L’on. Maria Elena Boschi, in un’intervista pubblicata ieri da Repubblica, adombra uno scambio di favori tra il Fatto Quotidiano e la Rai dichiarando: “Che i conti della società Seif, proprietaria del Fatto Quotidiano, si reggano sui programmi venduti dalla sua controllata al 100% Loft (che produce anche il programma di Gomez) non lo dico io: è scritto nell’ultimo bilancio approvato”. E ha chiesto chiarimenti in commissione parlamentare di Vigilanza riguardo il format La confessione condotto da Peter Gomez, prodotto da Loft e trasmesso dalla Rai.
La Società Editoriale il Fatto, per trasparenza verso gli investitori, i lettori e la Società KPMG che controlla e certifica scrupolosamente il nostro Bilancio dal lontano 2009, si è affrettata a rileggerlo nel timore di essere incorsa in qualche errore. Per fortuna non era così. Dunque: il Gruppo Seif ha chiuso il bilancio consolidato al 31 dicembre 2023 con Ricavi delle vendite pari a euro 29,2 milioni, in aumento rispetto a euro 27,9 milioni al 31 dicembre 2022, un EBITDA in aumento pari a euro 2,2 milioni rispetto a euro 404 mila al 31 dicembre 2022; e Risultato netto in miglioramento, pari a euro -2,3 milioni rispetto alla perdita di euro -4,2 milioni al 31 dicembre 2022.
In particolare, i ricavi dalla vendita di prodotti editoriali pesano sul totale per l’80,71%, i ricavi da contenuti media (tra cui Loft) per l’8,59% e quelli del settore Pubblicità per il 10,70%. Pertanto non si comprende dove l’on. Boschi abbia appreso che il tutto si regga sui programmi venduti alla Rai dalla controllata Loft. Il mistero più inquietante rimane quello sul rapporto spazio-tempo che richiama Einstein. E cioè: nel bilancio 2023 non c’è traccia di Rai, perché in quell’anno non vi era alcun programma in onda e nessun contratto. La confessione di Peter Gomez è andata in onda nel 2024. Pertanto l’accuratissima analisi contenuta nell’intervista dell’on. Boschi pubblicata (e non verificata) da Repubblica risulta incomprensibile. Del resto, neppure si comprende perché, se Seif avesse i bilanci ripianati dalla Rai, impiegherebbe tante energie per difendersi dalla crisi delle edicole, per diversificare, per proteggere i suoi dipendenti, per dare fiducia agli investitori e per mantenersi viva e in salute con trasparenza, correttezza, indipendenza e irriverenza. Siamo ancora in perdita, ma la stiamo progressivamente recuperando: con cognizione, non con finzione. La Società Editoriale il Fatto e i suoi bilanci esprimeranno sempre la difesa del valore umano del proprio organico, l’indipendenza giornalistica e la trasparenza dettata dai principi contabili. Chi sa leggere un bilancio lo percepisce immediatamente. Chi invece questi principi non li ha nel sangue, non può comprendere i nostri bilanci, ma siamo pronti a spiegarglieli davanti a qualsiasi tribunale.
Ci dispiace molto non avere in bilancio fatture da emettere senza alcun fondamento, come l’azienda di una ministra indagata amica dell’on. Boschi: purtroppo noi le fatture le emettiamo solo quando c’è la sicurezza di un contratto firmato e di un lavoro svolto. Questa è la nostra vera pecca, senza la quale forse riceveremmo attestati di stima e ceneremmo tutti assieme in uno stabilimento balneare in Versilia.
* Presidente e amministratore delegato di Seif spa