Rischio di cancro

Actos. Il farmaco per il diabete, ritirato in Germania e Francia, ancora prescritto in Italia (e rimborsato)

Per la rivista francese Prescrire è un medicinali “da evitare” , ma nel Belpaese è ancora usato e rimborsato. Dal 2013 è iscritto tra le sostanze “probabili cancerogene”, nella lista della Iarc (l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro)

Di Ma.Ma.
17 Giugno 2024

LEGGI – Sanità, studi clinici di Ema: così in Europa viene sacrificata la salute dei pazienti

Uno dei farmaci controversi, già iscritto nella lista dei medicinali “da evitare” dalla rivista francese Prescrire, ma ancora usato in Italia e rimborsato dal nostro Servizio sanitario nazionale, è il Pioglitazone, conosciuto come Actos, per il diabete di tipo 2. Dal 2011 la Francia l’ha ritirato e la Germania ne ha sospeso il rimborso, per il rischio di provocare il cancro alla vescica. Dal 2013 – e ancora oggi – il Pioglitazone è iscritto tra le sostanze “probabili cancerogene”, nella lista della Iarc (l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro). Due studi del 2012, in Canada e in Francia, concludono che il rischio di cancro alla vescica cresce con l’uso di Actos, specie oltre i 24 mesi di utilizzo. Nel frattempo, negli Stati Uniti, un’impiegata della società giapponese che lo produceva, Takeda, denuncia le menzogne diffuse dalla società che conosceva i rischi di tumore, tenendoli nascosti al momento dell’approvazione dalla Food and Drug Administration. Nel 2014 Takeda viene condannata dallo Stato della Louisiana a pagare 2,4 miliardi di dollari a dei pazienti diabetici, per “condotta intenzionale e sconsiderata”, non avendo avvertito adeguatamente del potenziale rischio di cancro alla vescica.

LEGGI – Sanità, porte girevoli tra le aziende e l’Agenzia europea del farmaco: affari e conflitti

Intanto, l’agenzia europea del farmaco, Ema, si riunisce a varie riprese, nel 2011 e nel 2017 riconoscendo “un basso rischio di cancro” legato al Pioglitazone, ma lo mantiene nel mercato europeo. Nel 2019 il Comitato scientifico Chmp di Ema aggiunge: “I dati presentati durante l’attuale periodo di riferimento non hanno fornito nuove informazioni che consentano di ridurre, attenuare o caratterizzare ulteriormente questi rischi”. Vari Paesi europei prendono però precauzioni. L’agenzia olandese Zorginstituut scrive sul suo sito: “Il trattamento con Pioglitazone non è preferibile. Il suo uso può essere associato a un aumento del rischio di fratture e non è certo che non si verifichino effetti collaterali gravi, come il cancro alla vescica, l’insufficienza cardiaca e la polmonite”. L’agenzia olandese indica le alternative, oggi esistenti per curare il diabete di tipo 2.

LEGGI – La guerra dei farmaci. Il sistema segreto dei prezzi: accordi imposti da Big Pharma

LEGGI – Sanità da ricchi, come si muore in Ue: senza rimborsi ai pazienti, negato l’accesso ai farmaci salva-vita

In Italia secondo l’Associazione dei medici diabetologi (Amd), 19.500 persone hanno preso il Pioglitazone nel 2022. Se invece prendiamo il rapporto dei medici di famiglia (Arno), il numero sale a 34.000 (2019). Il presidente di Amd, Riccardo Candido difende il Pioglitazone, “un ottimo farmaco perché agisce come insulino stimolante” e contesta gli studi sull’incidenza del cancro perché non hanno tenuto in conto altre patologie dei pazienti, come il fumo. La società che lo produce oggi, la tedesca Cheplapharm insiste sul fatto che “gli operatori sanitari sono adeguatamente informati sull’uso di Pioglitazone e non devono utilizzarlo in pazienti con cancro alla vescica attivo”.

A Debora, una paziente toscana che vuole restare anonima, però non è stato detto niente, qualche mese fa, quando un luminare della diabetologia le ha prescritto Actos, come il farmaco necessario per tenere a bada il suo diabete. “Il dottore non mi ha parlato di rischi di cancro o di malattie cardiovascolari, ho trovato queste informazioni da sola su internet. Né mi ha detto di alternative ugualmente positive, ma meno pericolose. Lo prendo, ma ho paura”.

Ti potrebbero interessare

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione