Stai a vedere che il vento fa il suo giro anche alla festa nera di Colle Oppio. Gli invitati se ne vanno, la musica è venuta a noia. Chi resta si sta accorgendo che Giorgia – nella penombra della festa – se ne sta seduta laggiù, accanto agli avanzi dei salatini e della birra, come le capitava quand’era adolescente, nessuno che la inviti più a ballare. Per un annetto ha indossato le scarpe di cristallo della Cenerentola d’Europa. Ora fa tappezzeria. L’amico più ingombrante, Viktor Orbán, sta in giro per il mondo a brindare con la vodka di Putin per radunare tutta la truppa di patrioti che non vedono l’ora di fare a pezzi l’Europa.
Pure gli spagnoli di Vox, l’hanno piantata in asso anche se per loro s’era sgolata in pubblico, pensa che vergogna, gridando: “Yo soy Giorgia! Soy una mujer! Soy una madre!”, eccetera, con le vene del collo gonfie di fervore per il suo amico e camerata Abascal. Storia finita. Nella plaza di Bruxelles gli ultra franchisti spagnoli si sono seduti accanto al gran mojito di Salvini, quello che con il bacio della morte ha appena sprofondato Marine Le Pen nel gorgo francese dell’eterna attesa. Un disastro anche con quel bellimbusto abbronzato di Rishi Sunak, inglese di impero britannico, che la coccolava a ogni vertice illudendola con il baciamano e tante paroline all’orecchio e risatine davanti ai fotografi. Sparito anche lui, cacciato dagli elettori imprigionati dalle false promesse della Brexit e che hanno appena preso a calci anche gli altri amichetti di Giorgia, Nigel Farage e Boris Johnson e tutta la spazzatura populista che sta mandando a ramengo i propri popoli.
La fiaba di Giorgia sta finendo? Le resta la speranza che intorno a mezzanotte passi l’usato sicuro di Giambruno Andrea, quello con il ciuffo e con la Porsche che ancora si dispera – innamorato com’è – per essere stato abbandonato ieri dall’abbandonata di oggi.