Care fagiane, dal cinico al trash è un attimo. Così Cristina Fogazzi, più nota come l’Estetista Cinica (1 milione di follower su Instagram), è stata subissata di critiche proprio sul suo terreno (i social) quando ha postato le mirabolanti immagini della superfesta di Veralab (653 mila follower, 70 milioni di fatturato) celebrata giovedì scorso a Milano. Cena nelle sale della Biblioteca Nazionale Braidense. Festa con musica a palla nel cortile d’onore della Pinacoteca di Brera. Titolo: “Overskin Anniversary”, spiega Cristina alle sue fagiane, “per celebrare un anno di Overskin, il brand make-up di Veralab, e lo sbarco in Spagna”. Tutto illuminato di fucsia, colore iconico del marchio, che ha trasformato per una sera Brera in Barbieland con annesse celebs (da Valentina Ferragni a Giulia Salemi).
Se ci andate a consultare i preziosi volumi custoditi alla Braidense, non potete introdurre in sala né cibi né bevande ed è obbligatorio indossare i guanti. Per l’evento dell’Estetista Cinica, mani libere e cena e vini a volontà. E a un certo punto arrivano a bordo di Vespini bianchi anche i cartoni della pizza (griffata: “Veralab, we believe in pizza too”).
“Ma quella è la Braidense? Non ci si può bere neanche l’acqua”, si chiede @v_entu. “Com’è possibile ottenere i permessi per fare una cena a Brera mangiando a 10 centimetri da libri antichissimi e preziosissimi? È una cosa gravissima a mio avviso e inoltre una cafonaggine. Basta, non comprerò più prodotti Veralab”, spara @il4ry0708. “Ma vi sembra normale? Un bene culturale pubblico mercificato, svilito a location per eventi privati”, protesta @santinichiaraa. “Organizzare una cena, in sale con libri e volumi così antichi non dovrebbe essere concesso a nessuno. Qui si fa una cena con gente che di appoggia agli scaffali per dei selfie???”, è la reazione di @berryblue85. L’Evento Cinico si attira gli strali anche di Milano_segreta, che organizza tour culturali in città, ma guadagna 8 mila like e molte difese della festa. Anche il Louvre affitta i suoi spazi per eventi privati e pubblicitari. È una forma di finanziamento delle istituzioni pubbliche. In questo caso, la Braidense ha incassato – secondo quanto risulta al Fatto – 80 mila euro, più 15 mila elargiti da Cristina ai custodi. “Con questa storia del ‘sostenere gli spazi pubblici’ si svende il patrimonio da anni. Non è che perché il pubblico non ci mette i soldi allora sia una buona idea. Sono beni comuni e un conto è organizzare una cena di beneficenza o un evento culturale, un altro la cena aziendale con tanto di pizze e discoteca”, protesta @no_raa. “Ma no, io non mi scandalizzo per queste forme di finanziamento”, dice un operatore milanese del settore culturale, “però, come dicono in Francia, c’est le ton qui fait la chanson: le istituzioni dovrebbero selezionare gli eventi, mantenendo un certo decoro senza scadere nel cattivo gusto, altrimenti Brera diventa un affittacamere”.
Cristina Fogazzi si è costruita in pochi anni uno spazio social spiegando e vendendo con spirito alle sue fagiane creme e cremine. Accanto ha Massimo, che “fortunatamente non è un maschio alfa che patisce se sua moglie guadagna più di lui. È il classico elettore di sinistra che all’inizio, con ’sti social, mi guardava e mi chiedeva se ero sicura di quello che stavo facendo. Aveva il classico snobismo intellettuale. Poi ha capito”. Ora Cristina e il suo socio, Mauro Marcolin, hanno fatto entrare in azienda al 30 per cento un fondo di private equity, Peninsula, e tentano l’espansione all’estero, la Spagna per cominciare.
Del resto, il Napoleone del Canova non ha protestato per quel fucsia che lo ha reso di nuovo glam e forse avrebbe gradito, chissà, un po’ di Suprimer, la crema bestseller della Cinica Cristina, a basi leggerissime infuse di proprietà skincare. E il Bacio di Hayez potrebbe anche migliorare, con il lipgloss colorato con protezione annessa che nutre e protegge le labbra. Cristina non ha osato, per ora. Ma potrebbe essere un’idea per Ultima Generazione.