INCHIESTA TOTI, I BONIFICI ANCHE PER LA LEGA E LA FAIDA PER IL PORTO: LA PROCURA POTREBBE VALUTARE DI ASCOLTARE IL SINDACO DI GENOVA MARCO BUCCI. L’inchiesta ligure sul “sistema Toti” va avanti nel terremoto della politica. Mentre Lega e Forza Italia difendono il governatore invitandolo a tirare dritto, Fratelli d’Italia è attendista. Meloni preferirebbe le dimissioni ma deve fare i conti con Giovanni Toti. Il ministro Lollobrigida fa l’equilibrista: “Siamo per la presunzione d’innocenza, non conosco le carte ma ne parleremo tra forze politiche”. Poi semina il dubbio sulle toghe, in scia del ministro Nordio: “In 4 anni e passa di indagini, che la chiusura avvenga a 20 giorni dal voto, è comunque una fotografia”. La procura di Genova potrebbe valutare di ascoltare anche Marco Bucci, sindaco di Genova, su due aspetti: il rinnovo della concessione portuale del terminal Rinfuse per la società di Aldo Spinelli e la Msc di Gianluigi Aponte; l’apertura dei supermercati Esselunga in Liguria. Domani invece ci sarà l’interrogatorio di garanzia di Toti, detenuto ai domiciliari. Oggi la magistratura ha ascoltato (nel carcere di Marassi) Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’Autorità Portuale e amministratore delegato di Iren (sospeso per via della misura cautelare). Signorini si è avvalso della facoltà di non rispondere: secondo la procura è stato la “cerniera” tra Toti e Aldo Spinelli. Quest’ultimo sarebbe il grande corruttore, stando agli inquirenti: ex patron di Genoa e Livorno, imprenditore della logistica e del mattone con grandi interessi sul porto del capoluogo ligure. Non avrebbe finanziato solo le campagne elettorali del governatore Toti, l’imprenditore Spinelli. Stando all’intercettazione di una sua conversazione con Signorini, denaro sarebbe arrivato pure alla Lega, con l’interessamento di Giancarlo Giorgetti. Lo abbiamo raccontato sul Fatto di oggi, insieme ad altri aspetti dell’inchiesta: come le relazioni tra Toti e Pietro Colucci, imprenditore dei rifiuti e finanziatore del governatore. Oppure gli interessi sul Porto di Genova, con la furia dell’armatore Gianluigi Aponte registrata dalle intercettazioni degli inquirenti: “Qui al porto tutti corrotti: è come la mafia”, diceva l’imprenditore al telefono con Signorini. Sul Fatto di domani vi racconteremo dettagli inediti dell’inchiesta. Poi passeremo in rassegna il lungo catalogo delle giustificazioni per Toti, firmato dal centrodestra: quelli che “il finanziamento era registrato”, fino alla grancassa per il ritorno del finanziamento pubblico.
ROCCELLA CONTESTATA AL CONVEGNO SULLA NATALITÀ, GLI STUDENTI: “NO AI PRO-VITA NEI CONSULTORI”. Il copione è già andato in scena al Salone del Libro di Torino circa un anno fa: quando la ministra per le Pari opportunità Eugenia Roccella tiene conferenza, i gruppi antiabortisti protestano e lei se ne va urlando alla censura. Stavolta è accaduto agli Stati generali della natalità, all’Auditorium di Roma, dove circa 50 studenti dei collettivi Aracne e Artemis hanno mostrato cartelli e intonato la contestazione, condita dai fischi, appena la ministra ha preso la parola. Roccella ha provato a smorzare i toni suggerendo come la sua posizione fosse affine a quella dei ragazzi: le donne “non sono libere di scegliere sulla maternità”. La protesta non si è spenta, con il No dei ragazzi ai pro-vita all’interno delle sale dei consultori. Una delle manifestanti è stata invitata a salire sul palco per esporre il dissenso, poi la parola è passata agli altri ospiti del dibattito. Intanto la ministra abbandonava il convegno, per lanciare sui social l’attacco agli avversari: “Sono certa che la segretaria del Pd Elly Schlein, tutta la sinistra, gli intellettuali, Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio, la ‘grande stampa’ e la ‘stampa militante’ (…) avranno parole inequivocabili di solidarietà nei miei confronti”. La difesa d’ufficio è arrivata dal presidente Ignazio La Russa e Giorgia Meloni. La premier ha criticato i contestatori: “si riempiono la bocca delle parole libertà, rispetto e autodeterminazione delle donne, ma poi amano la censura”. Sergio Mattarella ha telefonato alla ministra: “Voler mettere a tacere chi la pensa diversamente contrasta con le basi della civiltà e con la nostra Costituzione”, ha detto. I giovani invece lamentano l’ingerenza del ministro dell’Istruzione, che avrebbe inviato una circolare per invitare tutti gli studenti alla partecipazione. Sul Fatto di domani leggerete tutti i dettagli e i retroscena della contestazione.
GUERRA ISRAELE-HAMAS: NIENTE TREGUA, DELEGAZIONI VIA DAL CAIRO. NETANYAHU POLEMIZZA CON GLI USA CHE BLOCCANO L’INVIO DI ARMI: “FAREMO DA SOLI”. Si allarga la frattura tra il premier israeliano Netanyahu e il presidente americano Biden. Quest’ultimo ha confermato: niente forniture belliche a Tel Aviv se procede con l’operazione militare a Rafah, osteggiata dalla Casa Bianca per la presenza di un milione di civili nell’area. La posizione americana, per fonti vicine a Netanyahu “seppellisce un accordo sugli ostaggi” che sono ancora nelle mani degli islamisti, dentro la Striscia. Il premier va allo scontro con gli alleati: “Ai leader del mondo dico: nessuna pressione, nessuna decisione da parte di alcun forum internazionale impedirà a Israele di difendersi. Se Israele sarà costretto a restare da solo, Israele rimarrà da solo”. Provocatorio il ministro Ben Gvir, dell’estrema destra religiosa e alleato del premier: “Hamas ama Biden”. Sono 2016 i giorni di guerra a Gaza, in seguito al massacro del 7 ottobre firmato da Hamas con 1.200 morti e la cattura di centinaia di ostaggi. Secondo il quotidiano Haaretz, su 132 prigionieri, 37 sono già morti; 124 sono stati liberati in varie fasi dello scontro. Proprio le modalità del loro rilascio è uno dei nodi che non si riesce a sciogliere nei colloqui che si sono conclusi oggi al Cairo. La delegazione di Hamas ha lasciato l’Egitto per fare ritorno a Doha, in Qatar. Il governo israeliano deciderà questa sera durante la riunione del Gabinetto di guerra come procedere sui due fronti: quello di Gaza, e l’altro del Libano, alla luce degli avvertimenti americani. Sul giornale di domani leggerete altri particolari sulla crisi umanitaria nella Striscia e la carenza di risorse idriche.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Primo giorno del Salone di Torino, prime polemiche. Domenica, a presentare il suo libro su Michelangelo, ci sarebbe dovuto essere l’ex sottosegretario, Vittorio Sgarbi. E, invece, in ottemperanza a “una norma non scritta” – s’è lamentato lui –, la sua partecipazione è saltata, poiché candidato alle elezioni europee. “Seguiamo le regole della campagna elettorale – la difesa della direttrice, Annalena Benini –. Quindi i politici candidati, mi sembra anche una questione di eleganza, non possono presentare i libri, ma il Salone è aperto a tutti”. E infatti nei prossimi giorni arriveranno anche Matteo Salvini ed Elly Schlein.
Caso Scurati, scontro in Rai. La presidente Soldi: “Procedimento contro Bortone non fa giustizia”. L’ad Sergio: “Decido io”. A viale Mazzini volano gli stracci. Marinella Soldi è entrata con tutto il peso della sua carica nel caso Scurati per prendere le distanze dalla versione dei fatti fornita in Vigilanza dall’ad Roberto Sergio. “Non credo che il procedimento disciplinare contro Serena Bortone faccia giustizia della vicenda, né tantomeno faccia bene alla Rai”. “Quanto riferito dall’Ad in Commissione di Vigilanza racconta in modo parziale quanto accaduto”. Il caso “è ancora oggetto di verifiche da parte della direzione Internal Audit aziendale”. Sergio ha risposto spiegando che la contestazione inviata alla giornalista è dovuta al “post pubblicato sui suoi profili social alle 8.30 del sabato 20 aprile in violazione della normativa che vieta ad ogni lavoratore Rai di rilasciare dichiarazioni pubbliche su fatti aziendali”. In ogni caso, “si tratta di un atto dovuto, puramente gestionale e di esclusiva competenza dell’ad”. Le opposizioni hanno chiesto che la Bortone venga convocata in Vigilanza: la decisione è attesa per il 15 maggio. Intanto la polemica politica non si placa: Maurizio Gasparri (FI) attacca Soldi, mentre dall’opposizione Angelo Bonelli (Avs) parla di “prove tecniche di regime”.
Guerra Russia-Ucraina, Zelensky sostituisce il capo delle operazioni speciali. Per la seconda volta in sei mesi, il presidente Zelensky sostituisce uno degli ufficiali più importanti: via il colonnello Lupanchuk, al suo posto il generale Trepak. Le operazioni speciali sono quelle condotte nei territori occupati dai russi. A Mosca, il presidente Putin celebra l’anniversario della vittoria sul nazismo, riproponendo i temi a lui cari: è l’Occidente che rischia di trascinare il mondo in un conflitto globale, non la Russia. Putin ha confermato che i suoi reparti e quelli della Bielorussia condurranno esercitazioni nucleari con armi tattiche.