Interlife, un’organizzazione di cooperazione internazionale che dal 2008 opera in Africa e Asia per contribuire a ridurre la povertà e promuovere sicurezza alimentare, protezione dell’infanzia, riscatto dal lavoro minorile, salute, istruzione, ha ideato un modello di sviluppo concreto e rivoluzionario per creare opportunità di lavoro in contesti di estrema povertà e vulnerabilità e offrire alle popolazioni un’alternativa alla migrazione: i ®Toolkit Interlife.
Il Toolkit Interlife è uno strumento per lo start-up di micro-imprese a conduzione familiare. Sono programmi completi che forniscono formazione, attrezzature, materie prime, competenze professionali – in coltivazione, allevamento e commercializzazione di prodotti – e tutto il supporto per avviare, partendo da zero, un’attività lavorativa in grado di sostenere i beneficiari e le proprie famiglie, innescando un effetto a catena solidale per tutta la comunità.
Chi riceve un Toolkit Interlife, infatti, dopo aver avviato un’impresa familiare, si impegna a confezionare con i prodotti e le entrate derivanti dalla propria attività, un nuovo Toolkit e a donarlo a sua volta a un’altra persona in difficoltà, affinché riceva le stesse opportunità, competenze e tutto l’occorrente per avviare un’ulteriore attività generatrice di reddito. Il costo si abbassa all’aumentare dei beneficiari.
Il Toolkit Interlife trova origine in modelli di finanza sociale ed economia solidaristica già esistenti, fondendo le caratteristiche del micro-credito e dell’impresa sociale, ma superandone al contempo i rispettivi limiti. Rappresenta infatti un’alternativa innovativa rispetto ad altre forme esistenti di economia sociale in quanto agisce a livello locale come un vero e proprio catalizzatore per la creazione di opportunità economiche e lavorative laddove la povertà e la disoccupazione sembrano impossibili da sradicare.
È un modello green interamente sostenibile. Ogni Toolkit Interlife è pensato infatti non solo in funzione delle esigenze dei beneficiari e dei mercati locali ma anche e soprattutto in funzione dell’ambiente e della conservazione e promozione delle risorse naturali.
Il ciclo di produzione dei differenti Toolkit proposti da Interlife è interamente sostenibile e mira a valorizzare le risorse naturali presenti in loco favorendo un percorso di crescita responsabile, duratura ed equilibrata, rispettosa dell’ambiente, della biodiversità e delle ricchezze naturali di oggi e di domani.
Inoltre, l’impegno di Interlife per l’ambiente è caratterizzato anche dalla riforestazione di aree sub-sahariane a rischio di desertificazione. Tutti i progetti di Interlife prevedono infatti la piantumazione di alberi dall’elevato potere nutrizionale per contribuire alla sicurezza alimentare locale e proteggere le aree di intervento da erosione e desertificazione.
Interlife in Africa ha già offerto a 4.000 giovani disoccupati, tra i 18 e i 40 anni, opportunità formative e lavorative, con la distribuzione di Toolkit Interlife in grado di offrire prospettive future di lavoro e benessere a migliaia di famiglie (3.000 in Costa d’Avorio e 1.000 in Burkina Faso).
L’intervento di Interlife rappresenta quindi una soluzione alternativa alla migrazione irregolare.
In India Interlife interviene nelle aree rurali più emarginate, con progetti in ambito sanitario, economico e sociale, con focus specifico a favore dei bambini. In particolare, per proteggerli e garantire loro una crescita sana e l’infanzia serena che meritano, Interlife realizza programmi mirati di tutela, reinserimento scolastico, contrasto al lavoro minorile, mira a garantire protezione, cure mediche e sicurezza alimentare.
Sul tema è stato presentato infine di recente a Roma un report realizzato da Fondazione Etisos: sono stati presi come riferimento i 17 Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile dell’Onu per indagare la sostenibilità in ambito SDG della metodologia del modello dei Toolkit Interlife. Complessivamente, il punteggio ottenuto risulta superiore all’80%. Inoltre, i risultati ottenuti per ciascuno dei 17 obiettivi SDG dimostrano come Interlife abbia compreso pienamente la rilevanza dell’interdipendenza delle diverse dimensioni della sostenibilità.