L’ultima volta che ci vediamo
Quando il sole sorge la Sea Watch 5 non è lontana dal porto di La Spezia e c’è già un clima effervescente, sulla nave, carico di aspettative. Ci affianca una motovedetta della Guardia di Finanza, i bambini la salutano con la mano e gli adulti la guardano perplessi. Tutti fissano stupiti le colline inspiegabilmente verdi della Liguria. Fatico a immaginare cosa significhi vedere per la prima volta un posto come l’Italia. Ci siamo abituati, no. Si tiene un discorso. Dicono che tra poco arriveremo in porto e verranno prese le impronte a tutti, che gli uomini saranno separati dalle donne, ma che poi potranno ricongiungersi. Concludono dicendo: ”Questa è probabilmente l’ultima volta che ci vediamo”. Gli ospiti della nave cominciano a gridare, in coro: “Sea Watch, Sea Watch!”. Credo sia un modo di dire grazie. La banchina si avvicina e pian piano si mostra anche il dispositivo dello Stato per gestire lo sbarco, fatto di gazebo, tende, ambulanze, camionette della polizia, transenne, medici in tute anticontaminazione con la visiera e la mascherina, che sono i primi a salire e fanno uno strano effetto di fianco a noi in maglietta. Non sanno nulla, quelli che sono sulla banchina, di ciò che è successo negli ultimi quattro giorni, delle feste, delle confidenze in lingue sconosciute nella penombra, dell’incontro assurdo al centro del Mediterraneo. Strano a dirsi ma gli stranieri, in questa circostanza, mi sembrano i miei connazionali che ci aspettano al porto. C’è effervescenza tesa, sul ponte della nave, come in attesa di qualcosa di bello e spaventoso che sta per accadere. Le persone hanno già raccolto le proprie cose. Qualcuno ha uno zaino, gli altri buste di tela rosse o verdi o gialle che gli ha dato Sea Watch, che indossano a mo’ di zaino. Quindi, in pratica, tutti hanno uno zaino. Se ne stanno emozionati e agitati, in piedi. Sembra il primo giorno di scuola. La campanella sta per suonare e un mondo nuovo per aprirsi. Poi, cominciano a scendere, ma questo magari continuo a raccontarlo tra un paio di giorni, che è una faccenda lunga.
8. Continua