima sentenza della Cedu (Corte europea diritti dell’uomo), che ha riconosciuto che il rispetto ambientale rientra tra i diritti umani e ha condannato un Paese perché non ha agito adeguatamente per mitigare gli effetti del cambiamento climatico (come previsto dall’accordo sul clima del 2015 dalla Cop21). Quel Pase è la Svizzera, che ha perso contro agguerrite ricorrenti dai capelli color latte: le Anziane per il clima.

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