Dopo l’incidente di venerdì notte all’Alluminium di Bolzano, ieri è morto uno dei sei operai feriti: Bocar Diallo, senegalese di 31 anni che era arrivato in Italia come profugo politico. Valerio Salvatore non aveva ancora 30 anni; l’altro ieri è caduto dal tetto del capannone di un’azienda in provincia di Latina e ha perso la vita. Sono i giorni in cui il Paese è ancora sconvolto dal caso di Satnam Singh, bracciante deceduto dopo essere stato abbandonato di fronte a casa sua dal datore a seguito dell’incidente che gli aveva fatto perdere il braccio, ma le notizie di morti sul lavoro continuano a moltiplicarsi.
E proseguono le mobilitazioni. Domani a Latina è previsto lo sciopero di Fai Cisl e Uila, insieme con gli operai indiani del posto. Sabato c’era stata la manifestazione della Flai Cgil a cui hanno partecipato anche i leader politici Elly Schlein e Nicola Fratoianni. Le due iniziative separate hanno provocato diversi malumori in questi giorni. La Flai Cgil ha voluto organizzare subito per non far passare troppo tempo. Le categorie di Cisl e Uil, invece, hanno preferito aspettare la data indicata dalla comunità indiana locale. C’era poi anche il timore di una strumentalizzazione a poche ore dai ballottaggi delle elezioni amministrative in alcune città importanti come Bari e Firenze. I sindacati però assicurano che la diversità di vedute riguardava solo le modalità delle manifestazioni a livello locale, non anche gli obiettivi che restano unitari.
“Abbiamo fatto coincidere la proclamazione con la giornata indicata dalla comunità indiana – ha spiegato Enrica Mammucari, segretaria Uila – mentre i colleghi della Flai hanno fatto una valutazione diversa. Dobbiamo evitare che questa tragedia, che è una piaga infernale dell’agricoltura, ci possa vedere divisi”.
Le sigle quindi si ritengono convergenti sulla richieste che vengono fatte al governo, che però sulla lotta al caporalato sembra ancora un po’ fermo. Il tavolo anti-caporalato è stato convocato una sola volta da quando Giorgia Meloni si è insediata a Palazzo Chigi, mentre la Consulta anti-caporalato non è stata riorganizzata dopo la morte del presidente Roberto Maroni. La scorsa settimana, subito dopo la tragedia di Latina, i sindacati hanno incontrato i ministri del Lavoro e dell’Agricoltura, Marina Calderone e Francesco Lollobrigida. Sul tavolo una serie di richieste, tra le quali la possibilità di garantire permessi di soggiorno immediati per i lavoratori stranieri che denunciano le irregolarità da parte dei datori di lavoro. “L’abbiamo chiesto anche come intervento automatico nel momento in cui gli ispettori del lavoro rilevano violazioni da parte delle aziende”, ha aggiunto la segretaria Mammucari. Il governo, però, su questo non ha lasciato trasparire alcuna apertura. Disponibilità da parte del governo sono invece arrivate alla proposta di rivedere il sistema dei flussi, a studiare un intervento per riconoscere il prezzo minimo sui prodotti agricoli e a veicolare meglio i controlli sulle imprese, non solo aumentando il numero di ispettori ma anche incrociando le banche dati degli enti.
“Abbiamo valutato positivamente alcuni aspetti dell’incontro: la tempestività della convocazione e il riconoscimento del permesso per la povera vedova di Satnam”, ha spiegato Mammucari, ricordando che però su molte altre questioni non c’è stata risposta. Per esempio su un aspetto che la sindacalista definisce paradossale: oggi esistono dei tetti massimi al numero di contratti stagionali che si possono trasformare in rapporti a tempo determinato e indeterminato, malgrado la grande richiesta delle aziende. Una generica apertura è arrivata dalla ministra Calderone anche sulla creazione dei cosiddetti indici di congruità. Si tratta di uno strumento che, sulla base di un calcolo che tiene conto degli ettari dichiarati e il tipo di coltura, permetta di individuare il numero di operai agricoli necessari. Quindi faciliti la scoperta di eventuali braccianti irregolari. “Possibile che le aziende prendano finanziamenti europei o si concedano fondi a chi ettari ed ettari di colture e poi hanno un numero insufficiente di lavoratori rispetto alla necessità?”, fa notare in conclusione Mammucari.
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