Altro che Europa à la carte! Siamo entrati nel quinquennio all you can eat, e pazienza se il menù pasticciato può risultare indigesto: per prendere voti tocca accontentare tutti. Almeno a parole. Le parole, e le promesse, in effetti abbondano nelle linee guida con cui Ursula von der Leyen ha chiesto – e ottenuto – la rielezione come presidente della Commissione Ue, con sette richiami ai “primi 100 giorni” e in un mare magnum che va dal piano per la competitività (in cui il pubblico è subalterno all’industria) a quello per l’edilizia popolare (materia però di competenza nazionale), passando per un nuovo fondo per la difesa e per la prosecuzione in nuove forme del Green deal, ma anche per il famigerato Patto per il Mediterraneo e per l’impegno a riformare i Trattati. Tant’è folto l’elenco delle intenzioni che per capire il reale indirizzo tocca cercare indizi contando i vocaboli più ricorrenti nel programma: i termini “difesa, sicurezza, sovranità” compaiono 78 volte; “ambiente, verde e sostenibilità” 15; “povertà, disuguaglianze, coesione, giustizia sociale” appena 12. Oltre le speranze e le apparenze, un’indicazione è stentorea: “Siamo nell’era del riarmo”.
Questa presa d’atto vigliacca, la centralità assoluta della difesa come bussola nei rapporti internazionali e nelle priorità di spesa, negano la missione stessa dell’Ue come costruzione di spazio di pace e di relazioni dopo l’orrore dei conflitti mondiali.
Senza, va ricordato, alcuna visione comune sulla politica estera. Von der Leyen sdogana la nuova realtà, traghettando il continente in un territorio sconosciuto, spaventoso e di certo non vicino all’anima sociale e progressista della Ue. Non lo sono d’altronde nemmeno gli altri due punti focali del piano Ursula: la spinta sul nuovo patto per le migrazioni – cioè il rafforzamento estremo di Fortezza Europa anche a costo di provate violazioni dei diritti umani – e l’insistenza sulla necessità di assicurarsi l’accesso ai minerali strategici. Il cordone sanitario contro le destre estreme avrà anche funzionato, insomma, ma le loro istanze sono state incorporate dai cosiddetti moderati – in primis il Ppe tornato egemone – e dai liberali, costringendo a interrogarsi sui vincitori reali della tornata elettorale. Cosa hanno portato a casa invece socialisti e verdi nel negoziato? Nel programma von der Leyen ci sono due loro bandiere, ma bisogna osservarle da vicino. A partire dall’impegno a rilanciare il Green Deal, bloccato dalla stessa presidente sul finire della scorsa legislatura. L’annuncio che “resterà su quella rotta” appare oggi come un gran risultato, ma cosa sia il “nuovo patto per l’industria pulita” è arduo da dire e manca una qualunque idea su come rendere la transizione giusta per chi sta peggio. Ugualmente, il rilancio del pilastro dei diritti sociali rimanda a una “strategia contro la povertà” e a misure per il “lavoro di qualità” ma manca l’impegno anche per un solo obiettivo concreto che possa favorire l’uguaglianza sul lavoro e colpisca la concorrenza al ribasso fra imprese. Quanto ai due riferimenti a una maggiore “partecipazione” di cittadine e cittadini, manca ogni concreta proposta attuativa. Così come è assente ogni consapevolezza che la chiave della competitività e della giustizia sociale sta nell’accesso alla conoscenza come bene comune, strada decisiva per tramutare l’incombente problema della salute di una popolazione che invecchia – cui sono dedicate poche vaghissime righe – in un’opportunità di scala europea. Infine, non si è sentito neppure l’impegno per una maggiore trasparenza, dopo l’accaduto coi contratti per i vaccini Covid, macchia pesante della sua amministrazione precedente. Il Parlamento europeo non ha iniziativa legislativa, ma di lì le norme devono passare. Elette ed eletti progressisti, tanto più se hanno appoggiato la nuova presidente e quella del Parlamento Ue Roberta Metsola, hanno ora un compito importante: dare corpo agli impegni vaghi e incompleti che hanno ottenuto; ottenere giorno per giorno ciò che non hanno portato a casa il 18 luglio.
Per il Forum Disuguaglianze e diversità